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Augusto Contract, Racugno: "Consumi centrali per il food retail 2023"

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Il 2023 è appena agli inizi, ma per il mercato food retail italiano è già tempo di affinare e calibrare al meglio progetti e investimenti. Essenziale, la scelta del partner giusto per supportare le nuove aperture attese. Uno di questi è Augusto Contract, azienda di arredamento e general contractor specializzata nel settore hospitality & foodservice per la realizzazione di format chiavi in mano. Alla guida, il ceo Giacomo Racugno che, intervistato da Ristorazione Moderna, fa il bilancio del mercato a cavallo fra vecchio e nuovo anno: "Dopo una prima parte molto positiva durara fino alla pausa estiva, il food retail ha rallentato sotto il peso del caro energia. Molti progetti sono stati messi in standby e posposti al primo trimestre 2023 che risulta già ricco di impegni per noi".

Intervista a Giacomo Roccugno (Augusto Contract). 

Quanto si è fatto sentire il rimbalzo post-pandemia del fuoricasa nel 2022?

Diversi brand come Cioccolatitaliani, Bun Burger, Lievità sono stati protagonisti di nuove aperture e progetti di restyling che ci hanno coinvolti direttamente. Dopo la pausa estiva, invece, a seguito dell’arrivo delle prime bollette pesanti di agosto i mesi successivi sono risultati più tiepidi. L’incertezza è la nemica principale degli investimenti ma siamo fiduciosi che si tratti solo di una fase di passaggio in attesa che le aziende prendano le misure della nuova normalità.

Il caro energia ha rappresentato un imprevisto sulla strada del recupero del food retail. Come impatta sul settore?

Il tema consumi è molto sentito. Anche per le attrezzature e le tecnologie. La possibilità di controllarne da remoto le performance e ottimizzarne l’utilizzo in piena operatività sono elementi fondamentali per contrastare lo shock energetico. Non a caso, nell’ultimo anno la progettazione dell’impiantistica ha richiesto un’attenzione in più. Pensiamo, per esempio, all’impianto di riscaldamento e raffrescamento. Prima erano commodities, ora si va molto più a fondo. Tanto che la valutazione dell’investimento iniziale viene calcolata sempre di più mettendo in relazione il ciclo di vita complessivo del locale e il sui peso sul conto complessivo di gestione. Detto diversamente, per molti imprenditori è meglio investire di più ora e risparmiare a lungo termine.

A livello di format, quali sono le caratteristiche per il successo in questo contesto secondo Augusto Contract?

Il post-pandemia ha sorriso ai format strutturati. Il poke, per esempio, è riuscito a intercettare diversi trend: da un lato la ricerca di proposte healthy-food, dall’altro l’intagrammabilità di layout e menu. Infine, c’è stata la sfida dell’operatività: tutti i punti vendita sono ormai pensati per la consegna a domicilio. Altre merceologie di successo sono gli hamburger, anche quelli plant-based. In generale, la verticalità di prodotto rimane la leva principale per ripagare gli investimenti in termini di scalabilità. Per il 2023, i progetti food retail continuano a tracciare una netta differenziazione dei flussi così da non mischiare, nella stessa coda in cassa, i clienti della sala e i rider delle piattaforme di delivery. Per la somministrazione in loco, invece, si cercano sale con spazi più ampi per rispondere a una richiesta di socialità più sicura dal punto di vista sanitario. Insomma, un maggiore spazio fra i tavoli è dato quasi per scontato post-pandemia.

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Quali canali hanno le maggiori possibilità di sviluppo?

A livello di canali, il food retail nel 2023 avrà un forte sviluppo in high street e aree urbane di secondo livello che, negli ultimi due anni, hanno acquisito un ruolo maggiore nello sviluppo dei brand rispetto a quello che, fino al 2019, aveva il canale centro commerciale. Molto ricercato, nonostante l’onerosità, è il canale travel: sia aeroporti che stazione. Le complessità operative non banali, con vincoli stringenti da parte del concessionario, sono bilanciate da un ritorno di immagine e di flusso molto importanti. In questo senso, Augusto Contract può partire da una posizione privilegiata avendo maturato, nel tempo, una solida expertise per operare all'interno di un contesto ben determinato.

A proposito di investimenti, quelli per i dehors a che punto sono?

Per quanto riguarda i dehors, dopo tutta la spinta di apertura e liberalizzazione delle licenze, stiamo vedendo una frenata. Tanti progetti che stavamo valutando stanno affrontando problematiche autorizzative significative e si son fermati. E questo nonostante sia ormai dimostrato che sono spazi a cui il cliente, nel tempo, si è sempre più abituato a vivere, sfruttare. A dirla tutta, prima del lockdown, la loro assenza era un’anomalia del mercato italiano rispetto a quelli del Centro/Nord Europa. Sulla spinta della pandemia il consumo all’esterno ha subito un’accelerazione, anche con il modello dei chioschi. Insomma, la possibilità di sfruttare spazi esterni diventa sempre più essenziale per valutare il valore di una location. Perché vanno bene il take away e il delivery, ma la ripresa del fuoricasa è legata a doppio filo al consumo sul posto che si porta dietro un’esperienza di socialità unica nel suo genere.

Infine, lo sviluppo all'estero. Il 2023 può rappresentare l'anno della definitiva consacrazione dei brand italiani sui mercati stranieri?

L’estero è la prossima frontiera per le insegne italiane. Dal 2015, con Cioccolatitaliani, fuori dai confini nazionali abbiamo visto che una proposta di qualità, un’attività di marketing ben targetizzata e un’immagine definita e coerente sono le caratteristiche di successo per la penetrazione dei format italiani in nuovi mercati. Fra questi, i marchi più innovativi e consolidati possono avere grandi opportunità nei Balcani, nei paesi arabi e in Europa centrale. In questi mesi osserviamo che quasi tutte le catene di una certa taglia si stanno strutturando per superare quella soglia critica che gli permetterà di aprire all’estero. Per queste realtà, noi di Augusto possiamo lavorare soprattutto per la parte di arredo garantendo una coerenza di immagine e layout rispetto ai locali tricolore.