Il salmone che arriva dall'Alaska: 5 tipologie, tutte selvagge e sostenibili da scoprire a gennaio
Il salmone che arriva dall'Alaska: 5 tipologie, tutte selvagge e sostenibili da scoprire a gennaio
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Dall'Alaska arriva in Italia il pesce selvaggio e sostenibile del Pacifico

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Gennaio è l'Alaska seafood month, un mese per portare alla ribalta i gioielli ittici del Pacifico, per conoscere, attraverso tante attività e un’ampia azione di comunicazione, tutte le virtù di questi fantastici pesci. Si tratta della seconda edizione di questa iniziativa lanciata da Asmi (Alaska seafood marketing institute) che prevede una serie di eventi volti a mettere in primo piano le peculiarità dei prodotti ittici dell’Alaska, con le loro straordinarie virtù benefiche, la loro versatilità e, soprattutto, la loro sostenibilità.

Dall'Alaska arriva il pesce selvatico e sostenibile. 

In Alaska, il futuro degli stock ittici e dell’ambiente sono più importanti delle opportunità immediate della pesca commerciale. Le zone di pesca dell’Alaska sono gestite in modo da garantire una fornitura sostenibile dei prodotti ittici provenienti dalle acque dell’Alaska così come imposto dalla Costituzione dello Stato. Nel 1959, il popolo dell’Alaska decise che “il pesce […] dovrà essere utilizzato, sviluppato e conservato secondo il principio dello sfruttamento sostenibile”. Un esempio? I salmoni dell’Alaska sono selvaggi e di conseguenza esiste una naturale variabilità del numero dei salmoni che tornano verso i corsi d’acqua dolce per riprodursi. A differenza di altre parti del mondo, però, nessuno degli stock di salmone dell’Alaska è minacciato o in pericolo. I salmoni dell’Alaska sono abbondanti da millenni e vengono gestiti in modo da garantire la loro abbondanza nel futuro. In generale, il pesce selvaggio dell’Alaska è sostenibile, cresce in acque incontaminate e si nutre esclusivamente di ciò che offre il suo habitat e, proprio per questo, è una fonte di inestimabili virtù benefiche per la salute, dagli antiossidanti, alle vitamine (tra cui la preziosissima D) e dagli Omega 3, quegli acidi grassi polinsaturi molto utili nella prevenzione di molte patologie tra cui quelle del cuore e del cervello.

Da gennaio, al via la campagna stampa per saperne di più.

Nasce proprio da queste straordinarie virtù la volontà di ampliare la conoscenza dei prodotti ittici dell’Alaska. A gennaio 2023 saranno molte le occasioni per conoscere le qualità intrinseche e l’importanza della sostenibilità di questi insuperabili gioielli del Pacifico. Li vedremo in TV, su Italia 1, nella trasmissione Cotto e Mangiato condotta da Tessa Gelisio, la seguitissima conduttrice televisiva che, oltre a fornire squisite ricette, parlerà proprio dei benefici che i prodotti ittici dell’Alaska apportano all’organismo. Parleranno di loro anche alcuni tra i più noti influencer che, attraverso i social, daranno consigli sull’importanza di nutrirsi con i pesci dell’Alaska per adulti e bambini e per chi pratica sport. Per quanto riguarda le promozioni, li troverete in tutti i punti vendita Pam Panorama dal 6 di gennaio. In una selezioni di ristoranti milanesi si potranno degustare deliziosi piatti preparati con i pesci dell’Alaska. Conoscerete i loro nomi tramite una campagna pubblicitaria sui giornali di Milano, sul sito internet e sui social. Naturalmente è prevista, come ogni anno, anche la presenza di uno stand Alaska nel famoso Congresso “Identità Golose” che si svolgerà dal 18 al 20 gennaio 2023 presso il MiCo. Infine, al via, sempre a gennaio, una campagna pubblicitaria sui media dedicati alla ristorazione, alla grande distribuzione e ai consumatori, che proseguirà fino a maggio.

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Il salmone selvaggio dell'Alaska: una storia sana. 

Merita un approfondimento la qualità del salmone selvaggio proveniente dall'Alaska. In totale sono 5 le specie pescate che appartengono al genere Oncorhynchus, un nome che deriva dal greco e che si compone di due parole: onco, che significa uncino e rhyno che significa naso, una caratteristica tipica dei maschi in età riproduttiva. Il nome scientifico venne assegnato in occasione delle prime esplorazioni della Siberia. Selvaggio, naturale e sostenibile. Il salmone selvaggio dell’Alaska è così perché nasce nelle acque fredde e incontaminate dell’oceano Pacifico. Le uova vengono deposte e si schiudono nel letto dei torrenti di acqua dolce all’inizio della primavera. Alcune delle specie migrano direttamente verso l’oceano mentre altre passano da uno a cinque anni nelle acque dolci di fiumi e laghi. Diverse sono anche le caratteristiche di riproduzione ma il tutto avviene in modo talmente regolare che ogni anno il loro passaggio da adulti viene definito con precisione. King, Coho e Sockeye sono le prime tre specie a risalire per deporre le uova fino alle sorgenti mentre i Pink e i Chum le depositano invece negli estuari. Da adulti, poi, ritornano verso gli stessi corsi d’acqua dolce in cui sono nati. Le femmine depongono da 2.000 a 5.000 uova che saranno fecondate dal maschio, creando una sorta di nido nel letto ghiaioso del torrente. Dopo la deposizione i salmoni adulti muoiono ma le loro carcasse diventano un importante nutrimento sia per il torrente sia per l’ecosistema circostante. Il salmone selvaggio dell’Alaska si riproduce una sola volta nella vita.

Le cinque specie del salmone selvaggio dell’Alaska

Come distinguere le cinque specie del salmone selvaggio dell’Alaska? Partiamo dal Reale, che vive in acqua dolce per 2 anni e in mare da 1 a 5 anni. Presenta macchie scure sul dorso e sulla coda. L’Argentato che vive 2 anni in acqua dolce a altrettanti in mare, ha invece macchie nere sul dorso e nella parte superiore della coda. Nessuna macchia, per il Rosso che passa da 1 a 3 anni nei laghi e corsi d’acqua e poi in mare. Il colore del Keta poi è un blu/verde metallico con una pronunciata coda biforcuta. Vive per 1 anno in acqua dolce e, in mare, per 3/4 anni. Infine ecco il Rosa, il più piccolo. Con macchie nere sul dorso e su tutta la coda vive per 1 anno prima in acqua dolce e poi altrettanto in mare.