L'Osservatorio CityDoxa Milano fotografa il rapporto fra residenti e commercio
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Milano e i suoi quartieri, patria del commercio e dei nuovi trend

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- Confcommercio Milano - Osservatorio CityDoxa Milano

C’è sintonia a Milano fra i cittadini e il quartiere dove si vive. Il dato emerge con chiarezza dall’Osservatorio CityDoxa Milano, realizzato da Bva Doxa e presentato a Palazzo Bovara, il "Circolo del Commercio" della Confcommercio milanese, in collaborazione con Confcommercio Milano. Un campione di 1.600 intervistati nei 9 quartieri di Milano. L'88% dei quali dice di sentirsi legato al quartiere in cui vive e, quindi, alla città. Anche per l'offerta commerciale e ristorativa.

Ai milanesi piace una città di botteghe, negozi e ristoranti.

Secondo la ricerca Bva Doxa per Confcommercio Milano, l’89% dei rispondenti consiglierebbe a un’altra persona di venire ad abitare nel proprio quartiere. Tanto che l’85% dei residenti, se dovesse cambiare casa, preferirebbe rimanere a Milano piuttosto che cambiare città (15%). Tale orientamento diviene ancora più forte fra i più giovani: la Gen Z è la generazione che più si identifica (91%) con la città. Il giudizio sulle attività commerciali nel quartiere in cui si abita è positivo: per il 67% i negozi e pubblici esercizi si sono attrezzati con servizi online e di delivery, per il 58% i punti vendita si sono modernizzati e vi è anche più attenzione all’arredamento e all’estetica (53%). Seppur con frequenze differenziate, i servizi di consegna a domicilio e delivery sono ormai utilizzati da più di 9 residenti su 10. "La rete commerciale dei quartieri milanesi, dai risultati dell’Osservatorio CityDoxa, esce con un’immagine indubbiamente rafforzata. Crescono l’online e i servizi a domicilio. E i punti vendita, per la maggioranza dei cittadini, appaiono migliorati. Ciò accresce ulteriormente la nostra responsabilità nel supportare le imprese in questo cambiamento, pensiamo all’innovazione digitale, che è parte di un nuovo modo di vivere la città”, ha sottolineato Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano.

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Smart working arma a doppio taglio per il commercio.

L’emergenza Covid ha accresciuto la diffusione del lavorare da casa. Il 55% degli intervistati dichiara di andare sempre o quasi sempre in ufficio/azienda; il 45% lavora, invece, in egual misura, da casa o dall’ufficio o prevalentemente da casa. Dall’indagine CityDoxa Milano emerge come la modalità “ibrida” (lavorare sia in ufficio, sia da casa) abbia, nella percezione dei cittadini, un impatto decisamente favorevole sulla vita del quartiere: il 78% lo vive in modo più completo che in passato e l’81% è convinto che ne beneficino le attività commerciali di prossimità (alle quali i cittadini fanno ricorso più frequentemente). Tuttavia, c’è un rovescio della medaglia: se lo sguardo degli intervistati si sposta dal proprio quartiere agli altri quartieri della città, e in particolare a quelli a vocazione terziaria e direzionale, ecco allora che i giudizi si ribaltano e la maggioranza dei cittadini (77%) è d’accordo nel ritenere che lo smartworking rischi di danneggiare le attività commerciali lì localizzate. "Milano da sempre città aperta e anticipatrice in Italia. La sua attrattività è legata ai suoi asset principali: eventi, investimenti internazionali, università, competitività, inclusione sociale e solidarietà. Caratteristiche che ne fanno una città capace di rigenerarsi e prepararsi adeguatamente alle nuove sfide che l’attendono. Ma paga anche lo scotto delle sue dimensioni territoriali. Il futuro la obbligherà ad una riflessione ampia e a un ripensamento in ambito metropolitano. Una città da trasformare dove nuove centralità diffuse devono essere al centro dello sviluppo futuro, unico modo per dare ai propri cittadini una migliore qualità della vita. Milano non dev’essere solo per molti un hub di transito", ha affermato Vincenzo Albanese, vicepresidente di Confcommercio Milano. 

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Verso la Milano a 15 minuti?

Il cambio di “ritmo” della vita quotidiana, con il maggiore desiderio di avere tutto a portata di mano - vicino a casa, nel quartiere in cui si vive – accresce, a Milano, l’attenzione e l’esperienza di chi vi abita. È soddisfatto dei collegamenti con i mezzi di trasporto pubblico l’88% degli intervistati, degli spazi verdi l’83%, della relativa sicurezza (per l’81%). Percentuali più basse di approvazione, invece, rispetto alla presenza delle piste ciclabili (68%), alla silenziosità e al livello di traffico (63%), ai parcheggi (60%) e alla qualità dell’aria (59%) nell’ambito del proprio quartiere. E in prospettiva, per il 53% del campione tutto questo non pò che migliorare nei prossimi 3-5 anni. "La Milano a 15 minuti che abbiamo impostato come obiettivo di mandato, non è solo un'idea ma una realtà che di fatto già esiste nelle abitudini di cittadine e cittadini milanesi. Ecco allora che assumono un valore significativo bandi come Crowdfunding civico o Mi-15, la recente modifica del Pgt per aumentare il commercio di vicinato, così come tutte le novità che abbiamo introdotto in materia di lavoro agile e nearworking. Misure che hanno il preciso obiettivo di rendere Milano sempre più una città policentrica, un insieme di quartieri in cui la distinzione tra centro e periferia smette di esistere", ha commentato l'assessore allo Sviluppo economico Alessia Cappello.