Lo Spaghetto Eataly alla Radice chiude il cerchio entrando nei menu dei ristoranti del network risto-grocery a partire dal 25 ottobre (World Pasta Day). Si tratta dell'ulteriore step del progetto di filiera promosso dal brand con il coordinamento scientifico di Università degli Studi di Palermo e Slow Food Italia e verificato da Rina, gruppo multinazionale di certificazione attivo in più di settanta paesi. L’obiettivo è quello di promuovere e valorizzare in modo strutturato e trasparente le caratteristiche di qualità, tracciabilità e identità che contraddistinguono una selezione di formati di pasta di semola di grano duro firmati Eataly (spaghetti, linguine, rigatoni e paccheri).
Nei ristoranti Eataly, tre varianti di Spaghetto alla Radice.
Lo spaghetto che si può degustare nei ristornti dell'insegna è disponibile in tre versioni: al pomodoro, al pomodoro con burrata e giallo Cracco. Ogni menu nei locali dedicati alla somministrazione reca un QR Code che rimanda ad una pagina contenente l’etichetta narrante realizzata da Slow Food Italia per la pasta Eataly alla Radice. Qui si possono trovare informazioni sulle pratiche agronomiche e sull’identità culturale del prodotto attraverso una comunicazione attiva, capace di raccontare in modo accessibile e tracciabile il processo produttivo della pasta e il suo valore. Stesso QR Code si trova anche sul packaging della pasta Eataly alla Radice presenti a scaffale (dal 15 ottobre) con i primi quattro formati.
Il progetto agroecologico di Eataly alla Radice.
Il cuore del progetto è lo sviluppo di un disciplinare tecnico di filiera destinato a valorizzare in modo strutturato e trasparente gli elementi distintivi che caratterizzano i prodotti coinvolti. Il disciplinare adotta un approccio incrementale ed evolutivo, con l’obiettivo di guidare le aziende in un percorso progressivo di miglioramento continuo. Eataly alla Radice è quindi un progetto che inaugura una prospettiva produttiva ispirata ai principi dell’agroecologia, un insieme di pratiche, politiche e sistemi agricoli che hanno l’obiettivo di migliorare la resilienza climatica, la salute del suolo e dell’acqua, la biodiversità, e i servizi ecosistemici, attraverso la diversificazione delle colture, la conservazione del territorio e l’adozione di sistemi integrati quali agroforestazione o rotazioni. Questo approccio si sostanzia in quattro aree d’impatto: terra, clima, acqua, identità.
Andrea Cipolloni (Eataly): "Progetto pensato per estendersi ad altre filiere".
“Siamo orgogliosi di presentare Eataly alla Radice con la prima filiera dedicata alla nostra pasta, simbolo della nostra cultura gastronomica - ha commentato Andrea Cipolloni, ceo Eataly Group - Questo progetto rappresenta un passo importante nel nostro impegno per costruire un modello di filiera tracciata e trasparente, a beneficio dei nostri clienti e dei produttori con i quali collaboriamo. L’auspicio è che questo percorso possa presto estendersi anche ad altre filiere della linea Eataly Icons, rafforzando il legame tra eccellenza italiana, responsabilità e innovazione". A certificare questo approccio è stato Rina che in prima battuta ha validato i contenuti del disciplinare e successivamente ha valutaro che tali requisiti fossero effettivamente applicati in ogni fase della filiera. Si parte dalla produzione primaria in campo fino alle fasi di trasformazione, confezionamento ed etichettatura. La filiera coinvolta comprende le aziende agricole coltivatrici di grano duro, il mulino per la trasformazione in semola e il pastificio per la produzione del prodotto finito.
I protagonisti della filiera Eataly alla Radice.
Ma da dove viene la pasta Eataly alla Radice? I produttori di grano duro sono Fondazione Siniscalco Ceci Emmaus e ATS Agri, realtà agricole delle campagne foggiane impegnate in progetti sociali, nella riduzione dei consumi energetici e delle emissioni e nella valorizzazione delle filiere locali che rafforzano il legame tra agricoltura e territorio. Il mulino è Molino De Vita, impianto di molitura a conduzione familiare sulle colline dei Monti Dauni sovrastanti l'area pianeggiante della provincia di Foggia, iscritto al Registro delle eccellenze italiane come azienda ambasciatrice del Made in Italy perché coniuga tradizione e innovazione nella produzione di semole di grano duro. E infine ecco il Premiato Pastificio Afeltra, realtà storica a Gragnano dal 1848. Si tratta di una eccellenza della nostra cultura gastronomica che si traduce in qualità e rispetto per le materie prime. Situato ai piedi dei Monti Lattari e della Valle dei Mulini, il pastificio attinge dal territorio un valore inestimabile: un microclima perfetto, sorgenti d’acqua pura e un sapere tramandato nei secoli. La trafilatura al bronzo e la lenta essiccazione a bassa temperatura preservano il sapore ricco e genuino del grano.