Il commercio al dettaglio, ristorazione compresa, rimane un comparto resiliente tanto che gli associati Confimprese annunciano 5.580 nuovi store per il 2025. Un dato in linea con quello dello scorso anno che premia, in particolar modo, il retail organizzato rispetto al commercio tradizionale grazie a una maggiore forza del marchio e all'apertura verso formule di vendita sempre più profilate e in linea con le esigenze del consumatore. A livello occupazionale, le aperture previste nell'anno in corso si tradurranno in oltre 33mila nuove assunzioni.
Ristorazione dimanica (se organizzata), me le insegne rivedono i piani di sviluppo.
Dall’analisi semestrale sulle stime di aperture di nuovi punti vendita in Italia realizzata dall'associazione in collaborazione con Global Strategy, tra i settori più attivi c'è senza dubbio la ristorazione che, con 1.278 punti vendita attesi, si piazza al terzo posto subito dopo il binomio abbigliamento-accessori (2.282 negozi) e altro retail che, dopo una lunga flessione, sta recuperando (2.020 locali). Per quanto riguarda il fuoricasa, sono le catene del food retail le protagoniste. Fra le insegne che fanno parte di Confimprese vanno segnalati i piani di espansione di Penta Group (a cui fa capo La Yogurteria) con 22 aperture, Cigierre e 12oz con 15 locali in vista, Gioia Group con 13 e Rivareno con 8 gelaterie. Certo, non mancano le perplessità per un ulteriore stretta sui consumi, già registrata nell'ultimo bimestre del 2024 e nei primi mesi del 2025, che preoccupa il 45% degli operatori della ristorazione generando una certa cautela sul fronte dello sviluppo dei network e orientandosi su strategie omnicanale sofisticate per garantire un’esperienza fluida tra i canali online e offline. "Stiamo vivendo una situazione conservativa e molto grave - ha commentato Mario Resca, presidente Confimprese - Le aziende sono chiamate a rivedere i piani di sviluppo che programmano prima della fine dell’anno precedente. Fino a 10 giorni fa c’era un cauto ottimismo, oggi c’è sconcerto. Le nostre imprese hanno rivisto i programmi alla luce delle politiche di autarchia e protezionismo degli Stati Uniti".
Franchising e centri commerciali, le direttrici delle nuove aperture.
A salvare parzialmente la fotografia scattata da Confimprese è il successo del franchising, una formula distributiva di successo tra le scelte strategiche dei retailer, tanto che le aperture registrano il maggiore aumento rispetto allo scorso anno pari al +5,6%, mentre i diretti sono in crescita del +4,9%. Inoltre, 3 aziende su 4 prevedono di investire nel rinnovamento dei negozi. "Il retail organizzato ha un’anima resiliente - ha aggiunto Resca - che permette di guardare avanti e puntare sullo sviluppo delle reti distributive nonostante i consumi non siano decollati nel primo bimestre 2025 e un quadro internazionale condizionato da forte instabilità, tanto che il 50% dei retailer ritiene che le strategie di nuove aperture nazionali abbiano risentito del calo dei consumi interni iniziato nell’ultimo bimestre del 2024. I dati emersi confermano, comunque, la buona tenuta del retail organizzato rispetto al commercio tradizionale che è in sofferenza, in quanto si difende in modo più strutturato grazie alla forza del marchio, alle economie di scala e alla revisione del rapporto con il consumatore". Quanto ai canali di vendita per le nuove aperture, si registra un rinnovato interesse per i centri commerciali indicati dal 68% delle aziende, mentre il 42% prevede di aprire nelle high street e il 29% punta sui negozi di prossimità nelle città di provincia. Gli stessi canali sono interessati dal maggior numero di chiusure, ma il saldo rimane positivo. I centri commerciali catturano maggiormente l’attenzione della ristorazione, mentre altro retail conosce un’espansione più equilibrata tra i vari canali.
Meno chiusure per la ristorazione, che premia il refitting.
Se il saldo delle aperture per il 2025 è positivo, non vanno dimenticate le motivazioni alla base delle chiusure: oltre un terzo degli imprenditori dichiara che la causa principale è la diminuzione dei ricavi. In particolare, il fatturato per metro quadro inferiore alla media della rete e i maggiori costi legati alle ubicazioni sono tra i fattori determinanti. La riduzione percentuale maggiore delle chiusure pari al -3,4% si registra in abbigliamento-accessori, seguito dal -3,2% di altro retail. La ristorazione a -1,8% risente in misura minore dei fattori impattanti sopra elencati e continua a cavalcare l’onda dei consumi fuoricasa che stanno riprendendo a crescere, dopo una fine anno in flessione rispetto ai mesi precedenti a +2,1% e un inizio 2025 altrettanto piatto a -1,8%. Questi andamenti favoriscono quindi il refitting delle attività esistenti: lo attuerà oltre la metà della ristorazione. Un dato che segnala come le location in linea con i più moderni dettami dei concept store attrattivi sia alla base di una corretta gestione della rete distributiva.