Ad aprile, secondo i dati Confimprese-Jakala, i consumi nel fuoricasa crescono del +12,3% rispetto al mese precedente
Ad aprile, secondo i dati Confimprese-Jakala, i consumi nel fuoricasa crescono del +12,3% rispetto al mese precedente
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Confimprese-Jakala, ristorazione dinamica nonostante l'inflazione

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- Confimprese-Jakala Osservatorio consumi - Confimprese aperture retail

Ad aprile, secondo Confimprese-Jakala, l'inflazione spinge il ritorno alla normalità dei consumi nei settori ristosrazione, abbigliamento-accessori e non food. Rispetto allo stesso mese dello scorso anno, infatti, si registra una crescita delll'11,5% con il fuoricasa che si conferma come il settore più dinamico, mettendo a segno un +12,3%. In generale, nel progressivo anno 2023 da gennaio ad aprile, il mercato cresce del +18,9% rispetto allo stesso periodo del 2022 (in cui, peraltro, va considerato lo shock determinato dall'inizio del conflitto in Ucraina). 

 

Osservatorio Confimprese-Jakala: ristorazione a +17,9% da inizio anno.

Dati positivi, quindi, ma che necessitano di essere ricalibrati all'interno del giusto contesto macroeconomico: da un lato, la crescita del Pil italiano (+0,5% a fine marzo 2023 rispetto al trimestre precedente e +1,8% rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno); dall'altro, il peso dell'inflazione (che ad aprile fa segnare un +0,4% su base mensile e un incremento dell'8,2% su base annua). Risultato? Nell'Osservatorio Confimprese-Jakala la ristorazione si conferma il settore più attrattivo per i consumi degli italiani nonostante sia anche quello che sconta il maggiore impatto inflazionistico sui prezzi di vendita a loro volta "gonfiati" dall’inflazione per i beni energetici del +16,7%, per i prodotti alimentari al +12,1% e quella dei servizi ricettivi e di ristorazione al +8,4%. In generale, il totale anno mostra una crescita dei consumi fuori casa del 17,9%. Per quanto riguarda i canali di vendita, si registra un miglioramento in linea con gli andamenti del mercato sopra descritti. A livello geografico, le aree meglio performanti sono il Centro +14,7% e il Nord-Est +13,1%. Nelle regioni la migliore è il Veneto +15,9%, la peggiore la Campania +5,6%. Nelle città di provincia Ferrara al primo posto +21,1%, Cremona fanalino di coda +1,78%. 

I consumatori cambiano strategie di acquisti di fronte all'aumento dei prezzi.

"I dati a valore sono positivi sul 2022. Sostanzialmente recuperati i livelli pre-pandemia con l’unica eccezione del settore abbigliamento-accessori. Occorre, tuttavia, considerare che l’impatto dell’inflazione sul potere di spesa dei consumatori, abbinato allo stallo dei salari, si sta traducendo in una riduzione dei volumi di acquisto legata a un orientamento verso la scelta di fasce prezzo più economiche e a offerte promozionali. Fenomeni che riteniamo vadano ad accentuarsi nei prossimi mesi e che modificheranno gli scenari competitivi e le politiche delle imprese", ha analizzato Mario Maiocchi, direttore Centro studi Confimprese. Insomma, il mercato dei consumi tiene ma i clienti stanno modificando i proprio comportamenti di acquisto. "Il progressivo annuo a fine aprile 2023 si chiude con un recupero significativo del mercato, che riduce il divario rispetto ai valori pre-pandemici: -1,4% di fatturato rispetto al periodo gennaio-aprile 2019. Il confronto con il 2022 è incoraggiante con un aumento del 19% rispetto al periodo gennaio-aprile 2022. Nonostante ciò, l’inflazione ha generato l’aumento dei prezzi a cui consegue l’aumento dello scontrino medio pari a +6% rispetto al 2019. Le transazioni risultano ancora al di sotto del dato medio, -7% rispetto al 2019, i flussi di clienti nei negozi fisici mostrano un gap dell’8% rispetto ai livelli pre-pandemici. I consumatori stanno spendendo di più ma effettuano meno transazioni. Sarà essenziale per le aziende monitorare attentamente queste tendenze nei prossimi mesi, per adattarsi di conseguenza", ha aggiunto Alessandro Olivari, senior partner Jakala. 

Il retail guarda all'estero: nel 2023 attese 2.400 nuove aperture.

Non sorprende, quindi, che in tale contesto i brand cerchino di trovare nuovi sbocchi. Soprattutto all'estero. Secondo un recente studio di Confimprese in collaborazione con Global Strategy, l'internazionalizzazione delle aziende italiane nel corso dell'anno vedrà, fra gli associati, l'apertura di circa 2.400 nuovi punti vendita fuori dall'Italia (sebbene il contesto socio-economico complesso sia un fattore di complessità per l'81% del campione). Di questi, 1.390 circa saranno diretti, 750 in franchising. Il tutto a fronte di 260 store in chiusura (principalmente per questioni di razionalizzazione del network piuttosto che di eccessiva onerosità degli affitti). Ancora marginale ma in crescita la formula del master franchising, in particolare modo per quanto riguarda i settori di abbigliamento-accessori e ristorazione. "Le stime per il 2023 fotografano un’Italia che cresce e che punta all’estero come mercato di sbocco per conquistare quote di mercato in Europa e nel resto del mondo, dove permane l’interesse per i prodotti iconici del Made in Italy. Apprezziamo che i prestiti Sace siano stati prolungati fino a dicembre 2023 per permettere alle imprese di ottenere liquidità in tempi brevi garantendo continuità alla loro operatività. È importante l’azione di supporto del nostro sistema Paese per rispondere all’urgenza del momento e rafforzare il posizionamento strategico del Made in Italy sui mercati di domani", ha commentato Mario Resca, presidente Confimprese. 

L'Europa torna centrale nello sviluppo estero dei brand italiani.

Per quanto riguarda le destinazioni di atterraggio dei brand italiani, rispetto alle rilevazioni degli anni precedenti, l’Europa torna al centro delle strategie di sviluppo internazionale, conseguenza diretta della pandemia che ha costretto le aziende a rivedere i proprio piani di crescita sui mercati esteri. Non sorprende, dunque, che la Francia sia la meta prescelta dalla 50% delle aziende, seguita dal 42% di retailer che indicano altri paesi Ue come Grecia, Spagna, Polonia e Balcani. Al di fuori dei confini europei il 33% delle aperture è previsto nei Paesi Arabi e il 17% in Cina. I canali di sviluppo prioritari per le aperture indicati da 3 aziende su 4, prevalentemente di abbigliamento-accessori e altro retail sono centri commerciali, outlet, retail park. Approccio più trasversale, invece, da parte della ristorazione che prevede aperture anche nelle aree cittadine, e nel travel, stazioni, duty free, aeroporti.