A luglio, secondo i dati Confimprese, i consumi nel fuoricasa sono aumentati del 7,8% (più dell'inflazione)
A luglio, secondo i dati Confimprese, i consumi nel fuoricasa sono aumentati del 7,8% (più dell'inflazione)
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Confimprese, ristorazione: i consumi crescono più dell'inflazione

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- Confimprese-Jakala Osservatorio consumi - Confimprese dati consumi

I consumi salgono, ma non coprono la corsa dell'inflazione. Secondo i dati dell'Osservatorio Confimprese-Jakala, la ristorazione rimane il driver principale. A luglio, il comparto del fuoricasa ha registrato un +7,8% rispetto allo stesso mese del 2022 e un +6% su luglio 2019; una crescita che segna, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il recupero e il consolidamente del comparto dopo il rimbalzo positivo post-Covid. 

Confimprese-Jakala: a luglio consumi a +2,4% ma inflazione a +5,9%.

In generale, l'analisi dell'associazione di imprese fotografa un mercato dei consumi messo in difficoltà dall'aumento dei prezzi. Da un lato, infatti, c'è una crescita a luglio del +2,4% rispetto allo stesso mese del 2023, ma dall'altro l'effetto inflattivo segna un +5,9%. Insomma, margini che si assottigliano e che diventano drammatici se confrontati con il periodo pre-pandemico: -4,4% di consumi a fronte di una dinamica inflazionistica del +16,6% nel quadriennio 2019-23. 

I consumi premiano la ristorazione anche nel confronto con il 2019.

Detto della ristorazione, a deludere è il comparto abbigliamento-accessori che, con un trend allineato all’anno precedente pari +0,1%, non riesce a compiere il giro di boa nemmeno con il sostegno dei saldi. Complici il meteo e il ridotto potere d’acquisto degli italiani, le vendite sono state a macchia di leopardo e molto altalenanti attestandosi, tra luglio e agosto, intorno al +5%; ben lontana dai livelli del 2019, tanto che il 30% dei retailer si è dichiarato insoddisfatto. La categoria altro retail, infine, non registra alcuna crescita con però differenti dinamiche nei vari comparti di merceologie e servizi. Allargando lo sguarda al progressivo annuale (gennaio-luglio 2023 rispetto agli stessi sette mesi del 2022, peraltro segnati all'inizio dalla diffusione della variante Omicron), è ancora una volta la ristorazione a farla da padrona: +13,8% (che diventa +2,5% sullo stesso progressivo 2019). 

Travel in crescita a doppia cifra, nonostante l'estate senza sold out.

A livello di canali di vendita, centri commerciali, outlet e high street registano andamenti simili al totale mercato. "In termini di fatturato, centri commerciali e vie dello shopping mantengono risultati positivi rispetto al 2022, rispettivamente +10,6% e +9,4%, ma non riescono ad assottigliare il divario con il periodo pre-pandemico: -1,3% per i centri commerciali e -6,8% per le vie dello shopping rispetto al 2019", ha specificato Alessandro Olivari, senior partner Jakala. Sorprende il travel, che sega un incremento superiore al +20%. Nonostante non siano state rispettate le attese della vigilia e in attesa dei dati Confimprese-Jakala sul mese di agosto, il periodo vacanziero estivo ha comunque dato segnali di dinamismo, soprattutto per quanto riguarda i consumi dei turisti stranieri. Quest'ultimi, a differenza degli italiani, non hanno fatto mancare il proprio contributo confermando l'attrattività del nostro Paese che, tuttavia, si appresta ora a fare i conti con un mercato interno depresso. Non sorprende, dunque, che a livello geografico sia la Sardegna la regione con la migliore performance in termini di consumi (+9,3%) mentre il Nord-Est fa registrare la migliore variazione tendenziale (+6,2%). Un segnale che la combo servizi-turismo rimane essenziale per incamerare la scarsa propensione di spesa diffusa. 

Mario Maiocchi (Confimprese): "Comincia ad affiorare l'affaticamento del mercato".

"Dopo un inizio anno permeato da un cauto ottimismo, nel mese di luglio - commenta Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese - cominciano ad affiorare segnali di affaticamento dei mercati. Non è bastato il bel tempo a dare energia ai consumi che, al netto dell’effetto inflattivo, mostrano il segno meno sia verso il periodo pre-Covid sia, soprattutto, verso l’anno precedente. Segnali questi che devono alzare il livello di attenzione per i mesi a venire, fondamentali per definire il quadro economico di riferimento". Anche perché, nel frattempo, i prezzi al consumo sui beni ad alta frequenza non accennano a diminuire e rimangono vicini alla doppia cifra anche nel mese di agosto.