La febbre inflazionistica sembra rallentare. Almeno in linea generale, come da previsioni Istat sul mese di agosto, e nella ristorazione, come riporta Fipe. Diverso, invece, il discorso al supermercato dove il carello della spesa scende sì sotto la soglia delle due cifre alla fine del periodo vacanziero, ma rimanere quasi doppio rispetto al dato generale: 9,6% (in diminuzione dal 10,2% di luglio) contro il 5,5% dell'inflazione di fondo.
Una mezza buona notizia per i consumatori, dunque. Come riportato su Distribuzione Moderna (del gruppo editoriale Edizioni DM di cui fa parte anche Ristorazione Moderna), il calo della tensione dei prezzi si deve prevalentemente al rallentamento dell’energia e degli alimentari non lavorati. Tuttavia il rientro dall’inflazione nell’Eurozona ha subìto un’inattesa battuta d’arresto: la stima flash di agosto elaborata dall'Istat indica un dato tendenziale del +5,3%, identico a luglio. Si è già toccato il punto più basso? I segnali sono per ora discordanti: in Germania l’indice di agosto segna +6,1% (da +6,2% di luglio), in Francia +4,8% in risalita rispetto al +4,3% e in Spagna +2,6% da +2,3%. Certo che gli aumenti del gas (+30%) in agosto alla Borsa di Amsterdam non agevoleranno la discesa dell'inflazione.
Cosa succede, invece, nella ristorazione? A rispondere è l'Ufficio Studi Fipe. A fronte di un recupero del fatturato del settore (+13,8% nel secondo trimestre 2023 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in attesa di quanto succederà in autunno), l’aumento dei prezzi della ristorazione ad agosto rispetto a un anno fa è del 5,9%. Quindi in linea con le anticipazioni Istat. Guardando, invece, ai dati aggregati di luglio, l'aumento dei prezzi del fuoricasa rallenta dal 6,4% di giugno al 6%. La dinamica dell’inflazione, ancora fortemente influenzata dall’evoluzione dei prezzi dei beni energetici, riflette anche il rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei prodotti alimentari lavorati. Si mantengono vivaci i prezzi dei servizi di alloggio che registrano una variazione tendenziale del +15,8%. Andando nello specifico, per quanto riguarda i bar, il profilo inflazionistico (+4,7%) decelera lievemente rispetto a quanto rilevato a giugno. Gli incrementi sopra la media del comparto riguardano ancora i prodotti di pasticceria e gelateria (+5,9%) e gli snack al bar (5,4%). Al ristorante e in pizzeria la variazione di attesta a +5,3% per i ristoranti e +6,2% per le pizzerie. I prezzi della gastronomia registrano +5,6% e il delivery +10,1% rispetto a luglio 2022.