Nonostante l'inflazione, Bain&Co. segnala che gli italiani non rinunciano al fuoricasa
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Ristorazione, segnali positivi per Bain&Co: attesa crescita del 5-10% nel 2023

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Il settore Horeca, dopo un 2022 in crescita, non teme il rallentamento dell'economia nel 2023. A dirlo è l'analisi Bain&Co Italia sui dati del fuoricasa Fipe. Seppure ancora in ritardo rispetto al 2019 (-4%), il settore della ristorazione sta dimostrando ancora una volta la sua resilienza dal momento che "i consumatori preferiscono risparmiare su altri beni e servizi anziché rinunciare a socialità e convivialità", ha spiegato Sergio Iardella, senior partner di Bain&Co. Risultato? Una crescita attesa, per l'anno in corso, fra il 5 e il 10% del fuoricasa.

Inflazione, gli effetti sul 2023 della ristorazione secondo Bain&Co.

L'analisi delle evidenze emerse nel Rapporto Annuale Ristorazione, curato dalla Federazione italiana pubblici esercizi (e presentato lo scorso 4 aprile), realizzata dalla società di consulenza permette di tracciare alcuni trend che caratterizzeranno l'andamento del comparto da qui a fine anno. "Ci aspettiamo che l’inflazione che sta caratterizzando la prima metà del 2023, ci accompagni anche per il resto dell’anno, generando potenzialmente alcune conseguenze: aumento dei prezzi al consumo, ampliamento del divario tra segmenti premium e value, potenziale contrazione della spesa nel fuoricasa qualora la riduzione della capacità di spesa dei consumatori comprima ulteriormente le spese discrezionali. In questo contesto, è fondamentale che i protagonisti della ristorazione adottino strategie mirate a mitigarne l’impatto”, ha aggiunto Iardella.

Fuoricasa resiliente e in crescita nel 2023: +5-10%.

Non a caso, per più dell’80% degli operatori Horeca intervistati, sia l'industria dei beni di largo consumo che gli esercenti sembrano aver sofferto sensibilmente l'aumento dei costi che hanno potuto solo parzialmente mitigare trasferendolo ai consumatori finali tramite un incremento dei prezzi. "Guardando al resto dell’anno, gli operatori dell’industria non prevedono, ad oggi, una contrazione dei consumi significativa nel canale a fronte della pressione inflattiva. Lo scenario del 2023 rimane cautamente positivo, con la maggioranza degli intervistati che prospetta una crescita del segmento nell’ordine del +5-10% rispetto al 2022”, ha specificato Aaron Gennara Zatelli, partner di Bain&Co. La tenuta del settore nel 2023 sarà guidata da diversi fattori: innanzitutto, la stabilità della domanda dei consumatori italiani. Poi, la premiumizzazione sostenuta dalla maggiore attenzione da parte dei consumatori verso la qualità degli ingredienti, la ricerca di unicità e la sostenibilità dei prodotti offerti. Inoltre, contribuiscono alle previsioni positive la ripresa del turismo internazionale e la tenuta dei sottocanali con offerte più accessibili e dei canali premium.

Il volano del turismo per la ristorazione italiana.

A proposito di turismo, vista l'imminente partenza del picco vacanziero agostano, l'Italia gode di un appeal globale che le ha permesso di recuperare dalle secche del Covid. Nel 2022, il gap erano ancora del -10% sulle presenze turistiche rispetto al 2019. Ma quest'anno, grazie anche alla fine dei lockdown in Cina e alla preferenza degli italiani per le vacanze domestiche, ci si attende il pareggio. Questo porterà con sé un impatto positivo sul fuoricasa con gli stranieri in arrivo che spingono i volumi e i valori di spesa (al netto dell'inflazione), soprattutto quelli generati da esperienze premium. 

Gli smart worker preferiscono aperitivi e cene.

Di ritorno dalle vacanze, invece, il tema dello smart working tornerà centrale. Il fenomeno ha inciso negativamente sul fuoricasa (in particolare per quelle attività legate allla colazione a alla pausa pranzo). Con la normalizzazione del modello di lavoro ibrido si consolidano però nuove abitudini: più spazio alle uscite serali, fra aperitivi e cene, alla ricerca di convivialità, socialità e gratificazione personale. Da segnalare, in questo senso, l'evoluzione della tendenza di consumare bevande alcoliche in club, bar o ristoranti che, tra il 2021 e il 2022, ha visto un aumento notevole, passando da un 15% a un 25%, con picchi del 40% in Italia. 

Food delivery, plateau raggiunto e clienti fidelizzati. 

Esperienze che, nei weekend, lasceranno più spazio al delivery e al take away, segnaldo un connubio sempre più forte fra componente di servizio e componente alimentare. Negli ultimi tre anni si è verificato un notevole sviluppo di piattaforme con servizi di consegna a domicilio, con una crescita a valore significativa da 1,5 miliardi di euro a 4 miliardi di euro tra il 2019 e il 2021. Con la ripresa delle abitudini di consumo fuori casa questa scalata sta rallentando. Tuttavia, nonostante questa normalizzazione, nel 2022, quasi 4 consumatori italiani su 10 hanno usufruito dei servizi di consegna a domicilio. Per quanto riguarda il segmento specifico del food delivery, il mercato italiano è presidiato da 4 grandi player che presidiano circa il 95% del mercato totale: le barriere all'ingresso per eventuali nuovi player sono quindi considerevoli.

Sostenibilità parola chiave secondo Bain&Co.

In tutto ciò gioca un ruolo centrale il concetto di sostenibilità: fattore abilitante per competere nell’arena dei prodotti di largo consumo. La crescente attenzione dei consumatori verso le tematiche di sostenibilità ha spinto l'industria ad adottare pratiche più sostenibili nei processi produttivi e nei prodotti stessi. Gli esercenti considerano quindi la sostenibilità nella loro offerta, utilizzando ingredienti a basso impatto ambientale o adottando pratiche socialmente responsabili. Tuttavia, si evidenzia ancora una discrepanza tra le intenzioni d’acquisto dei consumatori (prodotti sostenibili) e ciò che viene effettivamente comprato (prodotti meno sostenibili a prezzi più convenienti).

Bain&Co: "Food retail in espansione, ma gli esercizi indipendenti rimangono centrali".

"Consolidamento e digitalizzazione sono altri temi da anni fortemente ricorrenti nel settore, ma che sinora non hanno ancora trovato realizzazione né prevediamo possano trovarla nel breve periodo secondo la maggior parte degli operatori intervistati. Per quanto riguarda il primo tema, nonostante le complessità del contesto macro-economico finora non abbiamo osservato, nel settore, un tasso di chiusure particolarmente elevato né tra i punti vendita né tra i distributori del canale Horeca. La filiera si è dimostrata resiliente, grazie alla caratteristica dei family business che la contraddistingue. Gli esperti concordano che nel lungo periodo vi sarà la tendenza all’aumento di piccole, con qualche decina di punti vendita, e grandi catene, ma nel breve periodo non si prevedono cambiamenti sostanziali, poiché gli esercizi indipendenti rimangono saldamente parte integrante del tessuto del fuori casa, risultando particolarmente elastici nell’adattamento", ha commentato Gennara. "Per far fronte all’attesa turbolenza nel settore del fuoricasa e affrontare il potenziale riassetto competitivo che interesserà questo mondo, i principali attori dell’industria devono lavorare su tre aree fondamentali: offrire un’esperienza di consumo ben definita, adottare una gestione più consapevole del conto economico del locale e accogliere la sostenibilità come pre-requisito per competere”, ha sintetizzato Iardella.