Alberto Langella, ceo di La Yogurteria
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Alberto Langella: "La Yogurteria, spazio a bubble tea e crowdfunding"

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- La Yogurteria Alberto Langella - La Yogurteria franchising - La Yogurteria bubble tea

Dopo un primo semestre 2023 che ha doppiato lo stesso periodo del 2022, La Yogurteria ha deciso di aprirsi al crowdfunding: obiettivo, 250mila euro. Liquidità che l’insegna ideata da Alberto Langella punta a investire sul nuovo flagship, nel miglioramento dell’Ebitda di Penta Srl e ricerca e sviluppo sul core business che rimane la vendita veloce di “yogurt al gusto di gelato”, nel caso specifico delle latterie di Vipiteno. “Offerta a cui si è poi affiancata anche quella legata al bubble tea e ai prodotti caldi come crepes e waffle”, racconta il fondatore intervistato da Ristorazione Moderna a pochi giorni dall’inizio della raccolta fondi che terminerà il 20 settembre su Back To Work.

Intervista ad Alberto Langella (La Yogurteria).

Arrivate da un periodo di rapida crescita: 16 punti vendita nei primi sei mesi dell’anno, 71 in totale. Dove può arrivare La Yogurteria?

Ci proiettiamo al raddoppio del fatturato entro fine anno grazie a un totale di 30 aperture. Le richieste d’altronde non mancano, anche 15-18 al giorno. Per questo stiamo portando avanti un meticoloso lavoro di selezione. Nell’ultimo periodo, per esempio, è cresciuto il profilo di imprenditore franchising multibrand piuttosto che il singolo privato.

Per crescere puntate anche sunuove forme di finanziamento. nuove forme di finanziamento. Il crowdfunding è ormai sdoganato?

Non c’è ancora una cultura spiccata ma qualcosa si sta muovendo. Soprattutto nel mondo della ristorazione e del franchising. L’aspetto finanziario è la priorità per la buona riuscita di un progetto di affiliazione. Per questo grazie a Business Network siamo riusciti a chiudere un accordo con Bnp Paribas per sostenere i nostri affiliati, soprattutto in fase di start-up. Un bel biglietto da visita soprattutto agli occhi degli investitori e master franchisor esteri che guardano con interesse alle novità del mercato del dolce italiano.

la yogurteria 1

Come e quando nasce un format tanto richiesto?

È un’avventura nata quasi per scherzo nel 2002 a Pagani (SA) dopo una serata tra amici. Una cosa tira l’altra e abbiamo avviato il nostro primo locale come franchisee. Arrivammo presto a 4 punto vendita. Poi la scelta di proseguire in proprio dal 2007, non senza qualche errore lungo il percorso. Nel 205-16, perdo un socio ma rilanciamo il brand rilanciamo il brand La Yogurteria subito dopo arrivando a chiudere il 2019 con 3 milioni di fatturato. Nonostante i recenti numeri, quindi, possiamo dire di essere cresciuti lentamente. possiamo dire di essere cresciuti lentamente. Questo ci ha permesso di instaurare rapporti di lunga durata, come i 13 anni di collaborazione con Latterie Vipiteno.

Come si sviluppa il rapporto di La Yogurteria con i franchisee?

La prima richiesta molto spesso avviene al telefono. Qui il marketing guida l’interessato lungo i processi di verifica finanziaria e della location. Segue una fase tecnica, con il supporto di due architetti di interni, per l’impiantistica e l’arredo. Nel frattempo, il neo-affiliato partecipa a un periodo di formazione per step: una settimana presso un nostro punto vendita diretto per prendere le misure con il lavoro al locale; successivamente un periodo in azienda su temi come marketing, social, fotografia e promozione; infine, per una settimana vengono affiancati dall’area manager. L’investimento minimo richiesto è 57mila euro chiavi in mano e dal 2021 proponiamo anche l’abbinata con il banco bubble tea. Oltre al supporto di una logistica interna e un eCommerce B2B avanzato per gli ordini.

la yogurteria 2

Il mondo della gelateria e delle bevande fresche ha saputo intercettare il bisogno degli italiani di uscire e riprendere l’abitudine alla socialità ma ora deve fare i conti con inflazione e aumento delle materie prime. Che bilancio del comparto?

Novità importanti non ne vedo. Il mondo del dolce sconta pesanti rincari. Bilanciare il food cost è una sfida costante. D’altro canto, per un prodotto come il gelato i prezzi più di tanto non si possono alzare; rimane uno sfizio dolce associato a un esperienza piacevole di relax. Da noi lo scontrino medio ormai si aggira sui 6 euro grazie all’abbinata con le bevande.

Il caldo di questi giorni aiuto o no le vendite?

Paradossalmente il troppo caldo di questi giorni di luglio ha coinciso con una flessione fisiologica delle vendite. A 40° non si va in corso a farsi la passeggiata con il gelato pomeridiano. In ogni caso, ottime performance arrivano dai centri commerciali ottime performance arrivano dai centri commerciali e dai centri urbani delle località turistiche. Il delivery, invece, per noi non rappresenta un modello valido, innanzitutto per le caratteristiche della referenza.

di Nicola Grolla