Cashless society e ristorazione: i player del fuoricasa chiedono affidabilità, velocità e facilità di installazione
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Cassa, Pos, buoni pasto: i pagamenti diventano integrati

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La cashless society, la moltiplicazione dei canali di vendita e degli strumenti di pagamento digitale rendono necessario un approccio omnicanale da parte del ristoratore. Da qui l’esigenza di dotarsi di strumentazioni integrate che trasformano il punto cassa, abilitano il self payment e traducono i dati di pagamento in importanti informazioni per monitorare l’andamento del business. Senza dimenticare il cliente e le sue esigenze: da chi ormai si è abituato a usare i kiosk a chi è diventato campione di food delivery, passando per i cari e (non più) vecchi buoni pasto. 

SumUp fra Tap-to-pay e integrazione all in one

Presente in 36 mercati a livello globale in 4 continenti e con oltre 4 milioni di esercenti che utilizzano le sue soluzioni di pagamento, SumUp è riuscito a farsi largo nel panorama fintech al fianco degli small merchant e crescendo con loro (fino al miliardo di transazioni registrate su base annua a inizio dicembre). Lo testimonia l’Ebitda che, già nell’ultimo trimestre del 2022 e per tutto il 2023 è stato positivo e ha favorito una raccolta finanziaria di 1,5 miliardi di euro guidata da Goldman Sachs (la più grande operazione di private credit in Europa) con cui l’azienda punta a ripagare il debito e cogliere nuove opportunità. A partire dall’Italia, "tra i Top 4 Paesi europei per SumUp", afferma Gianluca Cotroneo, business development lead. Quattro i prodotti di punta di SumUp. Il primo è Cassa Lite, un prodotto pensato per i piccoli commercianti, un tablet proprietario di SumUp con a bordo l’app dedicata che permette al merchant di accettare il pagamento con carta e non solo e utilizzare un’interfaccia personalizzabile e intuitiva. Poi c’è il conto aziendale, un conto smart che prevede riduzione delle commissioni, incassi del transato entro 24 ore, bonifici gratuiti e una card per i prelievi allo sportello. La terza soluzione è l’attivazione del Tap-to-pay su iPhone che permette al commerciante di accettare il pagamento direttamente tramite smartphone. Infine, Solo Lite: un Pos entry level che vuole rendere lo strumento il più facile possibile, un card reader che si collega allo smartphone per funzionare. "Le richieste dei professionisti sono per prodotti che assicurino velocità e costanza di connettività, la facilità di installazione, il tempo di accredito del transato. Ma ancora oggi c’è chi si sorprende dell’assenza di costi fissi", spiega Cotroneo. Un riflesso condizionato che racconta della varietà di merchant raggiunti da SumUp. Nel tempo, la fintech ha saputo differenziare i suoi canali di acquisizione clienti. "Inizialmente siamo nati come eCommerce che negli anni si è evoluto fino a un approccio customizzato per Paese di riferimento. A questo si aggiunge anche il marketplace Amazon. Poi c’è la distribuzione retail, in cui siamo stati fra i primi a credere. Infine, il porta a porta con un team dedicato e il segmento B2B", racconta Cotroneo. I prossimi passi? "Tap-to-pay e integrazione dei nostri servizi in una soluzione all in one sono le priorità".

-> Prosegui per i protagonisti del mercato italiano: Dojo.


Dojo porta in Italia il Pos per l’experience economy. 

Dalla Gran Bretagna all’Italia, Dojo ha fatto il suo debutto nel nostro Paese debutto nel nostro Paese a ottobre 2024 e, in pochi mesi, ha saputo farsi riconoscere grazie a una suite completa di strumenti di pagamento digitali e in presenza all’interno dell’experience economy. "Stiamo cercando di ricalcare il successo Uk, dove siamo presenti da circa 15 anni, contiamo su una quota del 20% del mercato e abbiamo registrato un fatturato
di 350 milioni di sterline nel 2023 con circa 32 miliardi di transazioni gestite. Guardiamo alla ristorazione con interesse: già oggi in Italia la metà delle nuove acquisizioni sono in questo settore", afferma Antonio Di Berardino, general manager di Dojo Italia. Alla base dell’offerta dell'azienda ci sono un Pos e una piattaforma di pagamento nativa, cloud based che può facilmente integrarsi con diversi sistemi di cassa. Un sistema che abilita diversi servizi: "Innanzitutto, l’accredito del transato al lordo, il giorno dopo l’incasso, su qualsiasi banca. Successivamente, la possibilità di effettuare il pagamento al tavolo in mobilità grazie a un Pos con connettività 4G permettendo all’utente finale di utilizzare la funzione di split payment, sia alla romana che in maniera personalizzata. Infine, diamo la possibilità di modificare la banking windows permettendo, in particolare alle attività
con attività notturna, di riconciliare sul giorno precedente le transazioni che hanno sforato la mezzanotte.Il tutto garantendo una comunicazione efficiente dei dati al commercialista", spiega Di Berardino. In generale, però, sono tre le richieste principali dei professionisti: "Affidabilità della connettività, velocità della transazione anche nei momenti di picco e facilità di installazione", sintetizza il general manager che riconosce come in Italia si sia ormai diffuso un approccio che premia "il valore aggiunto delle soluzioni di pagamento piuttosto che il valore della transizione singola". Da sottolineare, infine, l’attenzione alla customer care, sia in fase di vendita (con approccio face-to-face) sia in quella di post-vendita (con un servizio assistenza che risponde in 16 secondi, dall’Italia e risolve il 90% delle problematiche alla prima chiamata).

-> Prosegui per i protagonisti del mercato italiano: Satispay.


Satispay evolve, dai pagamenti ai buoni pasto. 

L’unicorno italiano dei pagamenti, capace di chiudere nel terzo quarto del 2024 un round di finanziamento da 60 milioni di euro, sostenuta dai tre principali investitori Addition, Greyhound e Lightrock, ha dato avvio a un nuovo capitolo della sua storia. Dopo essersi affermata nei pagamenti mobile, infatti, Satispay ha deciso di aprirsi al mercato dei welfare benefit (raggiungendo in poco tempo 17mila aziende clienti e 62mila utilizzatori) e di preparare il lancio, previsto per il prossimo anno, di nuovi servizi di investimento rivolti agli utenti. Un’evoluzione, insomma, che coinvolge un 30% di clienti attivi nella ristorazione. I buoni pasto e i fringe benefit hanno integrato le funzioni dell’app nata nel cuneese nel 2013. Per i commercianti, "il pagamento tramite buoni pasto o fringe avviene esattamente come per qualsiasi altra transazione Satispay, senza necessità di formazione aggiuntiva, allo stesso modo per gli utenti l’utilizzo risulta estremamente fluido perché hanno la possibilità di integrare i buoni con il loro wallet personale. Inoltre, il fatto di essere già un sistema di pagamento indipendente ha semplificato notevolmente l’introduzione di questi nuovi servizi", spiega Angela Maria Avino, chief business development office. L’avanzata della cashless society nel nostro Paese, quindi, sta portando i suoi frutti e testimonia "la crescente digitalizzazione dei comportamenti quotidiani e la crescente fiducia verso le soluzioni tecnologiche. Il prossimo passo significativo che Satispay compirà già nel 2025 sarà l'espansione nel settore degli investimenti direttamente attraverso l'app", afferma Avino. Satispay, infine, deve il suo successo anche alla possibilità di condividere la quota del conto fra commensali: "La funzionalità di pagamento peer-to-peer è stata fin dall'inizio uno dei principali punti di forza di Satispay. L'importo medio per transazione, che viene suddiviso tra gli utenti, è di circa 23 euro. Ogni utente effettua mediamente tre transazioni al mese. In generale, il numero medio di transazioni mensili riguarda circa 1.150.356 utenti, all'interno della nostra community di oltre 5 milioni di persone", conclude la manager.

-> Prosegui per i protagonisti del mercato italiano: Coverflex.


Coverflex, il buono pasto a zero commissione. 

Attiva in Italia a partire da inizio 2023, Coverflex ha deciso di rivoluzionare il mercato dei buoni pasto con una piattaforma dedicata alle spese in bar, supermercati e ristoranti. Il punto di forza sta nelle zero commissioni (rispetto ai picchi del 20% per transazione che si possono registrare nel nostro Paese) richieste. "I buoni pasto Coverflex sono elettronici, digitali e sostenibili. L’azienda carica i buoni sulla Coverflex Voucher Card (circuito Visa, ndr) in dotazione a ciascun dipendente, che a sua volta può aggiungerla ai wallet digitali come Apple Pay e Google Pay. Il lavoratore ha inoltre accesso all’applicazione Coverflex tramite la quale può monitorare il numero di buoni a disposizione, ricaricare in pochi secondi i crediti personali per effettuare un’unica transazione in cassa e consultare la mappa di attività convenzionate presso le quali è possibile usare Coverflex", spiega Francesca Pedroni, head of network Coverflex. Lato commerciante, l’accettazione delle soluzioni Coverflex garantisce la velocizzazione dei tempi di checkout con transazioni rapide e contctless. "Soprattutto nell’ambito del buono pasto, l’operatività in cassa tende a essere alta: abbiamo quindi introdotto la possibilità di chiudere la transazione con un solo tap della carta combinando buoni pasto e crediti personali", aggiunge Pedroni. Coverflex offre un’integrazione con il sistema di monetica e il front-end di cassa, permettendo una gestione fluida e automatizzata delle transazioni. Ogni transazione viene registrata in tempo reale, semplificando la contabilità e garantendo l’invio corretto dei corrispettivi e della stampa scontrini. "Questa integrazione è fondamentale per distinguere facilmente tra buoni pasto e moneta elettronica, riducendo errori manuali e ottimizzando i processi amministrativi. Inoltre, sulla nostra piattaforma l'esercente ha accesso a report completi che forniscono visibilità in tempo reale su flusso di cassa, incassi giornalieri, performance per punto vendita e
suddivisione degli importi per quota incassata dividendo tra buoni pasto e moneta elettronica", conclude Pedroni. Tra i brand già noti che hanno sposato il circuito Coverflex ci sono: Pescaria, To.market ,I love Poke, La Filetteria, Slow Sud, That’s Vapore e Tigros.

-> Prosegui per i protagonisti del mercato italiano: Qromo.


Qromo, approccio omnicanale a portata di smartphone. 

Dopo aver chiuso un 2023 con circa 200mila euro di fatturato, e in attesa dei conti del 2024, Qromo guarda con interesse al settore del food retail. Sebbene al momento valga solo il 2% del totale fatturato, l'azienda pinta a "rivoluzionere il food&beverage e l'Horeca offrendo una soluzione di incasso più smart e indipendente dai rivenditori esterni. Grazie alle nostre soluzioni, installabili in completa autonomia in soli dieci minuti, ogni attività può accettare pagamenti sia online che in presenza. Inoltre, Qromo è l’unica piattaforma in Italia scelta da Apple per la funzione Tap-to-pay, permettendo a qualsiasi smartphone di diventare un terminale di pagamento per ricevere incassi in modo semplice ed efficiente", spiega Francesco Basile, ceo e founder di Qromo. Un servizio che risponde, quindi, alla richiesta di soluzioni all-in-one e che garantisce al cliente professionale di poter contare su un unico interlocutore e avere pieno controllo sulla propria attività, con la possibilità di apportare modifiche in tempo reale e in totale autonomia. "Un altro aspetto cruciale su cui si concentra Qromo - aggiunge Basile -  riguarda la valorizzazione dei dati di vendita. Puntiamo a essere un partner strategico, fornendo insights precisi e suggerimenti concreti per aiutare le attività a migliorare le performance e incrementare gli incassi". Insomma, un approccio omnicanale che, partendo dall'anagradica prodotti, è in grado di offrire sia un gestionale per la vendita diretta dell'attivitià sia un catalogo per il consumatore finale. "Questo significa che il cliente può pagare in contanti o con altri metodi direttamente in cassa (oppure online attraverso i maggiori player di food delivery, ndr), e la stessa cassa comunica con la piattaforma online di Qromo. Se, ad esempio, un ordine viene effettuato tramite QR Code, viene registrato in cassa, aggiornato in magazzino e gestito in modo fluido", spiega il ceo. Il prossimo passo? Assecondare l'evoluzione del mercato che va verso il superamento del modello tradizionale basato su dispositivi fisici, come il Pos. "Con la soluzione Qromo - conclude Basile - il consumatore utilizza semplicemente il proprio smartphone per scansionare un QR Code, effettuare il pagamento e ritirare il prodotto. Si tratta di un sistema che non solo mantiene i vantaggi del cashless, ma elimina anche le complessità legate ai dispositivi hardware: niente terminali connessi alla rete o alla corrente, con tutti i problemi tecnici che possono derivarne. È un approccio decisamente più smart e orientato al futuro". 

di Nicola Grolla

L'articolo è tratto da RMM 4/2024, disponibile a questo link: https://ristorazionemoderna.it/magazine/ristorazione-moderna-magazine-4-2024.html