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Cisbù, il neapolitan fast food che conquista con burger e fritti
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Dalle esperienze da griller alla creazione del brand Cisbù, con l'idea di diventare "un fast food simil McDonald's, ma con prodotti di qualità più alta". L'idea è di Daniele Ottagono che a Sant’Arpino (CE) ha dato avvio nel 2021 a una mini-catena dal sapore partenopeo insieme a un amico divenuto socio. Nel 2023, il fatturato ha toccato i due milioni di euro.
Cisbù, il neaopolitan fast food fra hamburger e fritti.
Ciò che caratterizza il format è la somiglianza ai più grandi colossi fast food "alzando però l’asticella della qualità dei prodotti e nonostante ciò rimanere competitivi anche a livello economico", racconta Michele Scola, il marketing manager. Alla base c'è il concetto di neapolitan fast food. Non solo Daniele e il socio Raffaele sono nati e cresciuti a Napoli, ma nel menu accanto ai classici burger (con range dai 9,50 ai 13 euro, con la versione veggie a 7) si possono trovare pietanze tipiche: polpette al sugo, panini con la parmigiana di melanzane, frittatine di pasta patate e provola, ecc. Un approccio che si nota già nel nome: la lettera finale del nome, ossia, la Ú, è composta dal classico cornetto napoletano, detto "curniciello", una sorta di amuleto porta fortuna, divenuto parte della cultura collettiva del territorio che ha dato vita al marchio Cisbù vuole trasmettere la nostra filosofia di cibo: calore, sapori forti e intensi (grazie a una rete di fornitori selezionata, a partire da quello della materia prima per eccellenza: la carne per il patty), convivialità e tradizione. Che si riscontra anche nell'adozione del servizio refill per le bevande.
Cisbù, la seconda apertura.
Un format che ha già messo a segno l’apertura della seconda sede, situata a Mugnano di Napoli, uno dei centri più trafficati e popolati in provincia. Nei progetti c'era anche il franchising, prima considerato e poi lasciato da parte per il momento. "L’obiettivo è quello di espanderci in tutta Italia e magari un giorno anche in Europa ma preferiamo farlo con le nostre forze e con chi crede realmente nel progetto", sintetizza Scola. A caratterizzare il punto vendita di Cisbù è la presenza del digitale: "Dal sistema di ordinazione ad alcune attrezzature in cucina, fa parte tutto dello stesso ecosistema. In cui c'è anche una buona dose di food delivery: con Glovo fatturiamo 60mila euro al mese, siamo entusiasti di questa collaborazione", afferma il responsabile marketing Michele Scola.
GALLERIA:
Drive-thru e macchinari funzionali a servizio della customer experience.
A sostenere lo sviluppo di Cisbù sono anche altri due aspetti di interesse. Da un lato, il drive-trhu: una media di 50-60 macchine servite al giorno. Dall'altro, grazie all’impiego di impianti e macchinari di ultima generazione, a cui si aggiungono risorse umane formate e motivate (media di età 24 anni), il brand in grado di offrire il prodotto ordinato in soli 60 secondi, senza disperdere la sua impareggiabile qualità. E mentre si mangia in famiglia, il format large prevede anche un'area giochi per i bambini.