Quanto vale il Made in Italy per i consumatori italiani? Questa la domanda a cui risponde l'indagine realizzata da Kroll, azienda indipendente leader nella fornitura di soluzioni dedicate alla gestione del rischio e all’advisory finanziaria a livello globale, in collaborazione con Nielsen. La survey ha evidenziato che, all'interno dello loro abiturdini di acquisto, il 50% del campione è disposto a pagare fino a un 20% in più rispetto ai prezzi di mercato per prodotti realizzati nel nostro Paese.
Il 9,5% degli italiani disposto a pagare il 50% in più per il Made in Italy alimentare.
A mettere d’accordo tutte le generazioni coinvolte nella ricerca risulta la disponibilità di spendere di più per acquisti nel comparto agricoltura/alimentare: a livello complessivo il 9,5% del campione è disposto a pagare oltre il 50% in più rispetto ai corrispondenti prodotti non Made in Italy e solo per la minoranza (il 15,6%) i beni di origine italiana dovrebbero avere lo stesso prezzo di quelli esteri.
I giovani sono i maggiori sostenitori del Made in Italy.
La ricerca ha inoltre messo in luce che la propensione all’acquisto del Made in Italy, anche a fronte di una maggiore spesa, è diffusa soprattutto tra i giovani: la fascia di età tra 18 e 24 anni risulta quella maggiormente disponibile a spendere oltre il 50% in più per un articolo di origine italiana. Questo è vero in particolare per alcune categorie merceologiche come i prodotti per la cura del corpo e il make up, indicati dal 20,4% degli intervistati fino a 24 anni di età, la ristorazione (17,3%), i prodotti alimentari (16,4%), i servizi turistici (14,5%) e il settore moda/abbigliamento (13,3%).
Enrico Rovere (Kroll): "Gli italiani riconoscono il valore e il know-how del Made in Italy".
La disponibilità a una spesa maggiore per determinati beni e servizi Made in Italy si ritrova, in primo luogo, nell’importanza che, al momento dell’acquisto, viene attribuita alla produzione nazionale. “L’indagine dimostra come gli italiani riconoscano il valore e il know-how dei prodotti realizzati nel nostro Paese e siano disponibili a spendere di più per beni e servizi di origine italiana. In tutto il mondo, del resto, il brand Made in Italy non è soltanto sinonimo di qualità, fiducia e sicurezza, ma è anche un driver d’acquisto significativo nelle preferenze dei consumatori", ha commentato Enrico Rovere, managing director valuation advisor services di Kroll.
Lotta alla contraffazione, ecco i suggerimenti dei consumatori.
La survey realizzata da Kroll e Nielsen ha messo inoltre in luce un altro aspetto importante legato al marchio Made in Italy, ossia quello della sua contraffazione e imitazione. In questo senso, risulta significativo il ruolo delle misure che le aziende dovrebbero mettere in atto per contrastare, o almeno limitare, un fenomeno in grado di arrecare danni economici e reputazionali anche gravi. Per sostenere le aziende in questo sforzo, secondo il 58,4% del campione, sarebbe infatti necessaria l’istituzione di certificazioni di garanzia che permettano di tracciare il percorso del prodotto: dall’acquisto delle materie prime alla produzione, fino alla vendita. Inoltre, per tutelare il valore del Made in Italy, il 36,5% degli intervistati ritiene opportuno, come forma di protezione, l'introduzione di marchi aggiuntivi da inserire sui beni per rendere più difficile la contraffazione degli stessi. Infine, non manca chi suggerisce, come il 35,5% del campione, di pubblicizzare in misura maggiore i danni economici e di reputazione arrecati dalla contraffazione alle imprese e al mercato del Made in Italy in generale. "Nell’ultimo periodo, complice anche la pandemia Covid e le difficoltà legate al controllo della supply chain, questo fenomeno è aumentato: ormai non c’è settore del Made in Italy che non sia nel mirino della contraffazione. Per questa ragione, sono necessarie azioni di prevenzione, protezione e contrasto, ma anche un’azione di informazione e sensibilizzazione capillare per diffondere una maggiore conoscenza di questo fenomeno complesso, in grado di provocare sensibili alterazioni alle dinamiche di mercato, con danni rilevanti a produttori, lavoratori, commercianti e consumatori", ha aggiunto Marco De Bernardin, associate managing director e head of forensic investigations and intellience practice di Kroll.