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Francesco Basile: "Digitale e fuoricasa? Tutto passa dai pagamenti"
Nato a Milano, in Cina per studiare, ritornato in Italia a causa del Covid, Francesco Basile è il nome dietro a Qromo e nella classifica Forbes Under 30. Traguardi raggiunti grazie a una profonda sensibilità per l'innovazione e la digitalizzazione, ora applicata al mercato Horeca e food retail. L'obiettivo (condiviso con i soci Paolo Biglioli e Matteo Denti)? "Rivoluzionare la ristorazione attraverso un approccio full-digital, self-service e data-driven", afferma il manager ai microfoni di RM. E i numeri registrati dalla soluzione all-in-one sembrano dargli ragione: oltre 9 milioni di euro di transazioni finora, un round di finanziamento da un milione alle spalle e una valutazione di 8 milioni di euro nel presente.
L'intervista a Francesco Basile.
Qual è il segreto dietro al successo di Qromo?
Si tratta di una soluzione che sta risolvendo uno dei problemi più frustranti per gli imprenditori della ristorazione: la frammentazione delle soluzioni software adottate. Grazie a Qromo, il ristoratore ha accesso a servizi che vanno dalla rendicontazione degli scontrini ai pagamenti, dalle integrazione con i kiosk alle prenotazioni, dalle informazioni sui kitchen display alle metriche di performance, ecc. Insomma, cerchiamo di semplificare la filiera e le funzionalità digitali a disposizione dell'imprenditore ponendoci come un vero e proprio partner IT per quelle imprese small e medium business che faticano ad attivare o implementare sistemi software complessi, spesso anche molto costosi e che necessitano di continua manutenzione. Ora ci aspettiamo un ulteriore boost dall'introduzione dell'obbligo di collegamento fra Pos e cassa avvenuto con l'ultima Legge di Bilancio.
Cosa le ha insegnato, in questo senso, l'esperienza in Cina?
Quando sono arrivato per la prima volta in Cina nel 2017 il menu tramite QR Code sul tavolo era già una realtà. Lì ho capito quanto il digitale fosse integrato con l'esperienza fisica del ristorante. Tornato in Italia, in pieno Covid, ho visto il fiorire di soluzioni simili, ma nessuna così integrata. Il motivo è che mancava una corretta comprensione delle possibilità. Anche la prima versione di Qromo, nata come un sistema salta-coda, è stata accolta in questo modo: su 50 attività a cui l'avevamo proposta come test, tutte ci hanno risposto con feedback terribili perché poco avvezzi alla digitalizzazione dei processi. Per i successivi sviluppi, quindi, ho deciso di provarci in prima persona rilevando un bar e testanto il software alla ricerca di soluzioni per scalare il business. Alla fine abbiamo trovato la quadra grazie a un gestionale harware agnotic e all-in-one. E nel frattempo anche il mio impegno nella ristorazione è aumentato: ora possiedo tre locali dove basta davvero un minimo di personale per gestire senza problemi ogni fase. Un plus che alleggerisce ulteriormente i costi di gestione.
Funzionalità di menu engeneering.
Quali sono le attuali barrirere da superare implementare modelli simili nel food retail?
Innanzitutto, una barriera mentale consolidata in anni da concetti di sommatoria. Detto diversamente: aggiungo un software in più per risolvere un problema piuttosto che cercare una soluzione che integri gli strumenti di cui già dispongo. Questo è anche dovuto, secondo me, a un disallineamento tra prodotti venduti e prodotti richiesta sul mercato. Ora il rischio è che le aziende che si sono mosse pre-Covid siano schiave dell’ammortamento.
Nonostante ciò, che il digitale sia ormai l'architrave di un business di successo nella ristorazione è un concetto molto diffuso.
C’è stato piccolo, quasi impercettibile, miglioramente nell’alfabetizzazione digitale della ristorazione. Ho notato che si sono affacciati nuovi e più giovani imprenditori che non hanno esperienza pregressa nel food&beverage e quindi si portano dietro una forma mentis diversa, capace di valutare il valore intrinseco delle soluzioni digitali e non solamente la risposta che quest'ultime danno a un problema puntuale. Diverso, invece, il tema della preparazione del personale ad utilizzare certi strumenti. Superato il pregiudizio secondo cui l'implementazione di un software toglie lavoro a un addetto umano, il problema è la scarsa continuità e l'alto turnover della forza lavoro che costringe l'imprenditore a ricominciare la formazione daccapo ogni volta che è costretto a cambiare risorse. Una soluzione come quella di Qromo aiuta anche sotto questo punto di vista grazie a un'interfaccia semplice, intuitiva e una curva di apprendimento abbastanza rapida.
Come si immagina, dunque, il futuro digitale dell'esperienza al ristorante?
Già ora si sta costruendo una nuova esperienza di acquisto per i consumatori finali che ruota attorno al momento dell'incasso. Detto diversamente, vedo un futuro prossimo in cui le code per pagare saranno abolite e sarà l'addetto di sala, in autonomia, a completare ogni fase. A questo, poi, si aggiunge un'innovazione lato backend potenziata dalla capacità di saper leggere e connettere i dati generati dai clienti e dalle situazioni esogene come il meteo o la contemporaneità di altri eventi nella zona adiacente al punto vendita. Questo permette di creare esperienze personalizzate per il cliente e generare offerte, di menu o di servizio, consone al suo stile di consumo focalizzandomi sulle sue preferenze.