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Alaska Seafood, qualità e sostenibilità ittica dall'Oceano Pacifico
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Dall'Oceano Pacifico del Nord arriva un carico di sostenibilità ittica grazie ai prodotti di Alaska Seafood commercializzati in Italia nel canale Gdo e Horeca. Due, in particolare, le referenze top di gamma: il Black Cod e il Salmone selvatico, entrambe sinonimo di prelibatezza e salubrità alimentare grazie alle caratteristiche nutritive che fanno bene all'organismo e danno una marcia in più alle ricette a base di pesce.
Sostenibilità e scienza, la ricetta di Alaska Seafood per un pesce di qualità.
Grazie a una rigorosa legge del 1959 che garantisce la vitalità a lungo termine delle specie ittiche evitando i danni all'ecosistema, i prodotti dell'organizzazione commerciale statunitense rappresentano l'apice di quella che viene definita "economia blu" (ossia il giro d'affari che ruota attorno a un utilizzo responsabile delle risorse marine). Tutto ciò grazie a metodi di pesca sostenibili e al supporto della scienza. Un binomio che garantisce e favorisce la qualità del prodotto, pescato nelle acque incontaminate dell'Oceano Pacifico dove i pesci crescono cibandosi delle risorse naturali. Il risultato? Un cibo buono e nutriente, ricco di Omega 3, antiossidanti, vitamine e selenio. Caratteristiche che elevano la qualità di un piatto. Lo sanno bene i ristoratori che hanno scelto di inserire le referenze Alaska Seafood nel proprio menu (una lista aggiornata dei locali partner è disponibile sul sito) e anche quelli che ancora non lo conoscono. Per quest'ultimi, ogni gennaio, Alaska Seafood organizza Il Mese dell'Alaska, iniziativa in cui i ristoratori possono provare gratuitamente i prodotti importati nel nostro Paese da player specializzati. Attività che conferma, qualora ce ne fosse bisogno, il valore dell'interscambio ittico fra Italia e Stati Uniti che nel 2020 ha raggiunto il valore di 40 miliardi di dollari di esportazioni a stelle e strisce in direzione del Belpaese (naselli, astici e salmoni le specie più gettonate).
Il Salmone selvatico, un carico di Omega 3 nel piatto.
Per chi cerca il top di gamma, due in particolare sono le referenze su cui concentrarsi. La prima è rappresentata dal Salmone selvatico. Il meglio di questo splendido gioiello ittico dell’Oceano Pacifico è rappresentato dai suoi contenuti salutistici. Il Salmone selvatico dell’Alaska fornisce infatti proteine di alta qualità, di grande digeribilità e con tutti gli aminoacidi necessari all’organismo. Ad esempio, contiene molte importanti vitamine, dalla D, raramente presente nel cibo, al gruppo B (B6 e B12, niacina e riboflavina). Inoltre è una delle fonti più ricche di selenio, grande alleato della salute per le sue proprietà antiossidanti ma, soprattutto, è una fonte preziosa di grassi acidi a catena lunga Omega 3, grassi acidi polinsaturi unici che posseggono una gamma infinita di benefici. Altrettanto importante per la salute di tutti è affidarsi a pesce pescato in condizioni ottimali, in acque pulitissime e con bassissimi livelli di mercurio, come accade per il pesce commercializzato da Alaska Seafood. Un pesce che, muovendosi continuamente attraverso fiumi e mari, si nutre esclusivamente di ciò che offre il suo territorio di caccia (gamberetti, plankton e piccoli pesci) e che quindi è assolutamente affidabile per naturalità. Anche la sua sostenibilità è importante, in quanto la pesca del salmone e di tutti i prodotti ittici dell’Alaska avviene in modo non cruento ed ecosostenibile, cioè solo in quantità contingentale in determinati periodi dell’anno (da maggio a ottobre), per garantire il perpetuarsi della specie e il pieno rispetto dell’ambiente.
Le caratteristiche del Black Cod (quello vero).
Altra chicca è il Black Cod. Re indiscusso tra le enormi popolazioni di pesce bianco dell'Alaska, il Black Cod passa tutta la sua vita nell’oceano, non si sposta mai nelle acque dolci e rimane in quelle pulite e fredde del golfo e del mare di Bering. Se vi viene proposto come "merluzzo nero" non lasciatevi ingannare dal nome perché, in realtà, la sua polpa è bianchissima. La definizione deriva unicamente dal tipico colore della sua “livrea” che va dal nero al grigio scuro, proprio come il carbone. Eppure l’originale (ebbene sì, esistono anche delle specie “fake black cod”) si riconosce proprio dalla sua pelle, edibile, oleosa e morbida, al contrario di quella falsa, difficilmente commestibile. Se poi pensiamo che uno dei suoi nomi è butterfish, ovvero pesce burro, è quanto mai evidente il motivo per cui sia tanto apprezzata la sua consistenza delicata che quasi “si sfoglia". Lo sa bene Nobuyuki Matsuhis, chef e ristoratore che ha dato vita alla catena fine dining Nobu dove il piatto principe è proprio il Black Cod la cui preparazione rappresenta la rivisitazione di una ricetta giapponese (Kasuzuke) in cui i pesci e le verdure vengono marinate nei lieviti avanzati dalla produzione di sakè e poi cotti in padella, in forno o alla griglia.