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Kuiri, nata nel 2021, ha raggiunto un fatturato di 2 milioni di euro grazie all'attività di 7 laboratori
Kuiri, nata nel 2021, ha raggiunto un fatturato di 2 milioni di euro grazie all'attività di 7 laboratori
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Kuiri si apre al crowdfunding: 165mila euro raccolti in 48 ore

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- Kuiri dark kitchen - Kuiri virtual-franchise - Kuiri laboratori

Su Mamacrowd è partita la campagna di equity crowdfunding della startup innovativa Kuiri (nata nel 2021) che, nelle prime 48 ore, ha raccolto già 165mila euro. Un dato che certifica la validità del servizio e del modello di business ideato da Paolo Colapietro che nel 2022 ha registrato 2 milioni di euro di fatturato grazie a 137mila ordini processati all'interno di 7 laboratori (i primi 5 realizzati in autofinanziamento). Per il passo successivo, l'azienda ha deciso di aprire il proprio capitale a nuovi soci. Fra i primi a credere nel progetto, nomi importanti come Niceltta Zampillo, della famiglia Del Vecchio. 

 

Paolo Colapietro (Kuiri): "Senza tecnologia, la ristorazione non è profittevole".

"Avviare un’attività profittevole nel settore della ristorazione è un’impresa impossibile senza un cambio netto di mentalità che abbracci la tecnologia e guardi al mercato con ottica imprenditoriale", afferma Colapietro, ceo e co-founder di Kuiri. Un approcio che innerva le attività della startup nata a settembre 2021 che porta avanti "una rivoluzione tecnologica che sta cambiando drasticamente le regole nel mercato della ristorazione urbana. Noi offriamo agli imprenditori la possibilità di sperimentare nuovi brand tramite l'utilizzo di cucine indipendenti all’interno delle nostre Digital Food Hall, ovvero locali attrezzati per la preparazione di piatti di qualunque tipo", ha aggiunto Colapietro. Ma come si struttura il business?

kuiri 2

Il business model di Kuiri.

Kuiri è nata con l'obiettivo di mettere in contatto i professionisti della ristorazione aiutandoli ad accelerare ogni tipo di startup nel settore alimentare, riducendo i costi, condividendo spazi, ma soprattutto le idee. Un vero e proprio network di cucine metropolitane a disposizione di brand virtuali e delivery, emergenti o affermati. In ogni Digital Food Hall, infatti, sono presenti dalle 8 alle 15 cucine indipendenti. Ad oggi, sono già 7 le location tra Milano, Torino e Roma, ma KUIRI punta a espandersi ulteriormente nelle maggiori città metropolitane italiane e all'estero, con aperture previste a Parigi, Berlino e Londra. Tutto ciò al servizio di oltre 60 clienti e più di 80 virtual brand, portando il gusto e l’esperienza culinaria direttamente al cliente.

Gli altri servizi di Kuiri: dall'app al commissary-kitchen.

Oltre a questo servizio, da qualche mese Kuiri ha messo a punto anche una proposta di commissary-kitchen, ovvero la produzione conto terzi, che apre il mercato italiano al virtual-franchise. "In pratica, produciamo direttamente il brand nel vero senso della parola. Siamo in grado di azzerare burocrazia, assunzioni, logistica e attirare soprattutto il crescente mercato dei food brand dall’estero e le multinazionali che possono testare il proprio business in tempi rapidi affidandosi alla nostra struttura", ha spiegato Alessandro Righetti, co-founder e cco di Kuiri. Il pacchetto a misura di food retailer, infine, si completa con un sistema di cassa centralizzato (per semplificare tutte le possibili complicazioni di un business basato sul delivery) e l'app Kuiri Megamix (piattaforma proprietaria permette al consumatore finale di fare un multiordine). "Grazie al multiordine riusciamo a ottimizzare al massimo il lavoro dei nostri rider che si muovono al 70% su bicicletta. Possiamo dire senza tema di smentita di essere il primo operatore italiano del settore e questo grazie ai nostri asset tecnologici e ai numeri che siamo stati in grado di produrre", ha puntualizzato Colapietro. 

Le prospetive di crescita. 

A sostenere lo sviluppo dell'insegna, oltre ai nuovi capitali in crowdfunding, sono le prospettive di crescita del mercato food delivery e pickup: "In Italia raggiungerà i 2 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Abbiamo tutte le competenze e la tecnologia per espanderci e far diventare Kuiri un grande brand globale", ha concluso Colapietro. L'idea è quella di replicare il successo del virtual-franchising del food, un trend già ampiamente diffuso negli Usa e che potrebbe trovare sempre più spazio anche sul territorio italiano dando nuova vita al modello franchising, attualmente gravato da alti costi di gestione. 

       
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