Con l’aumento dei prezzi, 7 italiani su 10 in vacanza scelgono, secondo un'indagine Coldiretti/Ixé sulle abitudini dell'estate, le prelibatezze street food. Una soluzione ideale sia per assaggiare i piatti tradizionali dei territori visitati sia per risparmiare qualcosa e far così fronte agli effetti dell'inflazione. Dalla piadina agli arrosticini, dalla focaccia agli arancini la stagione 2023 si candida come il periodo della riscoperta del cibo da strada.
Secondo l'analisi commissionata dall'associazione di categoria, lo street food è una alternativa valida per mangiare fuori in vacanza anche per ottimizzare i tempi sia nelle località turistiche che nelle citta’ d’arte. Tra le referenze preferite, per l'83% dei consumatori, ci sono le eccellenze locali mentre il 13% sceglie cibi etnici (come kebab o felafel) e il 5% quello internazionale (come gli hot dog). Percentuali che, da un lato, denotano il radicamento dello street food nellatradizione gastronomica tricolore ma, dall'altro, segnalano una crescente omogeneizzazione delle scelte. "Alla crescita del fenomeno paradossalmente - denuncia Coldiretti - si accompagna una preoccupante perdita del radicamento territoriale e un impoverimento della varietà dell’offerta, ma anche il rischio di uno scadimento qualitativo con preoccupanti riflessi sul piano sanitario. Si assiste, in particolare, a una progressiva tendenza alla vendita nei centri storici di alimenti lontani dalle tradizioni gastronomiche locali, con un appiattimento e una omologazione verso il basso che distrugge le distintività".
Eppure il fenomeno alle nostre latitudini ha origine antichissime. Già i Romani erano soliti gustare pasti in piedi, serviti velocementi in locali aperti in prossimità della strada. Per questo l’Italia con le sue numerosissime golosità gastronomiche può vantare una tradizione millenaria come dimostrano le diverse specialità locali apprezzate dagli amanti dello street food come le olive ascolane, i filetti di baccalà romano, gli arrosticini abruzzesi, la polenta fritta veneta, le focacce liguri, il pesce fritto nelle diverse località marittime e gli immancabili panini ripieni con le tipiche farciture locali che vanno dai salumi ai formaggi senza dimenticare la porchetta laziale. Prodotti che oggi devono vedersela con la competizioni di sushi, frutta esotica fuori stagione, materie prime decongelate, ecc.
Per sostenere il percorso di qualificazione dell'offerta alimentare, con la valorizzazione delle eccellenze locali, ci pensano i mercati agricoli che, precisa Coldiretti, "si sono diffusi in molte grandi e piccole città grazie alla Fondazione Campagna Amica che ha realizzato la più vasta rete di vendita diretta a livello mondiale. Una realtà in grado di soddisfare anche le recenti tendenze salutistiche con l’offerta di frutta presentata in tutte le diverse forme, dai centrifugati ai frullati, dagli smoothies ai pezzettoni, insieme alla classica fetta d’anguria. In questi mercati si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo".