La crescita di Poke Sun-Rice, catena di ristorazione dedicata all'healthy food nata nel 2019 a Vicenza, passa dall'innovazione. O meglio, dai Bitcoin. L'insegna, che punta a raggiungere i 30 punti vendita entro il corso dell'anno, ha scelto di interecettare le necessità dei possessori di criptovalute accetandole come forma di pagamento.
Da Poke Sun-Rice si paga in Bitcoin e si fa del bene al pianeta
“Una scelta che ci permette di guardare al futuro", ha affermato Mario Traverso, ceo e fondatore di Poke Sun-Rice. Non solo a quello delle forme di pagamento ma anche del pianeta. Perché se è vero che gli utilizzatori di Bitcoin sono sempre più in crescita, questa attività rischia di avere un impatto negativo sull'ambiente a causa dell'attività energivora del mining (ossia, la creazione di criptovalute che annualmente a livello globale consuma circa 103,31 TWh). Per questo, Poke Sun-Rice ha stretto un'alleanza con la Onlus Worldrise a cui devolverà parte dei pagamenti in Bitcoin effettuata dai clienti nei ristoranti dell'insegna sottoforma di compensazione per il dispendio energetico realizzato. "Una scelta che permetterà ai nostri clienti, dall’estate 2022, di pensare oltre che alla loro salute, anche a quella dell’ambiente", ha aggiunto Traverso.
Entro fine 2022, 30 punti vendita e 20 milioni di fatturato
Innovazione e sostenibilità, d'altronde, sono anche gli elementi che caratterizzano l'offerta di Poke Sun-Rice. Il menu ruota attorno al piatto tipico hawaiano a base di pesce e si inserisce all'interno del segmento healthy food, sempre più ricercato dai consumatori; soprattutto post-pandemia. Un trend che consente a Poke Sun-Rice di progettare uno sviluppo 2022 ricco di aperture che andranno a sommarsi alle 13 attive a fine 2021 per raggiungere un network di 30 punti vendita e circa 20 milioni di euro di fatturato a fine anno.
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