Confida: ecco le 8 ragioni per scegliere il vending
Ott 29, 2022
Fondata nel 1967, dopo oltre 50 anni di storia, la Fas International Srl di Schio (Vi) è una delle aziende leader del settore vending. Non solo per storicità, ma anche per capacità di innovare. Una caratteristica impressa nel Dna dell’azienda di proprietà della famiglia Adriani, a cui si deve anche l’avvio di Cogest, società venduta nel 2005 e specializzata nel sistema di pagamento tramite chiavetta ricaricabile. Una vera rivoluzione per il settore che ora, dopo la pandemia e di fronte a stili di vita e di lavoro in costante evoluzione, sta cercando un nuovo rilancio puntando su ristorazione e retail trasformando il concetto stesso di vending “che, a dirla tutta, ormai ci sta anche un po’ stretto visto il ventaglio di soluzioni e servizi integrati che riusciamo a mettere a disposizione del mercato”, racconta Luca Adriani, attuale proprietario della Fas.
Innanzitutto, i numeri.
La nostra azienda conta 150 dipendenti e un fatturato che si aggira intorno ai 45 milioni di euro con un Ebitda che oscilla fra il 17 e il 20%. Gli ultimi due anni, d’altronde, sono stati un po’ complicati a causa della pandemia. Ma ora siamo in ripresa, non solo in Italia ma anche in Europa, dove siamo presenti nei maggiori paesi del Vecchio Continente a cui si aggiunge un presidio in Sud America e nei Paesi del Golfo. Tanto che ci poniamo l’obiettivo di estendere il nostro raggio di azione anche alla ristorazione e al retail.
Come siete arrivati a questo punto?
Quando mio papà fondò l’azienda insieme al fratello, il vending era appena sbarcato in Italia proveniente dagli Usa. La loro intuizione fu quella di differenziare il prodotto mettendo in commercio il primo distributore automatico a 10 dischi rotanti azionati da un unico motore e attraverso cui vendere panini imbottiti; gli snack di allora. Per quell’epoca, una vera e propria bizzarria dal momento che molte aziende si concentravano essenzialmente sulla distribuzione automatizzata del caffè. Insomma, la loro invenzione ha dato vita a un nuovo mercato. Tanto che mio papà dovette andare di persona a installare nelle scuole i primi macchinari per convincere poi panifici e botteghe a credere in questo canale e sviluppare prodotti ad hoc.
Poi arriva l’accelerazione degli anni ’80 e la digitalizzazione degli anni 2000.
Una vera e propria corsa che ci ha permesso di coprire tutti i segmenti del vending; macchine da caffè comprese. In tutti questi anni, la nostra forza è stata quella di saperci trasformare a seconda delle esigenze del mercato. Da qualche anno a questa parte, per esempio, forniamo anche soluzioni software che ampliano la classica funzione della macchinetta automatica e permettono l’erogazione degli item più disparati: dai dispositivi di protezione durante il Covid alla prenotazione e vendita dei pasti per la pausa pranzo.
E ora si guarda alla ristorazione con Food24 - System. Di cosa si tratta?
Food24 – System è una piattaforma formata da una parte hardware, pensata come collect point, ossia un distributore a dischi rotanti che funge da magazzino; e una parte software, ossia una web app attraverso cui il cliente finale può prenotare e acquistare il pasto da ritirare per il consumo. L’idea è andare a presidiare il mondo del commercio al dettaglio creando un vero e proprio food eCommerce di prossimità da installare all’esterno dei piccoli negozi abilitandoli a un servizio H24. D’altronde, il vendig si sta evolvendo molto velocemente. Lo sviluppo tecnologico da un lato e il cambiamento degli stili di consumo dall’altro, ci permette di immaginare installazioni di distributori automatici anche nelle aree comuni di condomini, hotel, villaggi turistici.
Addio alla vecchia pausa pranzo, quindi?
Piuttosto una sua evoluzione in linea con i cambiamenti della società a cui stiamo assistendo. A fronte di un potere di acquisto inferiore, il consumatore finale non può più permettersi di spendere 14-15 euro per la pausa pranzo. La nostra soluzione potrebbe consentire di abbassare questo prezzo rendendo più efficiente il modello di vendita.
Quali sono gli atri trend innovativi che stanno attraversando il settore del vending?
Ne citerei due. Il primo è quello di rendere le macchine più accattivanti, con vetrine e touch screen capaci di abilitare il pagamento con gli strumenti digitali. Il secondo è il tentativo di profilare maggiormente il cliente. Storicamente, il settore del vending si è sempre mosso tenendo in considerazione linee di prezzo e macrocategorie merceologiche. Questo non basta più. Dobbiamo chiederci e sapere se il cliente ha più voglia di mangiarsi uno snack dolce o una barretta proteica e comporre il nostro assortimento di conseguenza. Gli strumenti tecnologici per arrivare a questo grado di conoscenza ci sono, vanno maggiormente applicati.
La diffusione dei pagamenti digitali e cashless potrebbe essere il ponte che vi mancava per arrivare alla profilazione della clientela?
Sicuramente sì. Tanto che abbiamo da poco presentato una macchina che abbiamo chiamato Cash-back: nessun alloggio per i sistemi di pagamento in contatti, più spazio alla vetrina prodotti e interfaccia che gestisce i sistemi di pagamento digitale. Abbiamo già avuto tante richieste. E penso che nel giro dei prossimi 3-5 anni questa sarà la normalità. Per le aziende del vendig significa un risparmio di costo del 4-5% dovuto all’abbandono della gestione della moneta. Cosa che, peraltro, riduce al minimo il rischio di vandalismo.
E per quanto riguarda il tema di sostenibilità ambientale?
Da oltre 40 anni le nostre macchine sono coibentate con una particolare schiumatura che previene la dispersione energetica. Con le ultime normative europee sulle classi energetiche, però, noi come tutto il comparto abbiamo dovuto compiere un ulteriore passo avanti. Le criticità maggiori sono relative alle macchine che lavorano con il ciclo del freddo. Per portarle e mantenerle alla giusta temperatura, abbiamo inserito la tecnologia inverter che permette di ritoccare di quel tanto che basta in modo graduale con un notevole risparmio energetico.