Planted firma la nuova bowl Veg Mex di I Love Poke
Nov 16, 2022
L’1 settembre, Planted ha annunciato la chiusura di un nuovo round di finanziamento dal valore di 70 milioni di euro. Non c’era prova migliore per certificare la crescita del fenomeno plant based a livello globale. Un trend che si fa sentire anche in Italia, dove l’azienda nata in Svizzera all’interno dei laboratori del Politecnico di Zurigo è arrivata a ottobre 2021 riuscendo in poco tempo a convincere una rete di 150 ristoranti partner. Molti dei quali locali delle catene food retail: “Per noi è una scelta strategica: attraverso i brand della ristorazione a catena riusciamo a far provare a più persone possibili il nostro prodotto lavorando su quelle operation che ci permettono di attivare economie di scala e sfruttare organizzazioni ben strutturate”, spiega Marta Residori, marketing manager dell'azienda guidata in Italia da Massimiliano Nogheredo.
Qual è il segreto che sta dietro al rapido sviluppo di Planted e del recente finanziamento da 70 milioni di euro guidato da L Catterton?
Una proposta distintiva che si basa sul concetto di “etichetta pulita”: il prodotto è realizzato con solo quattro ingredienti e al posto della soia preferiamo utilizzare le proteine dei piselli, che invece sono solitamente presenti in misura minore nei competitor.
Da ottobre 2021 a oggi, Planted in Italia ha già conquistato un ruolo nel foodservice.
La crescita nel mercato italiano attraverso questo canale è uno strumento strategico per l’azienda. Kebhouze ha deciso di utilizzare il nostro kebab per una versione premium della loro ricetta al pollo. My Chef ha adottato ingredienti Planted nei menu dei locali travel retail. E poi ci sono i brand dedicati al poke. Queste partnership ci danno il modo di far provare a più clienti il nostro prodotto. In secondo luogo, grazie alla collaborazione degli chef, sappiamo che il prodotto consumato sarà cotto e preparato nel migliore dei modi. Un ottimo biglietto da visita per invogliare i clienti a provare nuove ricette a casa. Insomma, il canale del food retail è un ottimo strumento di comunicazione: nei menu spesso viene indicato anche il risparmio in termini di risorse impiegate per la referenza che si sta per gustare.
Planted fa bene anche al pianeta.
Sì, utilizziamo circa 74% di Co2 e 46% di acqua in meno per la tipologia di carne equivalente. Tutti i ristoranti che utilizzano il nostro prodotto possono fregiarsi di questi risultati. Oltre che far riferimento al valore nutrizionale del prodotto: molte proteine, pochissimi grassi.
Come verranno investiti i nuovi fondi?
Il focus dell’ultimo round di finanziamento è il settore di ricerca e sviluppo per migliorare i prodotti e lanciare sempre nuove texture. Contemporaneamente, continueremo a potenziare la capacità di produzione, come già fatto in primavera, che ora arriva a 10 tonnellate al giorno distribuite nei sei paesi in cui siamo presenti. Ma l’idea è aprire nuovi stabilimenti. Infine, il 2023 dovrebbe segnare anche l’ingresso i Planted nella rete della Gdo italiana.
Qual è il client target?
A livello B2B, oltre alle catene del food retail, ci sono i cuochi professionisti del fine dining, con cui in alcuni Paesi europei abbiamo attivato delle collaborazioni nel segmento del fine dining. Mentre a livello B2C il nostro target di riferimento sono gli onnivori che rappresentano il 90% dei clienti plant based. Più ristretta, circa 1/3 della popolazione italiana, è la nicchia flexitariana. Si tratta di persone che stanno cercando di ridurre il consumo di carne, in linea con la filosofia di Planted, e che cercano alternative gustose alla propria dieta di tutti i giorni.
Una sfida tutt’altro che semplice in Italia dove diversi ingredienti di eccellenza sono a base carne e si sta assistendo, in questo periodo, all’incremento dei prezzi dovuto all’inflazione.
Non vogliamo metterci in concorrenza diretta con le eccellenze gastronomiche del Made in Italy. Piuttosto, vogliamo affiancare chi è alla ricerca di un consumo alimentare più equilibrato, senza eccessi o sprechi, in linea con quanto ormai sostenuto da diversi organismi internazionali. Inutile negare che siamo in una nuova fase della sostenibilità. E Planted vuole fare qualcosa di concreto per diffonderla. Per questo, anche sul fronte del prezzo, abbiamo deciso di posizionarci in un segmento di mercato equivalente a quello del pollo biologico o allevato a terra senza antibiotici o simili. Con la speranza di diventare una soluzione sempre più abbordabile con il cliente all’aumentare della nostra capacità produttiva e di penetrazione del mercato.