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Botta e risposta fra sindacato e Just Eat anche sul lavoro dei rider nelle giornate di grande caldo
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Algoritmo e perfomance food delivery, scontro sindacati-Just Eat

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- Just Eat food delivery - Cgil sindacato rider - Just Eat algoritmo

Da un lato, la Filt Cgil Firenze-Prato-Pistoia. Dalla'ltro, la piattaforma food delivery Just Eat. In mezzo le performance di consegna calcolate dall'algoritmo. Questo, infatti, il motivo dello scontro fra il sindacato e il player delle cibo a domicilio con il primo che denuncia e ritiene "inaccettabile" la sanzione ad alcuni rider per low performance e il secondo che spiega come "le contestazioni recentemente recapitate hanno riguardato una percentuale ridotta della flotta, individui che si sono distinti per comportamenti sistematicamente poco collaborativi e non allineati con le esigenze aziendali".

Il sindacato contro Just Eat: "L'algoritmo non tiene conto di traffico e altre variabili".

A far scoppiare il caso è una nota d'agenzia diramata dal sindacato territoriale che riferisce di contestazioni recapitate a lavoratrici e lavoratori della piattaforma sulla base dei dati forniti da algoritmi che, "per calcolare le percorrenze e i tempi di consegna, ipotizzano i percorsi presumibilmente più rapidi, senza considerare la topografia della città e senza valutare quali siano quelli più sicuri in base al traffico, alle caratteristiche delle strade e tutte le variabili che possano sussistere". Secondo la Filt Cgil toscana, "i tempi calcolati da Scoober (l'applicazione usata da Just Eat per gestire l'organizzazione del lavoro, ndr) non risultano compatibili con gli itinerari consigliati. E se questo crea eccessive pressioni a chi svolge il proprio lavoro utilizzando un mezzo a motore, spingendolo a correre più del dovuto, per quanto riguarda i lavoratori che usano le bici classiche spesso si va ad aggiungere l'impossibilità di rispettare la produttività richiesta se non si è atleti professionisti". Come caso emblematico, si riporta quello di "una sanzione pari a tre ore di multa" arrivata a "una lavoratrice che utilizza una bici muscolare": per una consegna "che prevede una distanza di 6,4 km l'algoritmo ha previsto una velocità media di percorrenza, in mezzo al traffico e con tutti gli imprevisti tipici dell'attività su strada, pari a 26,3 km/h". Ritmo che, a tutti gli effetti, sottolinea il sindacato, sarebbe di poco inferiore a quello "che ha permesso a  Tadej Pogačar di aggiudicarsi il Giro d'Italia 2024".

Anche il caldo estivo è un problema per i rider. 

Oltre al tema dell'algoritmo, la Filt Cgil Firenze-Prato-Pistoia aggunge che "Just Eat sembra non aver recepito il messaggio lanciato dalla Regione Toscana e da tutti gli organi competenti in tema di salute e sicurezza - soprattutto durante i periodi più caldi dell'estate - programmando soltanto 5 minuti di pausa ogni due ore di lavoro, e lavandosi la coscienza con inutili raccomandazioni sul riposo all'ombra durante quei tempi morti di fatto inesistenti, vista la tendenza sempre maggiore nel saturare l'orario di lavoro dei courier. Spiace constatare, dopo un periodo dove le corrette relazioni industriali stavano portando ad importanti risultati, l'inesorabile regresso nelle condizioni lavorative dei rider di Just Eat registrato nell'ultimo anno".

La risposta di Just Eat: "Sanzioni sono casi isolati e per il caldo c'è protocollo di emergenza".

Accuse a cui Just Eat ha prontamente risposto ricordando, innanzitutto, comel'azienda abbia "sempre mantenuto un dialogo aperto e costruttivo con le organizzazioni sindacali, e continua a farlo. L'azienda è inoltre impegnata a migliorare continuamente il trattamento dei rider, sia in termini di sicurezza che di condizioni di lavoro". Sul caso specifico delle sanzioni, la piattaforma food delivery ha puntualizzato che le misure adottate sono giunte "solo dopo ripetuti tentativi di dialogo e confronto con i lavoratori coinvolti, e rappresentano l'ultimo passo di un processo lungo, aperto e trasparente". Per quanto riguarda i criteri dell'algoritmo, invece, è stato sottolineato come le procudure aziendali siano "studiate per garantire un ambiente di lavoro sicuro ed equo, considerando tutte le possibili variabili che possono influenzare il lavoro su strada". La priorità, insomma, è quella della sicurezza dei courier. La stessa che è stata garantita anche durante i picchi di caldo estivo con l'introduzione di un protocollo di emergenza "che permette ai corrieri di richiedere pause addizionali per recuperare dal caldo e dalla fatica", ha ribadito Just Eat. 

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