La preoccupazione per il caro-caffè al bar è palpabile e anche i pubblici esercizi di Fipe lanciano l'allerta: "In queste condizioni è una cosa inevitabile". A ribadirlo in una nota è il presidente Lino Enrico Stoppani che fa riferimento a un report Assoutenti sul tema e alle dichiarazioni di Cristina Scocchia, ad di Illycaffè a margine del Meeting di Rimini, sul probabile raggiungimento della soglia dei 2 euro per il classico espresso al banco a causa dei problemi legati alla filiera e alle condizioni climatiche.
Cause sottolineate anche dalla federazione dei pubblici esercizi: "La crisi climatica che ha devastato i raccolti nei Paesi produttori, Vietnam in particolare, le tensioni geopolitiche che stanno cambiando le tradizionali rotte alle forniture, l'esplosione dei noli marittimi, sono le cause principali che stanno determinando i rialzi dei prezzi all'origine alle borse merci di Londra e New York, con l'Arabica che ha avuto in un anno incrementi superiori al 60% e la Robusta di oltre il 90%", ha ricordato Stoppani. Tuttavia, c'è anche la presa d'atto e di responsabilità che oltre una certa cifra non si può andare e quindi vi è la necessità da parte di bar, ristoranti e simili di assorsibe parte degli aumenti al fine di "proteggere i consumi della tazzina di caffè, simbolo anche della identità e dei valori della socialità italiana", ha concluso Stoppani.
Seppure in aumento, però, il prezzo della tazzina del caffè va inserito in un trend inflazionistico generale meno accentuato al bar che altrove. Secondo Fipe, infatti, a fronte di un tasso di inflazione del +16% tra luglio 2021 e luglio 2024, i prezzi nei bar sono cresciuti del 13%. Anche sulla tazzina di espresso gli aumenti sono al di sotto dell’inflazione, continuando a mantenerne il prezzo italiano tra i più bassi d’Europa. Ovviamente con distiguo che vanno da città a città con Bolzano che fa segnare un +6% sul 2022 e Pescara si attesta al +13%. Precisazioni che tendono a illuminare diversamente i dati fatti emergere da un report Assoutenti sul caro-caffè. Secondo l'associazione dei consumatori, infatti, il prezzo medio di una tazzina consumata al bar è aumentato del 15% rispetto al 2021. In alcune città i listini raggiungono già 1,50 euro a espresso, e i nuovi rialzi delle quotazioni rischiano di determinare un'ondata di aumenti della tazzina già a partire dalle prossime settimane.
A mettere sull'allerta professionisti del fuoricasa e consumatori ci aveva pensato anche Cristina Scocchia, ad di Illycaffè, che, a margine del Meeting di Rimini, aveva risposto alle domande sulle cause della "sorpresa" che avrebbero potuto trovare al bar i clienti di ritorno dalle vacanze: "Oggi - ha spiegato Scocchia - il caffè verde costa 245 cents per libbra, il 66% in più dell'anno scorso, oltre il doppio rispetto a tre anni fa. Le cause sono molteplici, la prima è sicuramente il cambiamento climatico che potrebbe dimezzare i terreni coltivati entro il 2050. Basti pensare a quanto sta succedendo in questi mesi: si passa dalle piogge torrenziali in Brasile alla siccità in Vietnam. Ma nel breve e medio termine la filiera è sotto pressione anche a causa del problema legato al canale di Suez, che ha fatto lievitare i costi e allungato i tempi, e a causa delle speculazioni che riguardano più in generale le soft commodities".