Fondata alla fine del XIX secolo, Gay-Odin conta oggi 10 boutique dedicata a tavolette, gelato, cioccolatini e pronte a cogliere nuove opportunità di sviluppo. Nonostante i rincari del cacao, infatti, l'insegna ha saputo unire qualità e storicità rappresentando uno dei migliori esempi della tradizione pasticcera napoletana sia in Italia che nel mondo.
Con alle spalle un 2024 in crescita sia a volume sia a valore, che è riuscito a tenere il passo del rincaro delle materie prime (che ha inevitabilmente inciso sui prezzi di vendita), Gay-Odin ha saputo difendersi e rilanciare la propria proposta. A partire dal recentissimo punto vendita di Napoli: "Dopo 25 anni di assenza, siamo tornati in questo storico negozio che abbiamo restaurato con grande cura, riportandolo alla sua forma originale. Questo è un passo importante nel nostro percorso di crescita, ma non ci fermiamo qui. Continueremo con la nostra attività quotidiana, ma con uno sguardo sempre attento all'evoluzione del mercato del cacao e alle opportunità che potrebbero emergere. Il 2025 sarà quindi un anno di continuità, innovazione e di forte legame con la tradizione, con l’intento di crescere insieme al nostro team e alla nostra amata famiglia", ha affermato Massimo Schisa, membro del CdA di Gay-Odin. Si tratta dell'ultimo tassello di un network storico, che affonda le sue radici nel 1888. Allora, il giovane cioccolatiere piemontese Isidoro Odin si trasferisce a Napoli, si innamora della città e apre un laboratorio nel cuore di Chiaia. Qualche anno dopo, nel 1894, conosce Onorina Gay, discendente di una nota famiglia di maestri cioccolatieri. I due si sposano e iniziano a condurre insieme gli affari di famiglia, la Gay-Odin. Alla base del successo iniziale c’è la ricetta del tronchetto di cioccolato al latte. Nel Dopoguerra, la seconda giovinezza del brand con Giuseppe Miglietta che dà avvio alla crescita del brand artigianale (che dal 2000 produce il famoso tronchetto anche al cioccolato fondente) fino all’apertura di Milano e al ritorno a Napoli.

Proprio nel capoluogo campano ha sede il laboratorio: "Qui avviene tutta la nostra produzione. Sempre in insourcing il cioccolato viene distribuito quotidianamente nei nostri negozi, garantendo freschezza e qualità costante. Questo sistema ci permette di modulare la produzione settimanalmente in base alle richieste dei punti vendita. Mediamente, lavoriamo circa 50.000 kg di cacao all’anno, al quale vanno aggiunte tutte le altre materie prime come le nocciole, mandorle, latte, ecc", spiega Schisa. Alle spalle un’attenta selezione dei fornitori che garantiscono cacao da coltivazioni sostenibili. Scelta che, tuttavia, non ha riparato l’azienda dai recenti rincari: "Il mercato del cacao sta vivendo un'impennata senza precedenti. Speriamo che la situazione si stabilizzi presto, ma i segnali attuali non sono molto incoraggianti nemmeno per la prossima stagione. Abbiamo cercato di assorbire noi una parte dell'aumento, riducendo la marginalità. Purtroppo, questi temi sono difficili da passare al cliente", rivela il manager.
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A premiare è, piuttosto, la diversificazione della proposta: "Ormai da 15 anni abbiamo introdotto la gelateria in alcuni punti vendita, declinando le nostre tipologie di cioccolatini in una golosa linea fredda. Più recentemente, abbiamo aperto un locale con un angolo caffettuoseria, dove il caffè si arricchisce con il nostro cioccolato, dando vita a un’esperienza unica. Per questo spazio abbiamo appunto creato un brand dedicato, CioccolatoForesta, per sottolineare l’originalità dell’offerta rispetto ai nostri store tradizionali", racconta Schisa. A questo si aggiunge la performance del canale eCommerce, che vale l'8% del fatturato. "Il cioccolato artigianale sta guadagnando sempre più popolarità nelle nuove abitudini di consumo, grazie alla crescente attenzione dei clienti verso la qualità e la sostenibilità. Prodotti realizzati con ingredienti selezionati e metodi di produzione tradizionali soddisfano la domanda di esperienze più autentiche e consapevoli. Inoltre, l'interesse per il cioccolato fondente, apprezzato per i suoi benefici nutrizionali, sta spingendo i consumatori a preferire queste varianti. In pratica, è stato completamente sovvertito il claim degli anni passati che prevedeva più latte e meno cacao”.
di Nicola Grolla
L'articolo è tratto da RMM 1/2025, disponibile a questo link: https://ristorazionemoderna.it/magazine/ristorazione-moderna-magazine-1-2025.html