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Secondo i calcoli rilanciati da Olitalia, 1 kg d'olio vegetale esausto non correttamente smaltito inquina 1.000 mq di superficie
Secondo i calcoli rilanciati da Olitalia, 1 kg d'olio vegetale esausto non correttamente smaltito inquina 1.000 mq di superficie
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L'olio esausto è "pieno di vita": l'iniziativa sostenibile di Olitalia

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- Olitalia olio vegetale - Olitalia sostenibilità - Olitalia foodservice

Con l'iniziativa "Esausto ma pieno di vita!", dedicata al corretto smaltimento degli oli vegetali esausti, Olitalia fa un passo in più verso la sostenibilità. Il target del progetto è il canale della ristorazione, da sempre punto di forza dell'azienda olearia, e ha raccolto il sostegno di Apci - Associazione professionale cuochi italiani che contribuirà a diffonderla fra i suoi iscritti e i professionisti dell'Horeca

Olio vegetale esausto, un costo per i professionisti dell'Horeca e non solo. 

L’iniziativa, presentata durante l’annuale simposio "Le Stelle della Ristorazione" coordinato da Apci e tenutosi a Torino in occasione di Horeca Expoforum, conferma l'impegno della realtà italiana specializzata in oli e aceti a favore dell'ambiente. L’impatto della scorretta gestione degli oli esausti, infatti, può avere degli effetti pericolosi sull'ecosistema, mettendo in pericolo la vita della flora e della fauna in terreni, falde acquifere, mare e corsi d’acqua. Per dare qualche esempio: l’olio esausto, se versato nella rete fognaria, danneggia le condutture e i depuratori gravando sui costi di gestione degli impianti. Secondo il Rapporto Ambientale Conoe 2018, 1 kg di olio vegetale esausto smaltito impropriamente inquina una superficie di 1.000 mq (pari quasi alla superficie di una piscina olimpionica), costa 0,60 euro/Kg circa per il pretrattamento delle acque da depurare e 0,50 euro/Kg circa per evitare l’intasamento dei sistemi di pompaggio.

Dall'olio esausto al biodiesel. 

La corretta gestione degli oli esausti ha quindi dei benefici sia economici sia ambientali. Il primo passo per prevenire danni economici e ambientali avviene proprio in cucina, con la differenziazione dell’olio esausto dal resto dei rifiuti organici. Se opportunamente raccolti e trattati, questi oli possono diventare una materia molto preziosa da cui ricavare nuove risorse come il biodiesel, ma anche vernici, candele e sapone. Il biodiesel è un biocarburante rinnovabile che riduce di circa il 40% le emissioni di Co2 rispetto al gasolio fossile. Ne esistono di diversi tipi, tra cui quello ottenuto da scarti organici, come grassi e oli vegetali esausti. Proprio il biodiesel ottenuto da questi ultimi (detto di "seconda generazione") è quello più ecologico, poiché, diversamente da altre tipologie, non deriva da coltivazioni ad hoc (soia, palma, cereali o colza) e quindi non entra in competizione con l’agricoltura alimentare.

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