Nel 2022, con il ritorno alle normali abitudini di consumo e dei turisti, l'Horeca ha rosicchiato mercato alla Gdo nel comparto vino. A dirlo, i dati Mediobanca. L'istituto ha pubblicato un'indagine che riguarda 255 aziende del settore vinicolo con fatturato 2021 superiore ai 20 milioni di euro e ricavi aggregati per 10,7 miliardi di euro, pari all’89,3% del fatturato nazionale del settore. Il risultato? Le vendite nel fuoricasa crescono del 19,9% rispetto al 2021 e salgono a una quota del 18,1% del totale.
A farne le spese è la Gdo che cresce del 3,3% a valore, ma vede volumi in calo dal 37,7% al 36%. Le dinamiche inflattive del 2022 hanno rallentato le vendite nel canale della grande distribuzione che si è mostrata più restia a trasferire i maggiori costi sui listini al fine di preservare i volumi. Gli aumenti di listino hanno interessato in minor misura i vini Basic (+6,6% a valore); aumenti a doppia cifra per i vini Premium (+13,7%) e i vini Icon (+11,1%). L’attenzione alla sostenibilità spinge le vendite 2022 del bio (+9,6% sul 2021) che rimane però confinato al 4,3% del mercato. Dinamiche che hanno spinto il settore a un aumento del 10% del fatturato ma un ebit margin in calo del 7,6% sul 2021. Soprattutto grazie alla performance delle bollicine o comunque vini frizzanti (+16,9% di vendite) e ai mercati esteri (a partire dai vicini europei al 37,1% di export).
Per quanto riguarda i canali di vendita, detto di Gdo e Horeca, merita un focus l'eCommerce. Nel 2022 le vedite online di vino si sono ridotte del 3,7%. Nonostante ciò, i pure player sono riusciti a consolidare la propria posizione: Vino.com in testa per ricavi a 43,3 milioni di euro, poi Tannico (33,5 milioni di euro) e Bernabei (31,8 milioni di euro). Sopra i 10 milioni anche il fatturato di Callmewine ed XtraWine seguite da altre piattaforme, come Winelivery (9 milioni di fatturato).
Guardando al lato produttivo, il report Mediobanca assegna la leadership di vendite nel 2022 al gruppo Cantine Riunite-GIV, con fatturato a 698,5 milioni (+10,1% sul 2021). Al secondo posto il neonato polo vinicolo Argea (455,1 milioni, +9,6%), completa il terzetto IWB in crescita del 5,2% sul 2021 a 430,3 milioni. Fatturato 2022 superiore ai 400 milioni di euro anche per la cooperativa romagnola Caviro (417,4 milioni) in progresso del 7,1% sul 2021. Sette società rilevano ricavi compresi tra i 200 e 300 milioni di euro: la cooperativa trentina Cavit (fatturato 2022 pari a 264,8 milioni di euro, in calo 2,3% sul 2021), la veneta Santa Margherita (260,7 milioni di euro, +18,2%), la toscana Antinori (245,4 milioni di euro, +14,9%), la piemontese Fratelli Martini (237,6 milioni, +8,2%), La Marca, specializzata nella produzione di spumanti, con fatturato 2022 pari 235,2 milioni di euro (+30,9%), la trentina Mezzacorona (213,4 milioni, +8,6%) e la veneta Casa Vinicola Zonin (200,1 milioni, +0,8%). Osservando la redditività (rapporto tra risultato netto e fatturato), il 2022 vede in testa la toscana Frescobaldi (28,4%) seguita dalla veneta Santa Margherita (19,7%). Chiude il podio Terra Moretti con un utile su fatturato del 13,7%, in aumento di 4,4 punti percentuali sul 2021, secondo tasso di crescita più alto dopo quello della Berlucchi (10,7%, +6% sul 2021). Alcune aziende hanno una quota di export molto elevata, in alcuni casi quasi totalitaria: Fantini Group tocca il 96,4%, Ruffino il 93,2%.
A caratterizzare tutte queste aziende è un forte legame con il territorio. Declinato sia come apertura all'enoturismo (che ha nella visita alla cantina il suo best performer, 78,8% delle imprese), sia come valore aggiunto per le aziende che lo popolano. Nel 2021 il miglior Roi tocca alle aziende piemontesi (8,9%), alle toscane il più alto Ebit margin (15,7%). In Toscana anche la maggiore solidità finanziaria, con i debiti finanziari pari ad appena il 22,1% del capitale investito. Grandi esportatori i produttori piemontesi (68,9% del fatturato). Brilla la Lombardia (Ebit margin 2021 all’8,5%) con vendite 2021 in aumento del 18,6% trainate dalle bollicine (+29,9%) che rappresentano la metà del fatturato complessivo. Nel 2022 gli spumanti spingono la crescita delle imprese venete (+13,4%); performance superiori alla media nazionale anche per Puglia (+21,1% sul 2021) e Sicilia (+14,9%). Ottimismo per il 2023 per il Friuli-Venezia Giulia (+9,9% sul 2022), Lombardia (+6,7%), Piemonte (+6,1%) e Sicilia (+5,6%).
Caratteristiche che sono chiamate a continuare anche a fronte del necessario ricambio generazionale. Nel 2022, infatti, il 65,8% delle aziende monitorate da Mediobanca era a guida familiare. Molto spesso composte da compagini asciutte, verticistiche e guidate da presidenti con un età media di 62,5 anni con solo il 13,1% delle cariche ricoperte dai Millennials. I giovani se la giocano con le donne, ferme al 12,8% dei board (23,8% nelle società non coopertive) e l'8,8% dei presidenti (15,7% tra le non cooperative).