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Ballor 100, prosegue il rilancio del brand di Distillerie Bonollo
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- - Ballor vermouth - Ballor Distillerie Bonollo - Ballor 100 liquore
A un anno dal lancio del Vermouth di Paul e il Gin di Emilie, la famiglia Bonollo di Padova continua il rilancio della gamma Ballor con il liquore Ballor 100. Una referenza realizzata con l'utilizzo di 100 botaniche provenienti dai 5 continenti che le valgono l'appellativo di Esotico Italiano.
Per Ballor 100 una selezione delle migliori botaniche a livello globale.
Intrigante e audace, ricco e avvolgente, sfodera la complessità di 100 speciali essenze scoperte, scelte e sapientemente bilanciate dai liquoristi di Casa Ballor secondo la più autentica tradizione erboristica italiana. Un viaggio di gusto che sa di erbe aromatiche, specie e radici. Raccolte ed essiccate secondo la ricetta segreta di Casa Ballor, sono state macerate - talvolta separatamente, talvolta per famiglia sensoriale - con i tempi appropriati per ottenere la più nobile estrazione delle componenti aromatiche. Le infusioni sono poi state miscelate e hanno riposato a lungo prima di raggiungere la perfezione. Da gustare liscio e freddo, Ballor 100 sprigiona in purezza la sua complessità aromatica. Ideale anche in miscelazione grazie alla concentrazione e complessità, per una firma distintiva ai grandi classici o a cocktail creativi (gradazione alcolica: 32% vol). Intriganti le note di rabarabo, genziana, assenzio, china, angostura, menta, lemon grass, cannella, peepe garofanato, curcuma, pepe di Cubebe, mirra e fieno greco.
La storia di Ballor: dalle origini all'ingresso nel portfolio Bonollo.
Grazie a questa nuova referenza, la famiglia Bonollo continua nel percorso di rilancio di un marchio che affonda le sue radici a metà Ottocento. Nato a Torino nel 1856 ad opera di Henry Freund, Paul Ballor ed Emile Roussette, il brand Ballor divenne in breve il simbolo della maestria liquorista pieontese grazie a una produzione variegata: dal vermouth all'amaro, dal gin al cognac e vino chinato. Tanto che nel 1902 Casa Savoia nominò l'azienda come "Sovrintendente del Re d'Italia"; un riconoscimento per pochi e che confermava il richiamo nazionale e internazionale del prodotto. Dopo questo apice, a partire dal 1920, il marchio cambiò spesso di mano fino all'acquisizone da parte della famiglia Bonollo di Padova, già famosa per la Grappa OF.