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Carlsberg, nuova strategia Esg: zero emissioni nette di Co2 nel 2040
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Zero emissioni nette di Co2 entro il 2040 è l'ambizioso obiettivo che si è posta Carlsberg Italia in scia all'aggiornamento e ampliamento della strategia Esg di Gruppo denominata "Together Towards ZERO and Beyond" (evoluzione del precedente piano di sostenibilità) che coinvolge l'intera catena del valore: dalla coltivazione delle materie prime alla riciclabilità del packaging. Con questo nuovo piano, Carlsberg amplia le aree di intervento lungo sei pilastri: oltre alle zero emissioni nette di Co2 anche zero impatto sull’agricoltura, zero rifiuti da imballaggio, zero spreco d’acqua, zero consumo irresponsabile e cultura zero incidenti.
Carlsberg Italia, dal 2015 -38% di emissioni Co2 dalle birre Angelo Poretti.
Dal 2015, l'azienda brassicola ha già registrato notevoli progressi, ottenendo a livello globale la riduzione del 40% di emissioni di Co2 e del 21% di utilizzo di acqua per ogni ettolitro di birra prodotto. Ottime le performance anche in Italia che, come riportato nel report Esg 2021 presentato lo scorso luglio, dal 2015 ha ridotto del 38% le emissioni di Co2 e del 32% lo spreco di acqua nel Birrificio Angelo Poretti a Induno Olona. "Il nuovo piano si basa sui progressi già compiuti e riafferma l’impegno di tutto il Gruppo per un'azione collettiva necessaria a fermare l'eccessivo aumento delle emissioni di gas serra che tutto il mondo sta affrontando. Noi vogliamo fare la nostra parte, riducendo il nostro impatto e consentendo ai consumatori di gustare un'ottima birra con la minore impronta di carbonio possibile. Per questo la nostra strategia si declina sull’intera catena del valore, dalle materie prime con cui produciamo la birra, fino al riciclo del packaging finale. È la cosa giusta da fare, per la nostra azienda, per i nostri clienti e per l’intera comunità", ha spiegato Olivier Dubost, managing director di Carlsberg Italia.
Sostenibilità, agricoltura e packaging fanno la differenza.
Come detto, il nuovo piano di sostenibilità amplia le aree d’azione coinvolgendo anche il comparto agricolo e il packaging. Attualmente, il carbon footprint associato all'agricoltura e alla lavorazione delle materie prime, nonché alla produzione e allo smaltimento degli imballaggi, ammonta complessivamente a oltre il 65% delle emissioni totali per la produzione e distribuzione di birra fino al consumatore. Carlsberg ha in programma di implementare pratiche di agricoltura rigenerativa - che migliorano la biodiversità, la salute del suolo e la cattura del carbonio nei terreni agricoli - e soluzioni di packaging sostenibile e circolare per ottenere una considerevole riduzione delle emissioni. "Con i nuovi obiettivi sosteniamo la trasformazione dell'intera industria della birra verso pratiche commerciali più sostenibili. Come Carlsberg Italia, per esempio, abbiamo concluso da poco un progetto pilota con l’obiettivo di dare nuova vita ai nostri fusti DraughtMaster in Pet, recuperati da selezionati clienti di Milano, per produrre sedute di cortesia e un orto civico per la riqualificazione di un’area verde del quartiere Bovisa", ha ricordato Serena Savoca, marketing & corporate affairs director di Carlsberg Italia.