La filiera del fuoricasa rappresenta un mercato al consumo da oltre 101 miliardi di euro, come emerso da un recente incontro organizzato da Centromarca. Un mondo che sta ridisegnando i suoi confini tra evoluzione della domanda, criticità strutturali e rivoluzione digitale. Temi al centro del dibattito Consumi fuori casa: industria di marca, dinamiche di mercato e rapporti di filiera tenutosi nei giorni scorsi a Milano e a cui hanno partecipato 250 manager delle più importanti aziende alimentari e non-food.
A illustrare le prospettive del mercato, durante l'incontro organizzato dall'associazione di categoria, è stata Bruna Boroni, direttore industry AFH di TradeLab. Dai dati emerge che nel 2024 il segmento out of home ha registrato un rallentamento moderato, ma costante (-1,6%) della domanda interna in termini di visite. A ridurle in bar e ristoranti sono in particolare i giovani GenZ (-3,1%) e i Millennial (-6,9%) che escono meno e preferiscono trovarsi in casa con gli amici per un fattore economico e per la loro forte attenzione al benessere fisico. Dal punto di vista geografico, soffrono l’area Nord (-2%) e le medie/grandi città (-4%): territori che in passato hanno contribuito in modo consistente allo sviluppo del mercato. La colazione è l’unica occasione di consumo in crescita nel 2024 (+0,7%): si sta trasformando in un momento sociale e social, amata dai giovani perché più economica e meno impegnativa rispetto alle occasioni serali. Guardando agli andamenti delle diverse tipologie di canale si rivela una certa disomogeneità e una polarizzazione della domanda. Crescono, sebbene meno del passato, anche per una maggiore concorrenza dei format di prossimità della moderna distribuzione, le visite nelle catene della ristorazione commerciale (+2%) e nelle pizzerie (+4%); rallenta la ristorazione di fascia media generalista (-4%); cresce il segmento di ristorazione premium (+6%). Per quanto riguarda il futuro dei consumi fuoricasa, attraverso il modello forecast Future Tracking, TradeLab prevede una contrazione delle visite del -1,6% nel 2025. Senza dubbio il contesto macro-economico, le modeste prospettive di crescita del nostro paese, l’incertezza del contributo del turismo internazionale e le nuove normative stanno impattando in modo significativo su un mercato resiliente, ma in forte evoluzione a tutti i livelli della filiera. Le strategie per crescere dovranno essere guidate dalla ricerca di nuove opportunità attraverso un processo continuo di innovazione.
Detto del canale, a cambiare sono innanzitutto le abitudini e le priorità degli italiani in tema di cibo e alimentazione. Come sottolineato da Nomisma, sia per un progressivo invecchiamento della popolazione sia per la diminuzione del potere di acquisto, all'interno dell'ambiente domestico prevalgono esigenze di risparmio e prodotti che contribuiscono al benessere; mentre fuori a guidare le scelte di consumo sono gusto e soddisfazione organolettica. In entrambi i casi ntra in gioco la sostenibilità, declinata sotto forma di prodotti/ricette realizzate con materie prime che rispettano l’ambiente e la comunità. Allo stesso modo, anche il digitale gioca un ruolo importante: da un lato, nella soddisfazione dei nuovi bisogni; dall'altro, per generare efficienza, ridurre i costi delle attività di filiera, affinare il coefficiente di servizio al consumatore indagando le sue scelte. Purtroppo l’innovazione va ancora troppo a rilento nel canale. Secondo quanto illustrato da Luciano Sbraga, vicedirettore generale Fipe, solo il 24,5% dei servizi di ristorazione utilizza sistemi di ordinazione/prenotazione online, il 9,5% sistemi Erp per condividere informazioni tra le aree funzionali, il 17,5% software di finanza e contabilità, l’l,9% software di customer relationship management.
Il turismo è una variabile tutt’altro che trascurabile per il fuori casa. Intervenendo al seminar, Stefano Fiori, vicepresidente di Federturismo, ha sottolineato che il valore aggiunto sfiora i 100 miliardi di euro, pari al 13% del Pil (dato Istat, 2019). Nel 2024 le presenze straniere negli esercizi ricettivi superano i 250 milioni e aumentano del 6,8% rispetto al 2023, rappresentando il 54,6% del totale.