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McDonald’s aderisce a Filiera Italia: patto fra filiera agricola, industria e retailer

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La catena di fast food McDonald’s entra in Filiera Italia, la fondazione promossa da Coldiretti e che riunisce i big dell’industria alimentare oltre alle catene commerciali Conad e Carrefour. Big Mac dovrebbe essere l’84° socio della compagine guidata dal consigliere delegato Luigi Scordamaglia. Lo statuto della fondazione dichiara esplicitamente di puntare al cibo 100% italiano, promuovere i contratti di filiera, lavorare per un’etichettatura trasparente e non piegata agli interessi delle multinazionali. Attorno a questi obiettivi, Filiera Italia ha raccolto imprese come Amadori, Aia, Inalca, De Cecco, Beretta, La Doria, Loacker, Granarolo e tante altre.

McDonald's in Filiera Italia, l'annuncio ufficiale atteso l'1 ottobre.

Il perché dell’adesione di McDonald’s Italia alla fondazione lo dirà con precisione il ceo Dario Baroni il prossimo 1° ottobre nel quadro dell’evento "Villaggio Coldiretti" a Milano. La percezione esterna è che McDonald’s, nel nostro paese da oltre 30 anni, completi il processo di “italianizzazione” alimentare (85% di fornitori). La società è da decenni legata contrattualmente alla carne bovina del gruppo Cremonini (di cui uno degli ad è Scordamaglia) e a quella di pollo di Amadori, oltre che di vari altri prodotti della filiera Dop nazionale.

Un lungo percorso di avvicinamento.

Il percorso della multinazionale americana nel nostro Paese è iniziato nel 2008 con le prime forniture di Parmigiano Reggiano, seguite da Speck Alto Adige, aceto Balsamico, olio extravergine, mele della Valtellina. Insomma un paniere ricco che include anche bacon (fornito da Cremonini e Beretta), latte (Granarolo) destinato a panini e gelati, torte e brioche (Bindi e Cupiello), insalata e verdura fresca (Bonduelle). Prodotti che riforniscono la rete di McDonald’s Italia, che conta su un network di 640 ristoranti con 140 licenziatari per un totale di un milione di clienti serviti quotidianamente.

Industria e retailer sempre più vicini, nonostante i problemi di rappresentanza.

Con l’ingresso di Mc Donald’s Italia, Filiera Italia rafforza ulteriormente il legame tra industria e retailer. Fumo negli occhi per Federalimentare che l’ha sempre vissuta come un concorrente. Poco più di due anni fa in un comunicato stampa sulle etichette a batteria, Filiera Italia si autodefinì “l’associazione che rappresenta il meglio del Made in Italy agroalimentare”. Il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio (oggi in scadenza di mandato) insorse osservando che “sarebbe meglio chiarire che la rappresentanza delle imprese dell’industria alimentare spetta a Federalimentare. Filiera Italia deve invece occuparsi dei contratti sottoscritti tra aziende agricole e imprese trasformatrici. Ribadisco che Federalimentare intende collaborare con Coldiretti, quale rappresentante autorevole del mondo agricolo. Ma dopo quest’ultima gaffe, facciamo sempre più fatica a comprendere ruolo e funzione di Filiera Italia”.

Filiera Italia e il Made in Italy: un rapporto in chiaroscuro. 

L’anno scorso, invece, un incidente si consumò all’interno di Filiera Italia. In occasione del convegno di Bormio di The European House Ambrosetti, nel suo intervento l’ad di Conad Francesco Pugliese richiamò l’attenzione del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, dicendo: “Usciremo da Filiera Italia dopo il via libera dato all’ingresso di Carrefour. Conad è entrata per difendere i piccoli produttori italiani e l’italianità. Altrimenti costituite un club dei distributori esteri”. Subito dopo Pugliese rassicurò Prandini, seduto in platea: “Scherzavo quando dicevo che saremmo usciti da Filiera Italia, ma il mio vuole essere uno stimolo”. Infine, circa 3 anni fa, il gigante globale Ferrero, socio della prim’ora dell’associazione guidata da Coldiretti, uscì in punta di piede per divergenze mai chiarite.

Di Emanuele Scarci

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