Forniture incerte? Consegne in ritardo? Scarsa dispononiltà di prodotti? Nessun problema. I consumatori hanno imparato ad adattarsi. A dirlo è il Global Consumer Insights Survey di PwC che, nell'edizione primaverile 2022, ha raccolto il punto di vista di 9.069 consumatori su 25 paesi e territori. Risultato? Molti tra i consumatori che hanno vissuto problematiche a livello di forniture, come la carenza della disponibilità dei prodotti o le consegne in ritardo rispetto ai tempi prestabiliti, affermano di essere propensi a modificare i propri comportamenti d’acquisto.
I consumatori valutano le alternative: online e negozio di vicinato.
Più nel dettaglio, secondo il Global Consumer Insights Survey di PwC oltre un terzo dei consumatori (37%) valuta la possibilità di rivolgersi a un rivenditore diverso per soddisfare le proprie esigenze o di passare all’acquisto online, nei casi in cui prima acquistava in negozio. Il 29% di chi acquista online, invece, dichiara di poter dare una chance all’acquisto in negozio per una maggiore soddisfazione, mente il 40% potrebbe usare siti comparativi per verificare la disponibilità dei prodotti. Anche le incertezze globali e le problematiche della catena di approvvigionamento stanno spingendo molti consumatori a rivolgersi maggiormente ai mercati del proprio circondario; 8 intervistati su 10 hanno espresso la volontà di pagare un prezzo più alto della media per prodotti di provenienza locale o nazionale.
Spese alimentari in crescita, ma si risparmia al ristorante.
Finora, la maggior parte dei consumatori intervistati si trova ad affrontare un'inflazione più elevata; per i prossimi sei mesi, oltre il 75% prevede di mantenere o aumentare gli attuali livelli di spesa nella maggior parte delle categorie. Nello specifico, il 47% di intervistati ipotizza di spendere di più nei generi alimentari, ma in quello che potrebbe essere un segnale degli accadimenti futuri, più di un quarto dei consumatori prevede di ridurre le spese in una serie di categorie, inclusi i ristoranti (34%). Nel complesso, l'aumento dei prezzi dei generi alimentari è stato il problema più diffuso, citato dai consumatori che acquistano in negozio (65%) e online (56%), circostanza che oltre la metà degli intervistati (57%) afferma di aver vissuto quasi sempre o di frequente.
Approvvigionamenti scarsi? L'Italia gioca la carta della filiera nazionale.
Anche gli intoppi della catena di approvvigionamento hanno influito sull'esperienza di acquisto, in particolare l'impossibilità di acquistare un prodotto a causa dell'esaurimento delle scorte (online, 43%; in negozio 37%). I consumatori citano anche tempi di consegna più lunghi per gli acquisti online (42%) e code più lunghe o negozi affollati (36%). "La fortuna dell’Italia è che abbiamo filiere produttive, sia nel settore alimentare che nel mondo dell’abbigliamento e del lusso, radicate nel nostro Paese. Gli imprenditori italiani stanno rafforzando gli stabilimenti produttivi in patria, congiuntamente ad azioni di reshoring, con l’intento di essere maggiormente reattivi ai cambiamenti che i consumatori impongono. È indubbio che abbiamo dei costi paese storicamente elevati e pertanto è fondamentale lavorare sui tempi del go-to-market, mantenendo alta la qualità di nostri prodotti e delle nostre filiere", ha spiegato Erika Andreatta, Emea luxury community leader PwC Italia.
I trend di acquisto del post-pandemia secondo PwC.
A causa della pandemia, il 63% dei consumatori intervistati ha dichiarato di aver già aumentato i propri acquisti online, mentre il 42% ha diminuito gli acquisti nei negozi fisici. La metà degli intervistati cucinava di più a casa e il 50% aveva aumentato le attività ricreative/di tempo libero domestiche. In prospettiva, le previsioni sono:
- il 50% prevede di acquistare di più online, dato più alto tra i Millennial (58%), i giovani Millennial (57%) e la Generazione Z (57%) e più basso tra i Baby Boomer (32%) e la Generazione X (42%); il 39% prevede di continuare a comprare online ai livelli attuali;
- il 46% prevede di cucinare di più a casa;
- il 41% organizzerà più attività ricreative/di tempo libero a casa;
- il 41% comprerà di più da rivenditori che garantiscono consegne/ritiri efficienti;
- il 22% acquisterà di meno nei negozi fisici; solo il 33% aumenterà i propri acquisti nei negozi.
Sostenibilità, i fattori Esg sempre più centrali per i consumatori.
La sostenibilità continua a influenzare le percezioni dei consumatori. Per circa metà degli intervistati, l’approccio delle aziende ai fattori Esg influenza spesso o sempre la fiducia in quest’ultima o la probabilità di raccomandarla (lo stesso vale per il suo marchio) ad altri. Per considerare l’acquisto, l’importanza dei fattori di governance (41%) e sociali (40%) supera quella dell’impegno ambientale di un’impresa (30%). I fattori Esg pesano di più per la Generazione Z e i giovani Millennial intervistati e di meno per la Generazione X e i Baby Boomer.