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PwC, mercato M&A italiano in calo ma food retail sempre dinamico
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Rispetto al picco del 2021, il volume delle operazioni M&A completate nel consumer market negli ultimi due anni è sceso del 4% in Italia secondo un report PwC. Un declino ancor più evidente se si guarda al valore delle operazioni, diminuito del 51% nel nostro Paese a causa della ignificativa riduzione delle operazioni di grande dimensione e di quelle sponsorizzate dai fondi e finanziate a leva, rispetto a quelle di middle market promosse da operatori industriali. Di particolare interesse, quanto successo nei settori food&beverage e hospitality&leisure.
Secondo PwC, il 52% dei ceo è pronto a concludere operazioni M&A nei prossimi tre anni.
"Anche se ci sono segnali di calo dei tassi di inflazione e di interesse, nel consumer market stimiamo sia necessario più tempo agli investitori per fare chiarezza sull’evoluzione dei prossimi mesi con riferimento in particolare alle dinamiche inflattive su costi, energia, prezzi di vendita e sulla capacità di mantenere nel medio termine i livelli di marginalità del 2023. Questa situazione di incertezza si tradurrà in un minor numero di operazioni e maggiore cautela nei multipli da applicare", ha commentato Emanuela Pettenò, PwC Italia consumer markets & markets deals leader. Nonostante l’inevitabile situazione di incertezza, secondo la società di analisi e consulenza l’attività M&A sarà comunque al centro dell’agenda strategica come leva per accelerare la crescita e il cambiamento: il 52% dei ceo delle aziende del comparto intervistate da PwC nell’ambito della 27° PwC Global Annual CEO survey ha dichiarato di voler portare a termine almeno un’acquisizione nei prossimi 3 anni. E questo a fronte di un costo del debito che rimarrà elevato anche nel 2024, per cui ci si attende che le operazioni di M&A promosse da operatori strategici continueranno ad essere guidate da razionali di crescita e cambiamento, mentre i fondi saranno maggiormente focalizzati su operazioni di middle market o strutture complesse per finanziare quelle di maggiore dimensione (continuation funds, joint-venture, deal con forte minoranza del venditore o con formule di earn out/vendor loan, club).
In Italia il food rimane trainante: 84 deal conclusi su 303 totali.
Guardando più da vicino al contesto italiano, detto del calo delle operazioni completate, il food rimane il settore di maggiore interesse con 84 deal conclusi su un totale di 303 a livello nazionale nonostante un calo del 14%. Riduzione compensata dalla ripresa dell'hospitality&leisure che, nel 2023, ha visto un aumento del 15% delle operazioni completate. In generale, resta stabile la quota di operazioni sponsorizzate da fondi (circa il 42%), che non includono le acquisizioni di piattaforma e gli add-on (classificate tra le operazioni di investitori industriali "corporate"). Le operazioni domestiche rappresentano il 67% del totale rispetto al 62% delll'anno fiscale 2022, principalmente per una riduzione delle operazioni inbound (ossia promosse da investitori esteri in Italia, principalmente finanziari) dal 30% al 23% del totale, mentre sono in crescita quelle outbound (dall’8 al 10%) principalmente promosse da investitori strategici. Di seguito, due approfondimenti sui settori chiave per il fuoricasa.
Food&beverage, spazo all'M&A anche per le private label.
Il 2023 ha continuato a risentire di significativi impatti inflattivi sul carrello (13,6% nel 2022, 5,9% nel 2023), che hanno eroso il potere d’acquisto dei consumatori e penalizzato la crescita a volume. L’attesa del 2024 è di una normalizzazione dei prezzi (attesa crescita del 3%), volumi in leggero calo e orientamento dei consumi a livello italiano in funzione delle variabili prezzo e salute. Le aziende che producono per private label della Gdo e le marche locali saranno inoltre favorite dall’attenzione alla spesa da parte del consumatore e maggiore sensibilità su aspetti di natura territoriale come sinonimo di qualità, mentre sono previsti in difficoltà i brand sia di grandi dimensioni che minori. Le più significative operazioni del 2023 sono state guidate dal perseguimento di una strategia di crescita internazionale (nuovi mercati, nuovi brand), come l’acquisizione di Beam Holding (produttore di cognac, Francia) e di Del Professore (distilleria, UK) da parte di Campari o della divisione ingredienti di Kerry Group da parte di Irca, al fine di entrare nel mercato americano. Interessante anche l’acquisizione di Fresystem da parte di Ferrero, per mettere in sicurezza il comparto frozen bakery, anticipando il risiko di operazioni del 2024 nel comparto iniziate con Forno d’Asolo-Sammontana-Investindustrial e previste continuare con Gelit (dismissione di Progressio) e altre aziende in portafoglio di fondi di private equity. Nel 2024 ancora spazio per operazioni di rifocalizzazione del portafoglio dei grandi operatori industriali, sia in termini di acquisizioni, che di dismissioni selettive, oltre ad investimenti in tecnologie di accesso diretto al consumatore. Potenzialmente spazio per M&A anche sulle aziende che lavorano per private label. Altro segmento interessante è quello relativo ai prodotti a base di ingredienti innovativi/plant based rispetto ai tradizionali prodotti derivati animali. Le tematiche ESG, infine, saranno centrali per la valutazione delle opportunità di investimento in questo ambito
Hospitality&leisure, attese nuove operazioni nel food retail.
Il 2023 è stato l’anno della definitiva ripresa per il settore turistico, con il ritorno dei viaggiatori internazionali e quote di venduto per le imprese ricettive italiane superiori al 2019. Le imprese ricettive italiane hanno chiuso l’anno con una quota di occupazione camere media del 51% (+3,8 puntu percentuali rispetto al 2019, anno di picco del turismo italiano). Il settore dei viaggi è atteso in ulteriore crescita oltre i livelli pre-Covid, grazie anche alla sempre maggior attenzione del consumatore, sia delle generazioni più giovani (Millennials e Gen Z) che più maturi (Silver Generation), alle "esperienze". Il settore del turismo, significativamente frammentato in Italia, presenta numerose opportunità di consolidamento per aumentare le quote di mercato o focalizzarsi su segmenti di business specifici o accedere a nuove tecnologie. Il settore ristorazione ha consolidato una crescita dell’8.4% nel 2023, con +10% nel comparto delle catene, che rappresentano ancora una quota inferiore al 10% del mercato della ristorazione italiana. Questo inizia a stimolare l'interesse dei fondi che hanno in passato investito nel settore, soprattutto in ambito turismo e ristorazione, a monetizzare una volta recuperati i valori pre-Covid. Alcune catene che non hanno saputo adattare il proprio modello operativo a una forma di consumazione più veloce (asporto e delivery) rimangono tuttavia in difficoltà rispetto alle formule più innovative di ristorazione veloce con ticket medio più contenuto e minor esigenza di capex per la realizzazione di nuovi punti vendita. Il 2024 si è aperto con la cessione di Piadineria da Permira a CVC, che darà il via a una stagione di operazioni sul settore sia per quanto riguarda add-on che cessioni di catene in mano a fondi di private equity che sono state rimandate negli scorsi anni.