Nell'ultimo anno, secondo l'analisi di Simon Kucher, il 40% dei consumatori ha ridotto la frequenza d'acquisto nel fuoricasa a causa di prezzi meno attrattivi. La ricerca, condotta su un panel di più di 200 società operanti nel quick service restaurant e nel casual dining, ha fatto emergere come per il 66% di questi consumatori è la riduzione del rapporto qualità-prezzo a determinare la diminuzione delle uscite nei locali. Un dettaglio che suggerisce come maggiore sensibilità ai costi e mutate abitudini di consumo siano ormai strettamente legate.
Generare una crescita sostenibili per il settore della ristorazione, dunque, è sempre più difficile. Anche perché proprio i professionisti non si sono sempre dimostrati abili a fronteggiare con successo il contesto inflattivo. Sebbene il 57% delle aziende food retail analizzate dallo studio di consulenza abbia registrato un incremento dei ricavi, nel 45% questo aumento si è allineato a quello dell'inflazione (mentre per il 52% è risultato superiore). Una scelta conservatrice che, nel 50% dei casi, è stata avvallata per preservare la marginalità nonostante solo il 33% è riuscito a coprire i maggiori costi con un ritocco al listino. "In un contesto aziendale sempre più competitivo e in risposta a esigenze di consumo sempre più mutevoli, si evidenzia una necessità crescente per le aziende del settore di identificare e prioritizzare strategie che favoriscano la crescita e la sostenibilità nel lungo periodo attraverso diverse leve, quali per esempio l’ottimizzazione dell’offerta e la revisione strategica dei prezzi", ha commentato Francesco Fiorese, partner di Simon Kucher
Dalla ricerca si evidenza, infatti, che il 41% delle aziende considera prioritario l’uso del pricing per massimizzare le opportunità di crescita e il 39% si sta concentrando sulla business expansion, con particolare attenzione all'introduzione di prodotti innovativi e l’ingresso in nuovi segmenti. Questo anche perché le preferenze alimentari sono in forte mutamento per il 64% dei consumatori che si stanno spostando verso prodotti di alta qualità (30%) e più salutari (25%), con una crescente attenzione al rapporto qualità-prezzo (29%).
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