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Nicolas Peyresblanques, ceo di Segafredo Zanetti
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Nicolas Peyresblanques (Segafredo): "Qualità e servizio assi vincenti"

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A quasi un mese dalla fine di Sigep, il bilancio di Segafredo Zanetti è più che positivo e conferma la bontà della strategia pensata per il canale Horeca. A dirlo è il ceo Nicolas Peyresblanques: "Nel 2021, post-Covid, abbiamo avviato un profondo lavoro di formazione su tutta la forza vendita, circa 200 persone in Italia, gli unici che ancora lavorano su tentata vendita. E a Rimini ne abbiamo raccolto i frutti: i professionisti che hanno visitato il nostro stand sono aumentati rispetto all'edizione precedente e tutti erano caratterizzati da una volontà di conoscere, approfondire, capire meglio la nostra proposta". Attività tese a sostenere la crescita del fatturato che, per il 2023, dovrebbe raggiungere i 100 milioni di euro. 

L'intervista a Nicolas Peyresblanques (Segafredo Zanetti). 

Quali sono stati i passi concreti per rinnovare la vostra strategia di ingaggio foodservice?

L'obiettivo che ci eravamo posti era quello di preparare al meglio i commerciali per tentare di recuperare quell'8-9% di fatturato perso a causa della pandemia. In due anni, abbiamo approfondito tutti i pilastri della nostra proposta: conoscenza della materia prima, del processo di torrefazione, della realizzazione dei blend, delle trasformazione in atto nel mondo del caffè trainate dall'innovazione tecnologica. Insomma un lavoro pratico-teorico per conoscere lo strumento di lavoro. Comprese le tecniche di vendita per riuscire a penetrare il mercato e premiumizzare il nostro approccio.

E per quanto riguarda il prodotto?

Abbiamo intrapreso un revamping di tutta la parte di visibilità del marchio sul punto vendita. Il 2023, per esempio, lo abbiamo consacrato al restyling del packaging e della nostra offerta non solo dal punto di vista del design ma anche assecondando le abitudini di gusto in forte cambiamento, lavorando sulle referenze top seller e tutte la gamma intermedia composta da circa 10 referenze. Questo perché vogliamo preservare e in caso allargare la nostra fetta di mercato composto da circa 10mila clienti e con una prospettiva di crescita del +50% nel giro dei prossimi cinque anni. Già dall'anno in corso dovremmo aumentare la base clienti con mille nuovi partner. D'altronde, secondo noi non c'è altro modo per contrastare la contrazione del business fuoricasa: dobbiamo puntare a essere leader e sinonimo di eccellenza riconosciuta nel foodservice.

Che ruolo ha il food retail in questa strategia di crescita?

Le catene di ristorazione sono cresciute molto negli ultimi anni in Italia. Un fenomeno che per noi non è una novità. Basti pensare che serviamo i punti vendita dell'insegna McDonald's in 16 Paesi diversi. Possiamo quindi dire di aver maturato un certo know how capace di rispondere alle esigenze dei player del settore. Anche a livello di internazionalizzazione dei brand. Grazie al controllo della filiera dal chicco alla tazzina e 20 torrefazioni sparse in tutto il mondo ci candidiamo a essere un partner strategico per le realtà Made in Italy che vogliono mantenere una forte distintività nei mercati esteri. E poi c'è tutta la questione relativa all'aspetto tecnico, quindi alla macchina da caffè. 

Qual è, secondo lei, il segmento in cui il caffè può trovare più spazio di evoluzione?

In generale, se dovessi puntare su una categoria più dinamica delle altre, direi che la pasticceria rappresenta un canale importante per lo sviluppo del caffè, sebbene la ristorazione rimanga sempre il fulcro dei consumi di qualità. 

Protagonisti di questo sviluppo potrebbero essere anche le vostre caffetterie. Che ruolo giocano nella proposta del brand?

Fin dalla fine degli Anni 80 abbiamo sviluppato le caffetterie come ambasciatrici della nostra filosofia. Oggi il numero di locali attivi si aggira sulle 400 unità. Quelle strettamente a marchio Segafredo Cafè sono circa 280 in tutto il mondo. Medio Oriente, Sud America e Asia Pacifico le aree maggiormente presidiate. Ovviamente siamo presenti anche in Italia, dove l'anno scorso abbiamo aperto 6 punti vendita. Si tratta di concept che stiamo via via rinnovando dando maggiore spazio a un'anima green, biologica e capace di offrire un'esperienza a 360° sul mondo del caffè e della caffetteria. D'altronde, le abitudini di consumo stanno cambiando molto velocemente. Se è vero che nella Penisola la tradizione dell'espresso rimane molto forte, dagli altri mercati arrivano sollecitazioni molto innovative che si aprono con più coraggio e disinvoltura al cold brew, allo specialty coffee e simili. Per questo, ora come ora ci rivolgiamo ai nostri clienti non più come semplici venditori o fornitori di caffè ma come veri e propri consulenti capaciti di portare un valore aggiunto sul punto vendita. 

di Nicola Grolla

       
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