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Pietro Paparoni, investment director di Quadrivio Group
Pietro Paparoni, investment director di Quadrivio Group
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Pietro Paparoni (Quadrivio Group): "5 KPI per misurare il food retail"

Con oltre 20 anni di esperienza nel private equity, Quadrivio Group ha all'attivo tre fondi specializzati, compreso uno dedicta al Made in Italy. "Ristorazione compresa", afferma Pietro Paparoni, investment director del gruppo intervistato da RM. Le ultime operazione nel fuoricasa hanno riguardatoto l'acquisizione del brand napoletano Golocious e dei ristoranti Baessato, confermando così l'interesse per il food retail: "Si tratta di un target di investimento estremamente intersezionale: è parte del Made in Italy, ma anche di Industry 4.0 e Silver Economy (gli altri due fondi specializzati, ndr), con un’incidenza prevista tra il 15% e il 20% dell’asset under management", continua Paparoni. 

L'intervista a Pietro Paparoni (Quadrivio Group). 

Su quali settori della ristorazione si concentrano gli interessi di Quadrivio Group?

Attraverso la nostra partecipata Fedegroup siamo focalizzati ora nella ristorazione in outsourcing, principalmente all’interno del segmento hotellerie ma con aperture retail su strada e intere gestioni alberghiere. E stiamo lavorando con la prima linea manageriale per massimizzare effort e risultati a vantaggio dell’azienda e degli hotel italiani che ci scelgono come partner. L’obiettivo di Fedegroup è mettere in moto uno shift di percezione e di abitudine di consumo del pubblico finale: il ristorante in hotel ha lo stesso valore, la stessa qualità, di un ristorante italiano su strada. La proposta dei nostri ristoranti in hotel non ha nulla da invidiare alla proposta dei nostri retail più prestigiosi: il Nabucco e il Gran Baguttin di Milano, due locali ricchi di storia, tradizione, ormai veri e punti di riferimento per il territorio.

Ultima operazione effettuata e obiettivi fine 2023?

Abbiamo appena acquisito Baessato, il format di locali nato a Padova e fondato da Mirko Sanna che, con il closing, è entrato nel cda del gruppo con l’incarico di coo e sales development director, a riporto diretto dell’ad. Solo per Baessato prevediamo l’inaugurazione di tre nuove location a Milano nel 2024, l’ingresso del format nelle strutture alberghiere gestite da Fedegroup e due aperture congiunte a fine 2023 negli Emirati, ad Abu Dhabi e a Dubai. Il nostro obiettivo non è quello di creare “catene” o franchise a grande espansione: lavoriamo per costruire o acquisire brand autentici, capaci di arricchire la nostra catena del valore e offrire al pubblico un’esperienza riconoscibile, replicabile, ma ogni volta unica. La fiducia del pubblico nei nostri brand, e l’affezione a questi, sono la cartina tornasole del lavoro valoriale che facciamo su ogni format, che sia dedicato al mercato italiano o all’export.

Le insegne della ristorazione a catena uniscono gusto e finanza. Quali sono gli ingredienti fondamentali per attrarre nuovi capitali secondo l'esperienza di Quadrivio Group? 

Noi Noi lavoriamo su 5 KPI: crescita life for lite L4L del fatturato, fidelizzazione della clientela, autenticità del prodotto, ritorno del capitale investito, know how del team che passa dalla valorizzare delle risorse umane. Da questo emerge in modo molto chiaro che Quadrivio e Fedegroup, oltre agli ovvi risultati di business, considerano fondamentale la leva del personale, delle risorse umane. Le persone che lavorano per Fedegroup, a qualunque livello, possono contare su programma di welfare in continua evoluzione, su cui l’azienda investe circa 1 milione di euro ogni anno, e su una formazione costante. Fedegroup sta diventando sempre di più un talent garden per il settore, grazie al supporto del fondo Indusrty 4.0 e a una visione manageriale che ha riconosciuto il capitale umano come asset fondamentale per il successo dell’azienda.

A livello di management, quali sono le tre skill necessarie per passare dalla ristorazione al dialogo con i fondi di investimento?

Visione strategica, capacità di gestione della crescita e dell’evoluzione del business e naturalmente una forte conoscenza dei “numeri” e del conto economico: sapere dove si è posizionati del mercato e dove il settore sta andando, quali sono le aree su cui investire e quali su cui mantenere un approccio più conservatore, leggere e analizzare il proprio andamento sono asset fondamentali per dialogare con i fondi.

Il mercato dei capitali è sempre molto dinamico, che spazio di manovra hanno ora i fondi in Italia? Quali sono gli scogli da superare?

Grazie all’evoluzione tecnologica, e all’apertura sempre più ampia dei mercati globali, anche per gli italiani il mercato di riferimento non è più solo l’Italia, è l’Europa. Per competere a livello europeo non è fondamentale l’accesso al credito, ma la capacità di far comprendere, di valorizzare e “coltivare” il proprio modello di business e dimostrare la propria sostenibilità nella crescita. Rispetto ai paesi anglosassoni e nord europei ancora è limitata la propensione dei fondi istituzionali e dei fondi pensione ad investire nel private equity: più ci sarà visione da parte dei fondi pensioni italiani ad investire nel private equity maggiori saranno i capitali investiti nell’economia reale con ricadute positive per occupazione e gettito fiscale.

di Nicola Grolla

       
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