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In Italia il plant based vale 746 milioni di euro. 
In Italia il plant based vale 746 milioni di euro. 
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Verso gli Stati Generali delle proteine alternative (21 ottobre)

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- Alternative plant based - Plant based in Italia - Stati Generali proteine alternative

Da Alternative agli Stati Generali delle proteine alternative (il 21 ottobre) è partita la rincorsa del segmento plant based nel mercato alimentare italiano. L'evento tenutosi all'Università degli Studi di Milano-Bicocca, dal titolo Proteine alternative: innovazioni, sfide e opportunità ha fatto da apripista per l'appuntamento autunnale riunendo esperti del settore agroalimentare e biotecnologico, ricercatori, istituzioni e imprenditori per discutere sul futuro delle proteine alternative.

In Italia il plant based vale 746 milioni di euro. 

Durante l'incontro del 21 ottobre, ricercatori, imprenditori e rappresentanti istituzionali del settore avranno il compito di delineare le linee guida per uno sviluppo del sistema alimentare innovativo, inclusivo e sostenibile. Una necessità che trova riscontro anche nei dati della domanda. In Italia il mercato delle proteine vegetali sta crescendo rapidamente, con un valore stimato di 746 milioni di euro per il 2024 e un incremento annuo del 5%. Nel 2023, le vendite di prodotti plant based hanno raggiunto i 641 milioni di euro, registrando un +16% rispetto al 2021. Particolarmente significativo è stato il boom dei formaggi vegetali, con un aumento delle vendite del 77% in soli due anni. Nonostante le sfide normative e burocratiche, il nostro Paese si conferma tra i leader europei nel consumo di proteine di origine vegetale, con una domanda in continua crescita.

Il ruolo sostenibile delle proteine alternative. 

Le proteine alternative (tra cui prodotti vegetali, carne coltivata e fermentazione di precisione) stanno emergendo come soluzioni fondamentali per ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura. Studi recenti evidenziano che la carne a base vegetale può abbattere le emissioni di gas serra fino al 94%, ridurre l’uso del suolo dell’89% e il consumo di acqua del 93% rispetto alla carne tradizionale. Anche la carne coltivata promette un notevole risparmio di risorse, con una riduzione dell’impatto climatico fino al 92% e un minor utilizzo di suolo del 90%. Ma non si tratta solo di sostenibilità ambientale: il settore rappresenta anche un’enorme opportunità economica. Si stima che entro il 2050 il mercato globale delle proteine alternative possa superare i 900 miliardi di euro, creando circa 10 milioni di posti di lavoro.

Proteine alternative, investimento sulla sicurezza alimentare. 

Inoltre, Alternative ha acceso i riflettori sul tema della sicurezza alimentare, evidenziando il ruolo delle proteine alternative nel ridurre la dipendenza dalle importazioni e nel rafforzare la resilienza del sistema alimentare europeo. Oggi, circa il 45% dei raccolti europei è destinato all’alimentazione animale, ma grazie alle proteine alternative, che richiedono meno terra e risorse naturali, l’Europa potrebbe avvicinarsi a una maggiore autosufficienza alimentare. "L'evento ha dimostrato l'interesse di ricerca e industria per le proteine alternative, ma ha anche confermato che riunire tutti i portatori di interesse per una discussione aperta e costruttiva è una necessità e porta a risultati concreti, favorendo ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico ed una comunicazione efficace", ha affermato Maurizio Bettiga, ideatore e chair di Alternative. 

       
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