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TheFork, dopo l'estate arriva una nuova policy sul no-show
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Con le prime piogge autunnali, per TheFork è tempo di bilanci sull'estate del fuoricasa ormai passata e di nuove iniziative a favore di utenti e ristoratori. Il tutto in un momento in cui gli stumenti di prenotazione online si stanno assestando come touchpoint irrinunciabile per iniziare l'esperienza gastronomica grazie alla possibilità di scoprire in anticipo, tramite le recensioni degli utenti, menu, orari, servizi, ecc. senza l'ostacolo linguistico (elemento molto apprezzato soprattutto dai turisti stranieri). A patto di presentarsi effettivamente al ristorante.
Il bilancio delle prenotazioni estive su TheFork: spesa media fra i 25 e i 50 euro.
Durante i mesi estivi, gli utenti di della piattaforma hanno preferito optare per la cena (82%), rispetto a un pranzo. I giorni preferiti per mangiare fuori sono stati il sabato (23%), la domenica e il venerdì (entrambi al 16%). Inoltre, il 44% degli utenti ha prenotato con meno di quattro ore di anticipo, mentre il 17% ha pianificato la propria uscita con oltre tre giorni di anticipo. La spesa media per coperto ha visto il 59% degli utenti spendere tra i 25 e i 50 euro, mentre solo il 4% ha speso più di questa somma. I ristoranti più scelti sono stati quelli di cucina tipica italiana (31%), seguiti dalla cucina mediterranea (13%), dalle pizzerie (12%) e dai ristoranti di pesce (8%). Per quanto riguarda il turismo nazionale, il 19% delle prenotazioni su TheFork nei tre mesi estivi del 2024 è stato fatto da utenti italiani, con un aumento del +7,5% rispetto al 2023. Ad agosto, questa percentuale sale al 21%, con il Sud e le Isole in cima alla classifica, grazie a regioni come la Puglia e la Calabria, rispettivamente con il 30% e il 33% di turisti nazionali. In assoluto, però, il podio delle regioni che hanno registrato il maggior numero di prenotazioni nei mesi estivi è formato da Lombardia, Lazio e Toscana.
No-show, una cattiva abitudine anche in vacanza.
Numeri ragguardevoli, se non fosse per il fatto che, come emerso da una ricerca condotta da TheFork e Commestibile, metà dei clienti dimenticano di cancellare la prenotazione se per un contrattempo non riescono a recarsi al ristorante. Una brutta abitudine che ha condizionato anche le performance estive (il 61% degli utenti afferma che la probabilità di effettuare un no-show durante la villeggiatura rimane invariata) e che TheFork intende contrastare bloccando gli account di chi dovesse essere protagonista di 4 no-show in 12 mesi. D'altronde, come emerge dall'analisi delle abitudini degli utenti, la motivazione più diffusa (46%) per la mancata cancellazione della prenotazione è la dimenticanza. A seguire (36%) ci sono il contrattempo e l'imbarazzo dato dal dover disdire (11%). Motivazioni a volte comprensibili ma che causano dei veri e proprio "buchi" per i ristoratori che, in un mese, subiscono una media che va dall'1 al 10% di no-show rispetto alle prenotazioni totali, principalmente da parte di clienti occasionali (78%) e turisti (18%). Questo si traduce, per il 78% de ristoratori, in una perdita di fatturato annuo che si aggira intorno all'1-5% e per qualcuno supera anche il 10%.
I servizi TheFork per contrastare il no-show.
"L’impegno di TheFork a contribuire alla riduzione dei no-show rimane immutato, tant’è che abbiamo implementato numerosi strumenti digitali per aiutare i ristoratori a gestire il fenomeno e tutelarsi - ha commentato Carlo Carollo, country manager di TheFork - Attualmente il nostro gestionale TheFork Manager impedisce allo stesso utente di effettuare una prenotazione per lo stesso giorno e alla stessa ora in più ristoranti e offre la possibilità di tenere traccia dei no-show fatti dai clienti attraverso un indice di affidabilità attribuito ai vari utenti dal gestionale; permette inoltre di inviare una doppia conferma della prenotazione, via mail e tramite notifiche push, e un promemoria che consente all'utente di annullare, eventualmente, con un solo click. A questo si aggiungono le diverse campagne di educazione e sensibilizzazione attivate sui canali social e non solo, sia per i consumatori che per i ristoratori. Per gli utenti che poi ripetono questo comportamento in modo recidivo abbiamo introdotto una nuova e più rigida policy. Ma va detto che la stragrande maggioranza dei nostri utenti si comporta in modo corretto".