 
            Con la fine dell'estate il vending affronta un ritorno al lavoro e sui banchi puntando su efficienza e varietà per invertire un calo dei consumi del -4,6%. Un dato che riflette le difficoltà del settore e, tuttavia, in cui non mancano le soluzioni, grazie a una filiera agroalimentare che mette sempre di più al centro il tema della pausa funzionale, di benessere.
La fine del rimbalzo post-Covid ha coinvolto anche il vending: come registrato da Confida, dopo il picco del +10,48% del 2022, per l’anno in corso si stima una chiusura a -5% delle consumazioni rispetto al 2024. "Tra le cause, il calo della produzione industriale registrato nel 2024 in Italia con il conseguente maggiore ricorso alla cassa integrazione che ha impattato in modo considerevole sul settore della distribuzione automatica, un comparto che sviluppa il 37% delle consumazioni nella manifattura. Inoltre, a concorrere c’è stato anche l’effetto dell’inflazione registrata negli ultimi anni, che ha portato il consumatore a una contrazione dei consumi alimentari fuoricasa in generale", spiega Massimo Trapletti, presidente di Confida. A livello di merceologie, il calo è generalizzato (caffè compreso), ma non mancano prodotti in controtendenza come bevande fredde ed energy drink. Tra gli snack invece crescono la frutta secca (s i stima una crescita superiore al 5% per il 2025), i prodotti a base di formaggio (vera e propria novità degli ultimi due anni con una crescita a doppia cifra) e le caramelle (per le quali si stima un +4% circa). Oltre a una maggiore accessibilità digitale, dunque, al comparto serve ricalibrare anche il mix sulle spirali.