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Nei primi sette mesi del 2025, i consumi vending sono calati del -4,7% sullo stesso periodo 2024 secondo Confida
Nei primi sette mesi del 2025, i consumi vending sono calati del -4,7% sullo stesso periodo 2024 secondo Confida
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Vending, consumazioni in calo nonostante l'innovazione in campo

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- Vending Confida - Vending Italia distribuzione automatica - Vending macchinette caffè

Consumi ancora in calo (-4,6%) nel vending che, tuttavia, continua a convincere il 79% degli italiani per comodità e velocità di erogazione del prodotto. La vera sfida secondo Confida, che ha riunito a Roma gli Stati Generali del comparto, è l'accesso ai finanziamenti della Transizione 5.0 da parte dei produttori della distribuzione automatica e l'imminente entrata in vigore del PPWR che rischia di vanificare li investimenti programmati sull'economia circolare. 

Dopo la ripresa del 2021, il vending cala: ecco i motivi. 

Iniziamo con i dati: nei primi sette mesi dell’anno, il settore della distribuzione automatica ha registrato un sensibile calo delle consumazioni. Questo trend negativo arriva dopo la lieve ripresa iniziata nel 2021 (+10,48%), proseguita nel 2022 (+5,07%) e stabilizzatasi nel 2023 (+0,74%). È la fotografia scattata da Confida - Associazione italiana distribuzione automatica da cui emerge un settore che paga il calo della produzione industriale (con il conseguente aumento della cassa integrazione che riduce il bacino d'utenza nel manifatturiero, dove il vending registra il 37% delle consumazioni), l’effetto dell’inflazione (che ha causato una contrazione dei consumi alimentari fuori casa con oltre un terzo degli italiani nell’ultimo anno ha peggiorato la propria situazione economica), e l’utilizzo dello smart working (oggi utilizzato regolarmente dal 31% degli italiani). Parallelamente, sono cambiate le abitudini di consumo che ora virano verso scelte sempre più personalizzate, causando una frammentazione crescente delle identità alimentari. Eppure questo rimane un servizio fuoricasa essenziale dal momento che rappresenta un'occasione di evasione dalla routine (74%), secono una rilevazione Ipsos. 

Massimo Trapletti (Confinda): "Calano le vending machine vendute, incentivi siano più facili". 

"Il calo delle consumazioni della distribuzione automatica ha portato, come conseguenza, anche a una riduzione del 28% nei primi sei mesi del 2025 della vendita di vending machine nuove: una produzione di eccellenza del Made in Italy, che vive anche una crescente concorrenza di produttori asiatici le cui vending machine, talvolta, non rispettano le normative europee oppure provengono da Paesi in cui la manodopera è sottopagata e poco tutelata. Per questo - ha affermato Massimo Trapletti, presidente di Confida - il Piano Transizione 5.0 era un provvedimento molto atteso dalle aziende del settore, che tuttavia non si è potuto utilizzare per le difficoltà applicative. Auspichiamo pertanto che la revisione contenuta nella Legge di Bilancio renda più agevole l’accesso al beneficio per le nostre imprese".  In aggiunta, il settore richiede un protocollo integrativo al contratto collettivo del commercio a cui fanno riferimento i lavoratori del comparto, al fine di inquadrare al meglio le peculiarità delle professionalità della distribuzione automatica. "Il settore della distribuzione automatica include circa 30.000 addetti, per un totale di 3.000 imprese - ha commentato Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio - Un numero decisamente sufficiente per prendere in considerazione di elaborare un protocollo dedicato al mondo del vending che integri il nostro principale contratto collettivo nazionale al prossimo rinnovo, dando al settore le specifiche necessarie a valorizzare le proprie qualità".

La campagna europea sugli imballaggi preoccupa il vending. 

Infine, la distribuzione automatica dovrà affrontare anche le criticità che emergono dal Regolamento Europeo sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (PPWR), che entrerà in vigore il prossimo anno. In particolare, gli obbiettivi di riutilizzo e l’introduzione dei sistemi di deposito e cauzione vanificherebbero gli investimenti fatti negli anni sul riciclo degli imballaggi con il progetto economia circolare RiVending ormai diffuso in tutta Italia con oltre 16 mila cestini per il riciclo della plastica posizionati in 2.500 aziende. Il comparto, quindi, chiede alle istituzioni italiane nell’applicazione della PPWR di esentarlo da quelle previsioni inapplicabili per le caratteristiche intrinseche della distribuzione automatica

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