La stagione estiva è scattata anche nel fuoricasa, ma come ci arrivano i consumatori? Alcune risposte dal report sulle visite on premise di CGA By NielsenIQ. I dati si riferiscono a una ricerca condatta su un campione di 750 consumatori intervistati fra il 19 aprile e i 2 maggio che, generalmente, si recano nei locali almeno una volta in un periodo di tre mesi.
Nel periodo considerato, la società specializzata in analisi di mercato evidenzia come il tasso generale di visita dei consumatori sia rimasto costante rispetto al periodo precedente (marzo-aprile), assestandosi al 96% del campione analizzato. Va comunque segnalato che, a livello di intenzioni, cresce di 5 punti percentuali, arrivando al 29%, chi prevede di uscire più spesso. I motivi? Fra quelli in crescita c'è la voglia di provare posti nuovi, che proprio per l'avvicinarsi della bella stagione hanno rinnovato il proprio locale o la propria offerta (35%); l'aumento degli eventi di richiamo (32%), il periodo dell'anno più favorevole, nonostante un'avvio "bagnato" dal meteo ballerino (27%) e una certa disponibilità economica dovuta sia al risparmio accumulato nei mesi precedenti (15%) sia al budget non ancora allocato per il periodo estivo tout court (19%). Dall'altro lato dello spettro, però, fra chi afferma che uscirà meno spesso (26% del campione), il motivo è il generalizzato aumento del costo della vita che si traduce anche in un aumento dei prezzi per mangiare e bere fuoricasa. Tirando le somme, per quanto riguarda i prossimi mesi estivi l'85% del campione afferma che uscirà a mangiare, mentre l'occasione di una bevuta copre il 58% delle intenzioni. In entrambi i casi con maggiore moderazione: cresce del 9% la quota di chi starà più attento a quanto spende per le ordinazioni.
Per quanto riguarda la frequenza, rimane stabile la quota di chi esce una o due volte la settimana (43%), specialmente nel weekend: venerdì e sabato sono i giorni clou, mentre perde 3 punti percentuali la domenica a beneficio dei giorni feriali come mercoledì e giovedì che fanno segnare rispettivamete una crescita dell'1% e dell'8%. Da un punto di vista sociologico, invece, chi esce maggiormente sono i giovani, soprattutto quelli dai 18 ai 34 anni (il 45% esce di più, il 16% meno rispetto alla rilevazione precedente), specie se residenti in città e con un reddito famigliare medio intorno ai 43,050 euro l'anno. Discorso a parte merita la GenZ: il 51% esce di più (+22% rispetto al cosunamtore medio) ma solo il 30% dichiara di sostenere una spesa maggiore.
Di particolare interesse, nell'analisi CGA by Niq, è l'analisi su food delivery e bevande. Nel primo caso, si evidenzia che il 62% ha ordinato cibo a domicilio nel periodo considerato (il 19% anche una o due volte la settimana), con una spesa media mensile di 49 euro per il cibo a domicilio. Nel secondo caso, fra le bevande considerate più di tendenza nel periodo considerato spiccano gli aperitivi (+24%) e le birre (sia artigianali +19% che industriali +19%). Nel mezzo si posizionano il prosecco (+20%). E questo a spese di sidro (-12%), liquori alle erbe (-9%) e champagne (-9%). Preferenze che si confermano anche nella proiezione sulle preferenze di consumo estivo, dove peraltro spiccano i ready-to-drink a basso contenuto alcolico (33%).