Ora è ufficiale! La cucina italiana è stata riconosciuta patrimonio immateriale Unesco durante l'ultimo Comitato intergovernativo di Dehli dell'8-10 dicembre. Un risultato atteso, raggiunto all'unanimità, che conferma livello mondiale i valori fondanti della cultura gastronomica tricolore. Si tratta di un primato a livello globale, dal momento che non si lega a una ricetta o a un'insieme di prodotti, ma al significato culturale e sociale del cucinare e la sua funzione valoriale nella quotidianità degli italiani.
Questa candidatura, sostenuta e promossa da Fipe-Confcommercio, è il risultato di un impegno di sistema che ha visto il fondamentale coinvolgimento delle istituzioni (ministero Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, ministero della Cultura e ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Anci e di numerosi altri enti) insieme ad altre espressioni della società civile, associazioni, cittadini, imprenditori. Fipe ha promosso e sostenuto la candidatura con numerose iniziative, l’ultima delle quali la campagna avviata lo scorso 18 novembre e, conclusasi proprio quest’oggi, che ha coinvolto oltre 10.000 ristoranti in Italia e all’estero, proponendo piatti dedicati alla valorizzazione del patrimonio gastronomico nazionale e coinvolgendo direttamente i territori nella celebrazione di questa eccellenza. "Oggi l’Italia ha vinto ed è una festa che appartiene a tutti perché parla delle nostre radici, della nostra creatività e della nostra capacità di trasformare la tradizione in valore universale", afferma il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Questo riconoscimento, "celebra la forza della nostra cultura che è identità nazionale, orgoglio e visione - prosegue il ministro - la cucina italiana è il racconto di tutti noi, di un popolo che ha custodito i propri saperi e li ha trasformati in eccellenza, generazione dopo generazione".
"Il riconoscimento della cucina italiana patrimonio dell’umanità è un risultato straordinario, frutto di un’azione di sistema coordinata dal Masaf e dagli altri enti istituzionali coinvolti a cui va il nostro ringraziamento e la riconoscenza dell’intero comparto. Auspichiamo che questo risultato rappresenti una best practice per il futuro, perché testimonia come l’Italia sia in grado di fare rete per raggiungere ambiziosi obiettivi - dichiara Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe, che dal 2023 celebra i valori dell'ospitalità, territorio e accoglienza con La Giornata della Ristorazione - Questo riconoscimento testimonia come l’intero sistema economico-produttivo espressione della cucina italiana non sia solo un’attività economica, ma un condensato di valori, che identifica un modello culturale e stili di vita, capaci di coniugare qualità, biodiversità, stagionalità, testimonianza di una tradizione depositaria di valori culturali universali che unisce generazioni ed esperienze familiari, locali e globali".
Una visione condivisa anche da Mario Piccialuti, direttore generale di Unione Italiana Food: "Un riconoscimento storico non solo alla nostra tradizione gastronomica, ma all'intero sistema produttivo. Si tratta di un punto di partenza per rafforzare ulteriormente la tutela e la promozione della cucina italiana nel mondo, valorizzando il lavoro di migliaia di aziende che ogni giorno contribuiscono a scrivere questa storia di successo". Unione Italiana Food è un'associazione che accoglie 530 eccellenze dell'industria italiana, che producono oltre 900 marchi che finiscono sulle tavole degli italiani e degli amanti del cibo italiano di tutto il mondo. Numeri che si inseriscono in un contesto favorevole all'agroalimentare. Pensiamo alla pasta: per 8 italiani su 10 è l'alimento più rappresentativo e per il 96,6% principale ambasciatrice d'italianità nel mondo, con 23,3 kg pro capite l'anno consumati (il dato più alto al mondo) mentre il caffè mantiene una forte valenza sociale con 7 italiani su 10 che lo bevono quotidianamente (280mila tonnellate, 792 tazzine annue a testa). Oppure panettone/pandoro (90.000 tonnellate e 596,3 milioni di euro) insieme al gelato (oltre 3,3 miliardi di porzioni, primato europeo di produzione industriale a valore).
Per gli esercizi commerciali, il rinocoscimento Unesco apre una nuova fase per l'appeal turistico dell'Italia. Secondo CST Confesercenti, si attende un +6-8% di presenze per un totale di 18 milioni di turisti in più nei prossimi due anni per effetto di questa decisione. Flussi che si riverseranno anche sulla ristorazione. Nel 2024 i visitatori stranieri hanno speso 12,08 miliardi di euro in ristoranti, bar e pubblici esercizi, il 7,5% in più rispetto al 2023. Le anticipazioni per il 2025 indicano un ulteriore aumento, con un totale atteso di circa 12,68 miliardi di euro, pari a una crescita del 5%. A questi si aggiungono i viaggi turistici motivati dall’enogastronomia, che generano già oggi 9 miliardi di euro di spesa diretta: un dato che conferma il ruolo della cucina italiana come uno dei principali fattori di scelta della destinazione. Numeri destinati a crescere. "Alcuni benefici saranno quasi automatici - osserva Giancarlo Banchieri, presidente nazionale Fiepet Confesercenti - il riconoscimento Unesco della cucina italiana è una straordinaria leva di promozione: agisce da moltiplicatore per il turismo, per l’economia e per l’immagine del Paese. Perché questa spinta si traduca in sviluppo reale servono però politiche lungimiranti".