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Dispensa Emilia verso quota 40 con più primi e pranzi nel menu
L’insegna partecipata da Investindustrial ha allargato di un terzo la sua rete nell’ultimo anno. E nel menu Dispensa Emilia, non solo tigelle e gnocco fritto. Arrivata a 39 punti vendita, la catena è un concentrato della cucina italiana. Di quella più tipica e conosciuta: quella emiliana. Con un bicchiere di Lambrusco che completa l’offerta classica proposta per la prima volta nel 2004 a Modena e dal 2017 partecipata dal fondo di investimento per il 70%. «Uno sviluppo che ci ha visto ampliare la rete esistente continuando a garantire la nostra offerta di qualità negli altri punti vendita», afferma l’amministratore delegato Alessandro Medi.
Centri commerciali destinazione primaria per Dispensa Emilia.
Canale di sviluppo privilegiato, anche nel prossimo anno, rimarranno i centri commerciali. A patto che garantiscono il giusto spazio, traffico e tipologia di clientela in un momento in cui lo scontrino medio cresce (in parte per colpa dell’inflazione) più delle visite al ristorante. "I centri commerciali devono ancora recuperare qualcosa rispetto al pre-Covid. Un allungamento degli orari di apertura serale e la contemporanea ripresa delle sale cinematografiche potrebbero rappresentare una nota positiva", spiega Medi. Buone performance anche dal servizio a pranzo, che conferma la varietà dell’offerta gastronomica costruita attorno alla tradizione culinaria emiliana. "Le tigelle e lo gnocco fritto sono solo un terzo delle nostre vendite. I primi emiliani, dai tortellini ai tortelloni, magari al ragù fato in casa, le insalatone e pure i dolci sono una testimonianza dell’eccellenza Made in Italy. Anche nel bicchiere dove il protagonista è il Lambrusco, peraltro al centro di un rilancio nazionale che premia la nostra scelta", conferma Medi.
Filiera locale e autoproduzione anche nel menu di Natale.
Per garantire questa proposta, Dispensa Emilia fa affidamento su una rete di fornitori al 90% locali, «a non più di un’ora di distanza dall’Emilia», sottolinea Medi. Per questo, lo scorso anno, l’azienda ha scelto di potenziare il servizio di procurement per garantire una media di tre consegne sui punti vendita a settimana. Parliamo di soli prodotti freschi, niente surgelato. Un terzo di quanto viene messo in vendita arriva direttamente dal laboratorio centralizzato. Si tratta di un luogo in cui la tradizione della zdora incontra le necessità del food retail. Soprattutto a Natale: "Dicembre è un mese molto importante per noi. I nostri team sono pronti. Non accoglieremo solo il classico pubblico di chi acquista i regali. Sia su strada che nei centri commerciali siamo sempre più scelti per eventi come feste di compleanno, cene aziendali, feste di laura", ricorda Medi. A favore di Dispensa Emilia c’è anche il rapporto qualità-prezzo con uno scontrino medio che si aggira intorno agli 11-14 euro.
Digitale in store, nel 2024 i test con i kiosk.
Valori che aumentano, maggiore è il ricorso al digitale da parte del cliente. Lo dimostra il successo riscosso dall’app proprietaria di Dispensa Emilia capace di creare una nicchia di clientela fidelizzata che contribuisce al 30% degli ordini digitali. "Si stratta di un canale di comunicazione privilegiato, non penso siano molto gli esempi simili. Poter interagire con la community ci permette di avere un feedback diretto sul nostro lavoro e le nostre iniziative. Inoltre, abilita il self ordering al tavolo quando si entra nei nostri locali", afferma Medi. A breve, inoltre, l’apparato omnicanale per le ordinazioni potrebbe arricchirsi dei kiosk. Tre test pilota sono già partiti. I primi riscontri "parlano di un elevato livello di engagement. Sembra quasi che il kiosk rappresenti una modalità di avvicinamento alla community digitale. Il 2024 ci darà maggiori risposte", conclude l’ad.
L'articolo è tratto da RMM 4 (inverno 2023), disponibile a questo link: https://ristorazionemoderna.it/magazine/ristorazione-moderna-magazine-4-inverno-2023.html