Attento al portafoglio, alla sostenibilità e alla salute. In estrema sintesi è questo l'identikit del consumatore tracciato dall'EY Future Consumer Index. Il report, giunto alla sua 14° edizione, ha sondato le opinioni di 23mila cittadini in tutto il mondo, di cui 500 in Italia, evidenziando un cambiamento significativo nei comportamenti dei consumatori che, nonostante le preoccupazioni (il 44% per la propria condizione economica, il 52% per quella nazionale) hanno dimostrato grande capacità di adattamento e resilienza.
Le aspettative per il futuro del campione analizzato dalla società di analisi e ricerca rimangono, quindi, abbastanza positive (soprattutto per i consumatori con i redditi più elevati); tanto che il 23% degli italiani prevede un miglioramento nei prossimi tre anni. L'aumento del costo della vita e delle spese sanitarie rimane, tuttavia, la principale preoccupazione per i consumatori, con il 71% preoccupato per l'impennata dei prezzi di elettricità, gas e acqua e il 67% per l’incremento dei prezzi di beni alimentari. Seguono al terzo posto i temi legati alla salute (61%) e subito sotto il costo dei carburanti (59%). Sintetizzando, "il sentimento dei consumatori si esprime in un cauto ottimismo - ha commentato Stefano Vitucci, consumer products and retail secort leader di Ey Italia - anche in presenza di persistenti pressioni economiche. Le spese dei consumatori sono impattate ancora da incertezze economiche, dagli effetti inflattivi e impatti climatici. Molte aziende, quindi, stanno implementando azioni sui prezzi, rivisitazioni del portafoglio prodotti e iniziative di produttività".
Dall’indagine emerge che gli italiani prestano grande attenzione in particolare a tematiche legate all’ambiente e alla sostenibilità, posizionando l’Italia come uno dei Paesi con una più alta priorità ambientale, dove il 75% è preoccupato per il cambiamento climatico e il 49% orienta i propri acquisti in ottica di sostenibilità. Le priorità dei consumatori italiani sono omogenee per tutti i livelli di reddito e per tutte le fasce d'età, con Baby Boomer, Gen X e Millennial che pongono attenzione sull’accessibilità economica (rispettivamente per il 42%, 34% e 33%), seguito dai temi di sostenibilità (rispettivamente 16%, 26%, 29%). Per la Gen Z, invece, al primo posto c’è l’attenzione ai temi legati alla salute (29%), seguito sempre dalle tematiche di sostenibilità (26%), all’ultimo posto troviamo invece l’accessibilità economica (13%).
Per quanto riguarda la sostenibilità e la salute, due temi che impattano direttamente sul mondo della ristorazione, del food retail e del fuoricasa in generale, il 95% dei consumatori si sta sforzando di non sprecare il cibo e il 58% ricicla o riutilizza regolarmente i prodotti dopo l'uso. Le aziende dovrebbero considerare la possibilità d’identificare le aree con il maggiore impatto materiale, come i rifiuti di plastica, l'intensità dell'acqua o l'impronta di carbonio durante il processo di produzione, al fine di ridurre le emissioni. Proprio in quest’ottica, le aziende potrebbero prendere in considerazione la possibilità di rivedere e adattare i loro brand e prodotti per allinearsi alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti al budget e all’impatto economico, ambientale e sociale, introducendo nuovi formati più piccoli e differenti packaging. Per quanto riguarda l’attenzione alla salute e al benessere, il 73% prevede di essere più consapevole e attento alla propria salute fisica nel lungo periodo, prediligendo, ad esempio, l’acquisto di prodotti sani (42%), ma anche riducendo l’acquisto di bevande alcoliche (51%).
Da segnalare la crescita delle marche commerciali (le cosiddette private label): i consumatori pianificano di acquistarne di più in futuro (il 33% nel cibo confezionato), dal momento che per molti rispecchiano le stesse caratteristiche dei prodotti di marca per il 55% dei rispondenti. La generazione X è quella più favorevole alle private label, seguita da Baby Boomers e Gen Z. Un terzo degli intervistati non tornerebbe ad acquistare prodotti di marca, una volta provati i prodotti private label. Con la riduzione del divario di prezzo tra i prodotti a marchio privato e quelli di marca, inoltre, i consumatori acquisteranno generi alimentari sempre più in base al valore e non alla fedeltà. Infatti, il 52% dei consumatori italiani afferma di comprare prodotti di marca solo quando sono in offerta, promozione o scontati. Tendenza che, per il food retail, potrebbe ulteriormente sostenere i progetti che affiancano alla somministrazione anche l'area market. Ovviamente, con marchi proprietari.
Infine, il digitale. La preferenza dei consumatori - soprattutto Millennial e Gen Z - per l'utilizzo di app di shopping sta trasformando il panorama del retail, generando nuove opportunità per i brand. Tra le ragioni principali nell’utilizzo delle app vi è il desiderio di accedere a sconti e offerte esclusivi (50%), una maggiore comodità (45%), l’attrazione per promozioni o offerte riservate agli utenti dell'app (34%). Questi dati evidenziano un cambiamento significativo nel comportamento d'acquisto dei consumatori italiani, che si sentono sempre più a loro agio a condividere dati personali in cambio di esperienze personalizzate e raccomandazioni su possibili alternative (magari da influencer, blogger e vlogger attivi sui social media e seguiti regolarmente dal 33% degli italiani). Tuttavia, nonostante l'entusiasmo per le nuove tecnologie, gli italiani rimangono cauti riguardo alla sicurezza delle proprie informazioni personali: il 62% degli intervistati è preoccupato di come vengano gestiti i dati che li riguardano, il 63% teme una violazione dei propri dati e per gli attacchi hacker, il 70% teme un furto di identità o frode.