Il 16 ottobre ricorre la Giornata mondiale dell'Alimentazione promossa dalla Fao che mira a sensibilizzare il pubblico sull'accesso equo e sostenibile al cibo. Un tema che, purtroppo, è rilevante anche in Italia dove sono 4,9 milioni le persone (l'8,4% della popolazione over 16 secondo un rapporto ActionAid) che soffrono la povertà alimentare.
Per l'edizione 2024, l'organizzazione delle Nazioni Unite, che ha istituito la Giornata mondiale dell'Alimentazione nel 1979, ha scelto di riflettere sull’importanza di trasformare i sistemi alimentari globali in modo da renderli più inclusivi, resilienti e sostenibili. Milioni di persone nel mondo soffrono ancora di fame e malnutrizione e, più in generale, 2,8 miliardi di persone non possono permettersi un'alimentazione corretta, la principale causa di tutte le forme di malnutrizione. Tutto ciò mentre i cambiamenti climatici, i conflitti e le disuguaglianze continuano ad aggravare il problema. Le comunità più vulnerabili sono spesso quelle maggiormente colpite: nel mondo, secondo l'ultima analisi di Save the Children, più di 17,6 milioni di bambini sono nati in condizione di fame nel 2023, un quinto in più rispetto al 2013, pari a 33 bambini affamati ogni minuto, 1 ogni 2 secondi. Ognuno di noi, però, può fare la differenza adottando scelte alimentari più consapevoli e sostenibili. A partire dalla Fao stessa che nei attraverso i suoi programmi fornisce assistenza tecnica in materia di strategie e normative, rafforza la governance e i meccanismi di monitoraggio, sviluppa le capacità e promuove il dialogo politico multilaterale al fine di trasformare i sistemi agroalimentari per una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una vita migliore per tutti.
Anche in Italia (dove peraltro la Fao a sede). Qui fanno fede i numeri del quinto rapporto sulla povertà alimentare di ActionAid per cui 2,9 milioni di italiani (il 5,8%) non si è potuto permettere di mangiare fuori casa con parenti o amici almeno una volta al mese. Un problema, quello della scarsa qualità della nutrizione, che riguarda sempre più italiani, con solo il 5%, secondo l'indagine "Arianna" condotta dall'Istituto superiore di sanità (Iss), che segue la dieta mediterranea "a causa di un'occidentalizzazione delle abitudini alimentari". La deprivazione alimentare materiale, precisa ActionAid, significa l'impossibilità di fare un pasto completo con carne, pollo, pesce o equivalente vegetariano almeno una volta ogni due giorni; quella sociale è il non potersi permettere di mangiare fuori casa con amici o parenti almeno una volta al mese. In Italia, tra il 2019 e il 2022, la deprivazione alimentare materiale era scesa dal 9,9% al 7,5%, mentre quella sociale dal 6,9% al 4,8%, un risultato a cui hanno contribuito le misure come il Reddito di cittadinanza. Tuttavia, nel 2023, i poveri alimentari sono aumentati di 500mila unità. Tanto che, tra il 2019 e il 2023, il numero di chi riceve aiuti alimentari Fead (Fondo di aiuti europei agli indigenti) tramite enti del terzo settore dislocati in tutta Italia è aumentato del 40%, passando da 2,08 milioni a quasi 2,91 milioni di beneficiari (dati del ministero delle Politiche sociali e del lavoro).