Settembre ha coinciso con la ripresa delle attività a scuola e all’università che muoveranno parte di un bacino di 7,2 milioni di persone: il futuro dei consumi. Anche a breve termine, come testimoniano diverse indagini promosse in occasione del back to school e che hanno preso in esame le modalità, le abitudini e le intenzioni di acquisto alimentari dei giovani; in particolare la Gen Z.
Secondo un’indagine promossa da TheFork insieme a TheFaculty, a cui hanno partecipato 1.080 studenti tra i 18 e i 22 anni, per esempio, il 44% del campione afferma di consumare un pasto al ristorante più di una volta al mese; attività particolarmente apprezzata per passare del tempo in compagnia da oltre la metà di loro (55%). La maggior parte dei ragazzi (63%) sceglie di provare un determinato ristorante sotto consiglio di amici e parenti, affidandosi dunque al passaparola di persone vicine. Similmente, al secondo posto tra i fattori che influenzano la scelta, compaiono i suggerimenti (10%) o i trend (11%) derivanti dai social media e dai loro influencer. Meno rilevanti tra i giovani sembrano essere gli spunti delle guide e dei blog gastronomici, così come gli eventuali premi vinti dai singoli ristoranti (6%). Più popolari, invece, le piattaforme di prenotazione online, che attraverso sconti, promozioni e algoritmi ingolosiscono il 9% degli intervistati. La tipologia di ristoranti più popolare? Pizzeria (78%), seguita dalle trattorie (60%) e dai ristoranti di sushi (55%). Giù dal podio troviamo, invece, hamburgherie e steakhouse (43%), ristoranti etnici (28%), sempre più in voga, e ristoranti di pesce (24%).
Per avere un quadro completo, però, vanno aggiunti i dati di una ricerca TooGoodToGo realizzata insieme a YouGov secondo cui il 91% di studenti e universitari ha modificato le proprie abitudini in fatto di consumi alimentari, a causa del rialzo dei prezzi del carrello della spesa. Dovendo fare i conti con un budget limitato, quasi la metà degli intervistati (47%) dichiara che avrebbe bisogno di almeno 100 euro in più al mese per poter mangiare correttamente e in modo più sano. Come ha ribadito il Rapporto Coop 2024, d’altronde, il pragmatismo nella ricerca del prezzo più basso (il 51% lo considera il fattore su cui basa la sua decisione di acquisto), la scelta di alternative più rispettose dell’ambiente (il 58% sceglie prodotti di stagione, il 39% privilegia freschezza e qualità) e la riduzione o l’eliminazione dei consumi di carne (il 50% della fascia 18-35 a cui si aggiunge un 36% che sta valutando di farlo in futuro), sono i fattori della “nuova frugalità”. Se il food retail saprà interpretarli per primo e meglio di altri canali di vendita, potrà garantirsi una nuova base di consumatori che proprio in questi anni stanno raggiungendo la "maturità" (sia scolastica che sociale ed economica).
di Nicola Grolla
L'articolo è tratto da RMM 3/2024, disponibile a questo link: https://ristorazionemoderna.it/magazine/ristorazione-moderna-magazine-3-2024.html