Il fuoricasa fa bene allo spirito! A sostenere il valore psicofisico di una cena fuori è l'ultimo Rapporto Italgrob-Censis presentato a Beer&Food Attraction. Secondo l'indagine, infatti, il 92,9% degli italiani dichiara che lo stare insieme per bere mangire è uno degli aspetti fondamentali dello stile di vita Made in Italy. Un dato che testimonia la forte connessione fra Horeca e relazioni sociali.
Lo studio, dal titolo Le nuove sfide per la distribuzione Horeca e il fuori casa, presentato dalla federazione dei distributori Horeca in occasione dell'International Horeca Meeting nell'ambito di Beer&Food Attraction (Rimini 19-22 febbraio), si è posto l'obiettivo di fare il punto sull'impatto dei consumi fuoricasa nella società di oggi contrassegnata delle cicatrici del Covid e da un quadro economico in cui inflazione e aumento dei costi rischiano di azzoppare la ripresa del settore. Eventualità che, a sua volta, priverebbe gli italiani di un canale imprescindibile per il proprio benessere. Secondo la ricerca, infatti, bar e ristoranti rappresentano la spina dorsale dello stile di vita italiano. Soprattutto se mettono in atto pratiche ecologiche (come la riduzione degli sprechi) - apprezzate dal 91,1% del campione.
Un altro aspetto che emerge dal rapporto è l'apprezzamento nei confronti del mondo della movida, spesso connotato negativamente. Il 47,3% degli intervistati quando esce la sera si reca in locali pubblici e, in particolare, in quelli nei territori della movida: l'8,8% (oltre il 23% tra i giovani) lo fa quasi sempre, il 10% almeno una volta ogni quattro giorni e il 28,5% sempre. Al 40,3% degli italiani piacerebbe uscire di più la sera, perché ritiene che avrebbe un effetto positivo sulla propria qualità della vita. Ma il quadro economico spaventa gli esercenti, che si trovano a combattere anche le incombenze burocratiche.
Per il presidente di Italgrob, Antonio Portaccio, servirebbe maggiore "vicinanza alle problematiche di settore, in particolare di tipo normativo collegate al decreto Milleproroghe" e un magggiore sostegno finanziario. Soprattutto per quelle imprese, fra le 365mila attive nel fuoricasa, che sono a conduzione famigliare "dove ci lavorano marito, moglie e figli, hanno poco patrimonio, e quindi difficoltà di accesso al credito molto, molto alte", ha aggiunto Portaccio. In gioco c'è un settore che fattura circa 17 miliardi di euro l'anno e che ora ha bisogno di un nuovo slancio. "Le nuove sfide sono il rilancio, la ripartenza e la capacità di confrontarsi in ambito europeo. Siamo certi che con il dialogo e il costante coinvolgimento delle realtà che operano all'interno della filiera riusciremo a difendere le nostre eccellenze e i nostri stili di vita", ha affermato la deputata Maria Cristina Caretta intervenuta in rappresentanza del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Infatti, la distribuzione Horeca "è uno di quei settori che ha maggiormente sofferto durante il periodo della pandemia", ha ricordato Massimiliano Valeri, direttore generale del Censis. "Ora sta recuperando i volumi del passato, è un settore importante dal punto di vista economico occupazionale per il Paese, ma anche per il valore sociale che esprime", in questo momento storico in cui gli italiani hanno a che fare con alta inflazione e caro bollette. Bene il tema della sostenibilità, ma bisogna affrontarla con criterio. Su questo si è detto più scettico Maurizio Marchesini, vicepresidente di Confindustria, secondo il quale "chiaramente gli imprenditori vogliono fare questa transizione ambientale, perché è giusto farla e il mercato lo chiede, ma purtroppo ho l'impressione che soprattutto in Europa, si stia mandando su un binario sbagliato, puramente ideologico e che alla fine non risolve il problema". In particolare nel mondo dell'imballaggio, "questa direzione è assolutamente sbagliata", visto che "si vuole privilegiare in maniera esclusiva il riuso e non il ricircolo".