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Vending, giro d'affari in crescita (+8,2%) ma ancora lontano dal 2019
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Nei primi nove mesi del 2022, secondo i dati Confida, il vending in Italia ha dimostrato di essere sulla strada della ripresa post-pandemia, ma inflazione, costo delle materie prime e dell'energia rallentano il recupero sul 2019 (-17,94%). A trainare le perfomance dei circa 820mila distributori automatici distribuiti sul territorio nazionale sono stati i consumi di caffè (1,7 miliardi di tazzine erogate) e snack (439 milioni di pezzi).
Vending: la crescita nei primi 9 mesi del 2022 non basta per il recupero sul 2019
Rispetto ai primi 9 mesi del 2021, quindi, secondo Confida, riunitasi per gli Stati Generali, il settore è cresciuto del +8,2% nello stesso periodo del 2022. Eppure questo ancora non basta per il totale recupero sul periodo pre-pandemia. Dal 2020, la crisi legata al Covid ha causato gravi perdite (-31,95% sul 2019) per le imprese del comparto colpite in particolar modo da smart working, didattica a distanza, chiusure dei luoghi d’aggregazione e restrizioni negli ospedali. Crisi continuata nel 2021 quando, nonostante una lieve ripresa, la perdita è stata comunque del 23,7%. Nel 2022, la guerra in Ucraina ha causato mancanza di prodotti, aumenti vertiginosi dei prezzi, oltre alla crisi energetica che ha portato ad una crescita significativa dei prezzi di carburanti, elettricità e gas. Confida stima che il comparto possa chiudere l’anno a -15% rispetto al 2019. Ma se le condizioni sembrano fosche, le dinamiche rischiarano un po' le prospettive. Gli snack salati e al cioccolato, per esempio, sono le categorie che hanno registrato le performance più alte, rispettivamente del +31,4% e +28,53%, facendo fare all’intera categoria un salto del 22,8% in nove mesi.
Confida chiede un confronto su Cam, Pos e bandi di gara per la Pubblica Amministrazione.
“In questo scenario che dimostra tutte le difficoltà ma anche la resilienza delle nostre 3.000 aziende e degli oltre 30mila collaboratori del settore - ha commentato Massimo Trapletti, presidente di Confida - La distribuzione automatica si è presa carico anche delle difficili sfide della transizione ecologica e digitale, le incognite della cosiddetta fase a regime della trasmissione telematica dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate e le problematiche derivanti da una situazione dei bandi di gara pubblici per la fornitura del servizio alle Pubbliche Amministrazioni che stanno diventando sempre più antieconomici.” In particolare, l'associazione di categoria chiede di riaprire un tavolo di confronto sui Cam (Criteri ambientali minimi) dei Servizi di ristoro presso il ministero dell’Ambiente: quelli attualmente definiti, se applicati, stravolgerebbero a livello ambientale, alimentare e organizzativo i principali aspetti della distribuzione automatica con un impatto particolare nella pubblica amministrazione (18% del fatturato dell’intero comparto vending). Il settore, inoltre, chiede anche di essere escluso dall’obbligo dei Pos in quanto, sebbene stiano aumentando le vending machine abilitate al pagamento elettronico (il 20% ha installato app di pagamento), in molti altri casi esistono impossibilità tecniche (ad esempio la mancanza di rete) o economiche che impediscono di accettare carte di pagamento in tutto il parco macchine.