Tira e molla sui dehors: il Governo si è detto prima pronto a una stretta e poi ha concesso l’ennesima proroga per gli spazi all'aperto dei pubblici esercizi. La scadenza del 31 dicembre 2025, quindi, è stata spostata al 30 giugno 2027 attraverso un emendamento al Ddl Semplificazioni esaminato dal Senato. Una modifica che concede più tempo al legislatore affinché si muova per il riordino di una norma introdotta durante il periodo Covid.
Nonostante le critiche all'attuale situazione, che permette a bar, ristoranti, gelaterie, ecc. di chiedere l'occupazione di suolo pubblico attraverso una procedura semplificata, il Governo ha quindi rinviato il giro di vite. Nelle scorse settimane, infatti, era circolata una bozza della delega prevista dalla legge sulla concorrenza (art. 26, legge n. 193/2024). Fra le maggiori novità contenute, e che avrebbero dovuto correre per essere adottate a partire dal 16 dicembre 2025, vi erano i cambiamenti sul via libera paesaggistico da richiedere alla Sovraintendenza, che avrebbe dovuto rimanere in vigore quando si tratta di collocare dehors in aree pubbliche vicine a monumenti e immobili di interesse (etro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto, il ministero dei Beni culturali dovrà avrebbe dovuto predisporre gli elenchi dei luoghi soggetti a tutela speciale). In tutte le altre ipotesi, invece, anche qualora ci si trovi nei centri storici, la gestione sarebbe dovuta tornare interamente nelle mani dei Comuni, attraverso l’iter ordinario di concessione di occupazione del suolo pubblico, accompagnato dal pagamento del relativo canone. Indicazioni che, tuttavia, non chiarivano del tutto le modalità di richiesta (e le relative facilitazioni) specifiche da parte dei pubblici esercizi (peraltro soggetti alle singole e ulteriori normative comunali). Complicazioni che hanno portato alla soluzione più semplice: una nuova proroga; mentre il limite per l'adozione del decreto da parte del Governo è fissato a fine 2026.
"I dehors non sono più una misura temporanea, ma una realtà consolidata del settore e delle città. Bene dunque l’allungamento dei tempi della normativa stabilita nell’era post-Covid che resterà in vigore fino al 30 giugno del 2027, rispetto all’attuale scadenza del 31 dicembre 2025 - ha affermato Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet - Nell’ottica di superare la fase delle normative emergenziali, ogni soluzione volta a definire una regolamentazione stabile, capace di dare certezze agli imprenditori e di contrastare con efficacia l’abusivismo, è accolta con favore. Serve un intervento ragionevole, che preveda tempi congrui per l’adeguamento e non metta in discussione gli investimenti già realizzati". Progetti che, in questi anni, secondo un sondaggio Swg, hanno raccolto il favore di tre italiani su quattro modificando "le modalità di consumo che ha contribuito alla crescita dei posti di lavoro e allo svilppo del settore", ha aggiunto Banchieri.
Rimane quindi in vigore, in un lagica transitoria, la legge introdotta nel 2020 come misura emergenziale. La procedura esonera i titolari di pubblici esercizi da specifici titoli edilizi per installazioni superiori ai 180 giorni e dall’autorizzazione paesaggistica. Una deregolamentazione che, con il tempo, ha generato sì un rilancio di strade e piazze ma anche contrasti con le amministrazioni e i cittadini residenti (fra orari, parcheggi, schiamazzi, ecc). Tanto che diversi Comuni italiani, da Roma a Milano, si sono affrettati a presentare i propri regolamenti. Limiti che ora dovranno essere rivisti e successivamente armonizzati alla legge nazionale.