Circa 9,9 miliardi di euro spesi per mangiare fuori casa ad agosto, in Italia. Questo il dato previsto da Fipe in vista del picco turistico delle ferie estive. Un dato che rinfranca un settore attualmente avvolto dall'ombra del caro prezzi e di fronte a una contrazione del mercato interno, dove il boom degli afflussi internazionali non è riuscito a compensare la mancanza del turismo domestico. In certe destinazioni, secondo i dati di Federturismo, si registra un calo della domanda del 30%. Contrazione che, tuttavia, non sembra frenare la voglia di uscire, socializzare e mangiare.
Anche per quanto riguarda colazioni, aperitivi, cene, gelati e dolci la parte del leone la faranno i turisti stranieri per un totale di 4,7 miliardi di euro spesi. Protagonisti, gli americani. Una risposta a quanti avevano avanzato dubbi sulla propensione alla spesa dei viaggiatori in un momento di forte inflazione. A luglio, secondo l'associazione, tra gli esercenti, prevaleva la quota di coloro che vedevano la stagione con pessimismo: il saldo tra i giudizi positivi sull’andamento dell’attività e quelli negativi è pari a -33,1%. Ad agosto la situazione migliora ma, anche in questo caso, il saldo dei giudizi resta negativo e si attesta a -17,8%. Sintomo che qualcosa non va. Leggi: gli italiani, che rappresentano la fetta più consistete della clientela turistica,non si stanno godendo le vacanze al massimo. Tanto che solo per il 15,3% degli esercenti l'estate 2023 sarà un periodo di crescita. Per Confcommercio, quindi, occorre riflettere sulla frenata che si sta manifestando, dopo che il consuntivo dei primi cinque mesi 2023 ha fatto segnare un aumento complessivo del 15% delle presenze turistiche.
“I dati ci dicono che il turismo internazionale potrebbe raggiungere i livelli pre-Covid, con un ritorno importante dei viaggiatori in arrivo dagli Stati Uniti. Il turismo domestico, al contrario, mostra segni di rallentamento”, ha dichiarato Luciano Sbraga, vicedirettore fenerale di Fipe-Confcommercio. “Si tratta di un trend emerso già nei mesi di maggio e giugno, quando le condizioni meteo hanno pesantemente condizionato la voglia degli italiani di spostarsi verso le località balneari, e che potrebbe avere una coda, speriamo corta, anche nei mesi successivi. Per questi motivi le aspettative per questa stagione sono quelle di centrare gli obiettivi del 2022 abbandonando l’idea suggestiva di eguagliare o addirittura superare i livelli pre-pandemia. I dati sui consumi dimostrano in modoinequivocabile l’importanza della ristorazione nell’economia turistica inequivocabile l’importanza della ristorazione nell’economia turistica del nostro Paese".
Come riportato dal Sole 24 Ore, i motivi della difficoltà del turismo italiano sono diversi: l'aumento dell'inflazione che determina un'erosione del potere di acquisto dei turisti (+9% i prezzi secondo Demoskopica) e la sofferenza delle città secondarie, meno battute; il caldo che spinge i turisti a preferire le mete montane (+2%); le incertezze legate al meteo (con incendi e bombe d'acqua) e gli stop di alcune infrastrutture (come il caso dell'aeroporto di Catania).