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All'interno di Fipe è nata l'Associazione delle Scuole di alta formazione della ristorazione
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Fipe, spazio alla formazione e sostegno alle donne imprenditrici

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Giovani e donne sono i target più sensibili e ricettivi nell'industria del fuoricasa tanto che Fipe ha deciso di puntare su di loro per sostenere il settore. Nel primo caso con un'iniziativa formativa, nel secondo favorendo la diffusione di una cultura di genere più inclusiva. 

Nasce l'Associazione delle Scuole di alta formazione della ristorazione. 

"L’importanza della formazione - ha dichiarato il presidente della federazione, Lino Enrico Stoppani - per il nostro settore è da sempre uno degli aspetti fondamentali per lo sviluppo e la crescita qualitativa delle aziende che operano nella ristorazione". Con queste motivazioni è nata a Roma, all'interno della stessa Fipe, l’Associazione delle Scuole di alta formazione della ristorazione che raggruppa le più importanti scuole italiane nel settore della cucina, della sala e del bar per formare i futuri cuochi, maître, camerieri, pasticceri che andranno a lavorare nel settore della ristorazione e dell’ospitalità. L'obiettivo è quello di "mettere fattor comune attraverso un coordinamento nazionale, pur nel rispetto delle autonomie delle diverse scuole, tutte le esperienze, cercando di dare un respiro più ampio alle attività di istruzione e formazione nel campo della ristorazione per rispondere sempre meglio ai fabbisogni delle imprese e avviare un indispensabile confronto con le istituzioni", ha spiegato Vittorio Dall’Aglio, presidente di Confcommercio Parma e consigliere di Alma, Scuola internazionale di cucina. Tra i primi punti del programma della nuova associazione c’è quello di organizzare, a inizio 2025, un forum della formazione chiamando a raccolta tutti gli attori della filiera.

Più spazio alle donne nel fuoricasa (di cui già dirigono il 28,9% delle imprese). 

Sul fronte del sostegno all'imprenditoria femminile, invece, la federazione dei pubblici esercizi ha diffuso alcune informazioni aggiornate a partire dall'elaborazione dei dati di Infocamere: sono infatti 95.870 le imprese condotte da donne, pari al 28,9% sul totale delle imprese attive. Di queste imprese a guida femminile, il 33,1% sono bar e caffè, il 27,1% attività di fornitura di pasti preparati e il 26,2% ristoranti e attività di ristorazione mobile. Approfondendo lo sguardo sul territorio, le regioni che registrano la crescita più marcata in questo senso sono la Valle d’Aosta, con il 36,3% sul totale nazionale, il Friuli-Venezia Giulia (34,8%) e l’Umbria (33,4%). "L'impreditoria femminile costituisce un perno cruciale per il settore e il suo sviluppo. Tuttavia, si può e si deve fare di più: in un comparto che impiega più donne che uomini, la presenza femminile nei ruoli di gestione e di responsabilità è ancora troppo limitata. È necessario lavorare per diffondere una vera cultura di genere al fine di favorire l’intraprendenza imprenditoriale femminile, obiettivo su cui il Gruppo Donne Imprenditrici è ogni giorno in prima linea", ha affermato Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe. 

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