Il food delivery è ormai uno servizio consolidato, tanto da rappresentare una soluzione anche per il pranzo di Natale con RistoBox, la startup fondata da Manuel e Davide Corradini. Nata in pieno lockdown, RistoBox punta sul modello meal kit per ridurre la distanza fra ristoranti e clienti; innanzitutto a livello geografico e di shelf life.
Se nel 2022 il digital food delivery rappresenta il 44% del mercato alimentare online in Italia, con un valore di circa 1,8 miliardi di euro ( +20% rispetto al 2021), il modello di business attuale deve fare i conti con un importante ostacolo: la copertura geografica del servizio. Ciò è dovuto al fatto che trattando di prodotti “pronti da mangiare”, le consegne a domicilio utilizzano referenze con una shelf life limitata che mpedisce di superare determinate distanze. Questo significa che, nonostante la diffusione capillare delle piattaforme di food delivery, per molte persone - soprattutto quelle che vivono in aree periferiche o in piccoli centri urbani - l'offerta risulti limitata frustrando, allo stesso tempo, gli sforzi di molti ristoranti e insegne del food retail che puntano a un pubblico nazionale.
Da questi due problemi e da una grande passione per il cibo, nasce RistoBox. Fondata da due giovani romani Manuel e Davide Corradini, che a soli 25 anni appena conclusi gli studi universitari hanno deciso di intraprendere questo percorso, l'applicazione riprende e rielabora il concetto di meal kit. “La nostra idea nasce durante l’ultimo lockdown, abitando in un piccolo paese, alle porte di Roma, durante quel periodo eravamo impossibilitati a raggiungere i ristoranti che abitualmente frequentavamo in centro a Roma, nello stesso tempo, questi non potevano raggiungerci con il delivery perché troppo distanti. Dall’altra parte ci siamo resi conto che la proposta ristorativa che ci circondava era estremamente limitata. Da questo nostro bisogno abbiamo iniziato a capire che c’era un buco nel mercato e da lì è nata l’idea di creare RistoBox”, spiegano i fondatori. La soluzione? Una box con tutto il necessario per cucinare a casa ricette anche elaborate in modo facile, veloce e senza sprechi.
L’idea di RistoBox è di allargare questo concetto anche ai ristoranti. Sulla piattaforma, questi non vendono dei piatti pronti come su una tradizionale piattaforma delivery, ma delle vere meal box contenenti i semilavorati che permettono alle persone di riprodurre i loro piatti in maniera facile e veloce. “Le nostre box sono il giusto compromesso tra il classico delivery e una cena al ristorante. Ti permettono di assaporare dei piatti di alta qualità come se stessi al ristorante ma con tutta la comodità di casa. Senza dimenticare che, con noi, puoi scegliere ogni volta una proposta diversa e non sei vincolato ai ristoranti che si trovano nella tua città", aggiungono i fondatori. Insomma, niente ordini espressi ma dei veri e propri viaggi gastronomici alla scoperta di nuovi sapori, piatti e culture. Il tutto rimanendo comodamente a casa.
Il progetto è partito ufficialmenre a fine 2021 da Roma, dove fin da subito, hanno aderito ristoranti di primissimo livello come Carnal Morso Sabroso, il nuovo locale dello chef Roy Caceres, lo chef Arcangelo Dandini con il suo Supplizio, Eggs della chef Barbara Agosti, I Quintili del maestro Marco Quintili, Il Maritozzo Rosso, ecc. Dopo una prima fase di test che ne ha evidenziato il potenziale, sono sempre di più i ristoranti che decidono dar fiducia al progetto: ad oggi RistoBox conta 25 attività ristorative attive sula piattaforma, localizzate tra Roma, Milano e Cuneo, e centinai di box spedite in tutta Italia. Confezioni che sono state oggetto di un recente restyling basandosi sul feedback dei clienti: "Utilizzando delle scatole in Eps, queste venivano viste poco rispettose dell’ambiente, un principio che per noi di RistoBox è invece molto importante. Ci siamo messi fin da subito a studiare una soluzione alternativa all’Eps, e dopo mesi di studi, ricerche e test, abbiamo trovato un nuovo e innovativo packaging totalmente eco-friendly, che abbiamo iniziato ad introdurre a inizio dicembre 2022, e ci tengo a sottolineare, che ad oggi siamo gli unici in Italia ad utilizzarlo", sottolineano i gemelli Corradini.
Per il nuovo anno, il piano di sviluppo è ambizioso: in primo luogo, raggiungere un awarness nazionale, successivamente aprirsi a nuovi investitori con un round di raccolta di capitali così da "iniziare a guardare oltre le Alpi verso quei mercati Europei che tanto apprezzano la cucina del nostro Belpaese". A tendere, quindi, l'obiettivo è quello di trasformare RistoBox in un vero e proprio mercato del gusto online dove, da una parte, le attività ristorative che offrono proposte uniche possano avere una vetrina nazionale così da farsi conoscere e da valorizzare il lavoro che quotidianamente fanno, e dall’altra, permettere alle persone di regalarsi piccoli momenti di relax vivendo delle autentiche esperienze culinarie.